Il Niger potenzia le forze aeree

 

Mentre si intensificano gli scontri tra le truppe governative nigerine e gli insorti jihadisti continua il potenziamento delle forze armate nigerine: l’Aeronautica del Niger ha preso in consegna il 7 dicembre nella Base Aerea 101 all’aeroporto di Niamey il secondo dei tre aerei da trasporto C-130H Hercules donati dagli Stati Uniti.

Il Niger aveva ricevuto in gennaio il primo Hercules, impiegato per spostare truppe e rifornimenti mentre il terzo dovrebbe arrivare nella prima metà del 2022.

Dal 2015, gli Stati Uniti hanno dichiarato di aver investito più di 30 milioni di dollari nel programma C-130 per l’Aeronautica del Niger, che comprende una componente di addestramento, l’acquisto di pezzi di ricambio, infrastrutture, carburante e attrezzature di supporto per i velivoli della vecchia versione H.

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Come riferito da DefenceWeb, in gennaio, l’ambasciatore Eric Whitaker ha sottolineato che gli Stati Uniti hanno addestrato 16 piloti nigerini, tra cui il primo pilota nigeriano di C-130H, 19 addetti alla manutenzione, cinque addetti ai bagagli e un ingegnere di volo.

Inoltre, gli Stati Uniti hanno investito oltre 17 milioni di dollari nell’acquisizione di infrastrutture critiche, inclusa la ristrutturazione di un hangar per il C-130 presso la base aerea numero 201 di Agadez, costata complessivamente più di 100 milioni di dollari e impiegata da forze speciali, droni e velivoli statunitensi dell’Africa Command. Le forze aeree nigerine aveva ricevuto due nuovi C-130H nel 1979 perdendone uno in un incidente nel 1997.

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Altri aerei della flotta di trasporto del Niger includono un Boeing 737-200, un Beech 350, un Dornier 228 e un paio di elicotteri Mi-17. Tra il 2013 e il 2015 il Niger ha 4 Cessna 208 Caravan dagli Stati Uniti, di cui due configurati per la ricognizione/sorveglianza e intelligence (ISR).

Recentemente il Niger si è dotato di una nuova componente da combattimento che affianchi i 2 Sukhoi Su-25 in servizio dal 2013: ha ordinato nel novembre di quest’anno in Turchia 12 addestratori armati Hurkus-C (nella foto sotto) e un numero imprecisato di droni armati Bayraktar TB2 (nella foto sopra) oltre a 12 elicotteri da attacco Mi-35 ordinati nel 2019 che si affiancheranno a un Mi-24 già in servizio, a 3 SA 342M Gazelle armati ex francesi e a 2 addestratori armati Short Tucano TMk1.

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Un rinforzo consistente delle capacità aeree di Niamey, soprattutto nel settore del trasporto e dell’attacco al suolo, che ben evidenzia la necessità di fronteggiare l’insurrezione jihadista comune del resto a tutte le nazioni della regione.

Se francesi, russi, statunitensi e turchi acquisiscono commesse con ordini e donazioni, l’Italia non sembra avere la capacità o la volontà di rafforzare la propria influenza in Niger fornendo velivoli o comunque mezzi ed equipaggiamenti militari nuovi o surplus.

Questo nonostante le forze italiane siano presenti ormai da tempo nella base all’aeroporto di Niamey con la missione di addestramento e supporto MISIN e sia in programma lo schieramento di UAS Reaper dell’Aeronautica ad Agadez.

 

 

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