Una fregata greca per l’Op. Irini mentre i turchi sbarcano carri M-60 a Misurata

Il comando di EUNAVFOR MED Irini ha reso noto il 3 giugno che la fregata della Marina greca Spetsai si è unita all’operazione navale europea guidata dall’ammiraglio Fabio Agostini.

“La HS Spetsai è una fregata classe MEKO200HN e imbarca un team per l’abbordaggio di navi mercantili e un elicottero tipo Sikorsky S-70B Aegean Hawk. La nave pattuglierà l’area di operazione nel Mediterraneo centrale, assieme ai tre aerei, già messi a disposizione da Germania, Lussemburgo e Polonia”, si legge nel comunicato.

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Ringrazio la Grecia e gli altri Paesi dell’Unione europea che contribuiscono con uomini e mezzi all’Operazione – dice il Comandante dell’Operazione, Ammiraglio Fabio Agostini – Anche se la missione è nata da poco, ha già dato i primi risultati sia per quanto concerne la raccolta di informazioni sul traffico di armi, che sono state condivise con il Panel of Expert dell’ONU, che per l’effetto deterrente che ha dimostrato nei confronti del contrabbando di petrolio”.

La HS Spetsai sembra quindi costituire la sola nave assegnata all’Operazione Irini dopo che a fine maggio è stata presumibilmente ritirata dalla missione la fregata francese Jean Bart che aveva operato, anch’essa da sola, per quasi tutto il mese di maggio.

Ancora assenti le navi italiane (la LPD San Giorgio?), in attesa che venga approvato il “decreto missioni”. Un aspetto paradossale tenuto conto che Rona ha il comando non solo dell’intera operazione ma anche della “forza in mare” affidato all’ammiraglio Ettore Socci a cui subentrerà in novembre un ammiraglio greco.

Sulla carta sono una ventina i Paesi dell’Unione Europea che hanno aderito, con uomini o mezzi, alla missione Irini, che può contare anche sul supporto delle immagini satellitari fornite dal Centro satellitare dell’Unione europea (SatCen) ma in concreto ben pochi sembrano disposti a mettere a disposizione navi per monitorare il rispetto dell’embargo delle armi ai contendenti libici.

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Nei giorni scorsi è giunta del resto indisturbata nel porto di Misurata una nave mercantile partita da Istanbul carica di carri armati M-60 (in servizio con l’esercito turco) destinati presumibilmente ad alimentare la controffensiva che le milizie del Governo di accordo nazionale (GNA) stanno preparando con i consiglieri militari turchi e i mercenari siriani contro le forze dell’Esercito nazionale libico (LNA) di Khalifa Haftar.

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La nave, secondo il portavoce dell’LNA, colonnello Ahmed al Mismari, è partita da Istanbul il 21 maggio ed è arrivata il 28 dello stesso mese a Misurata. Scortata durante tutta la navigazione da una fregata della Marina Turca mentre altri M-60 (nella foto sopra in azione con i reparti turchi in Siria) sarebbero stati trasportarti a Misurata dalla Turchia con voli dei cargo qatarini C-17.

Al-Mismari sostiene che una nave italiana avrebbe localizzato la nave turca senza fermarla, specificando però che “la nave italiana non faceva parte dell’operazione Irini dell’Unione europea”.

La notizia non è stata confermata da Roma ma potrebbe trattarsi di una unità della Marina Militare assegnata all’Operazione Mare Sicuro.

Foto : Op. Irini, Seafoces e AFP

 

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