Russi e americani in gara per il nuovo aereo da attacco serbo

La Serbia valuta nuovi aerei da attacco statunitensi e vecchi aerei da attacco ricondizionati russi per sostituire nei ranghi della sua Aeronautica i vecchi Soko G-4 Super Galeb e Soko J-22 Orao dell’epoca yugoslava le cui cellule sono ormai a fine vite operativa.

Parlando alla TV nazionale il 25 luglio, Nenad Miloradović, vice ministro ad interim per le risorse materiali nel ministero della difesa serbo, ha affermato che gli aeromobili potrebbero sostituire con 20 Boeing/Saab T-7A Red Hawk, il nuovo aereo da addestramento scelto dall’Usaf commercializzato anche come una caccia leggero per il mercato internazionale.

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Il velivolo possiede “caratteristiche e capacità eccellenti” ha aggiunto Miloradovic spiegando che la Serbia è stata attratta dalla combinazione del prezzo del T-7A e delle sue prestazioni osservando che il paese sta esaminando opzioni per velivoli che si posizionino per capacità tra i Super Galeb e Orao e i caccia Mig 29 in dotazione alle forze aeree di Belgrado.

Il T-7A “è supersonico e presenta avionica moderna, e come tale sarebbe in grado di sostituire completamente l’aviazione di attacco a terra ed essere multiruolo sarebbe anche in grado di supportare i nostri intercettori”.

Secondo media filo-governativi Belgrado Washington non avrebbe ancora fornito una risposta in tal senso e del resto gli USA sono strettamente legati al Kosovo, all’Albania e agli Stati ex yugoslavi membri della NATO (Slovenia e Croazia).

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Del resto l’opzione dei velivoli statunitensi (favorita finanziariamente dal fatto che Boeing realizzerà un gran numero di A-7 per le esigenze dell’USAF) non è l’unica presa in considerazione a Belgrado dove il presidente serbo Aleksandar Vucic ha confermato la necessità di acquistare aerei da combattimento.

«Tenuto conto delle donazioni che i vicini Stati membri della NATO stanno ricevendo da Stati Uniti, Germania e Turchia, dobbiamo provvedere in autonomia al riarmo al fine di preservare la stabilità della regione e la sicurezza del nostro paese.»

Vucic non ha specificato il tipo di aerei che la Serbia intenda acquistare ma in caso di rifiuto da parte degli USA è probabile che la Serbia possa acquistare aerei d’attacco Sukhoi Su-25 “Frogfoot” probabilmente esemplari ricondizionati provenienti dalle Forze Armate russe.

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Analisi Difesa si è spesso occupata dei mezzi forniti da Mosca alle Forze Armate serbe: caccia MiG-29 Fulcrum ricondizionati dalla Russia (6 esemplari) e dalla Bielorussia (4 esemplari), ma anche nuovi elicotteri d’attacco Mil Mi-35M e utility Mil Mi-17V-5, due aerei da trasporto Antonov An-26, sistemi di difesa aerea russi Pantsir-S1 e persino 6 droni armati da ricognizione CH-92A.

Nonostante la Serbia abbia buoni rapporti con gli USA e abbia formalmente chiesto di aderire all’Unione Europea, la leadership di Belgrado ha a ulteriormente rafforzato gli stretti legami politici e militari con il Cremlino, così come con Pechino, due paesi che – oltre a cinque membri dell’UE – non riconoscendo l’indipendenza del Kosovo.

Foto Boeing e Forze Aerospaziali Russe (VKS)

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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