La Russia consegna i primi due caccia Sukhoi Su-30SME alla Birmania

 

 

Nel gennaio del 2018, come ampiamente trattato da Analisi Difesa, il Dipartimento dell’informazione e delle comunicazioni della Difesa russa aveva annunciato che la visita in Myanmar del Ministro della Difesa, Sergei Shoigu, aveva dato un forte impulso alla cooperazione tecnico-militare tra i due paesi e che per questo motivo il paese asiatico si attivava per l’acquisto e l’equipaggiamento di moderno hardware russo tra cui 6 caccia multiruolo Sukhoi Su-30SME, variante da esportazione del Su-30SM prodotto dall’impianto aeronautico della PJSC Irkut Corporation di Irkutsk.

Appena un anno dopo, nell’aprile del 2019, secondo il Military Watch Magazine era iniziato l’assemblaggio dei primi velivoli tanto che avevamo pubblicato le immagini in anteprima sul nostro canale Telegram; nel luglio dello scorso anno infine, secondo il Direttore del Servizio Federale per la Cooperazione Tecnico-Militare (FSVTS) russo Dmitry Shugaev, la Russia aveva iniziato a consegnare il primo lotto di nuovi caccia Su-30SME.

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Tuttavia solo in questi giorni sono apparsi rapporti locali forniti dal Myanmar (si tratterebbe di ex ufficiali dell’Aeronautica militare birmana che si sono uniti al movimento anti-golpe del 2021), secondo cui Mosca avrebbe consegnato in realtà i primi due esemplari di Su-30SME solamente lo scorso marzo.

Il giornale locale The Irrawaddy ha riferito inoltre che assieme ai due nuovi caccia stanziati presso la base aerea di Naypyidaw, sarebbero arrivati nella stessa base e nella città di Mandalay, anche un pool di piloti e tecnici russi che fornirà continua assistenza all’Aeronautica Militare birmana e che permarrà in loco durante tutto l’intero periodo di garanzia dei velivoli.

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Nel dicembre 2021 è stato riferito che il Myanmar avrebbe utilizzato i nuovi Su-30SME contro i separatisti dell’Esercito per l’Indipendenza Kachin (KIA) ma ad oggi non ci sono prove sufficienti per dimostrarlo considerando inoltre che le riprese da molto lontano potrebbero far confondere il Su-30SME con il MiG-29, più piccolo ma dall’aspetto simile.

I Sukhoi Su-30SME costituiscono allo stato attuale i caccia più avanzati della flotta dell’Aeronautica militare birmana che attualmente composta da una combinazione di caccia da combattimento di produzione cinese (Q-5, J-7, J-6 e JF-17) e russa (31 esemplari di caccia MiG-29B/SE/UB consegnati tra il 2001 e il 2012).

Ricordiamo infine che la cooperazione militare russo-birmana aveva inoltre portato alla vendita di 12 addestratori avanzati Yakovlev Yak-130 e alla modernizzazione degli elicotteri Mil Mi-17 e Mil Mi-24 in dotazione alle Forze Armate birmane.

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Non sono ben noti allo stato attuale le variazioni implementate dal Su-30SME rispetto al Su-30SM da cui deriva (e che finora è già stato esportato in alcuni paesi della CSTO quali Kazakistan, Armenia e Bielorussia), tuttavia secondo quanto appreso in occasione della presentazione ufficiale avvenuta nel febbraio 2016 al Singapore Air Show, il Su-30SME dovrebbe costituire una versione declassata del Su-30SM i cui componenti stranieri impiegati sui SU-30 armeni, kazaki e bielorussi (l’HUD di fabbricazione francese Thales 3022, i  display LCD multifunzionali a colori Thales SMD55S, il Totem INS/GPS o l’indicatore ILS di Thales), sono sostituiti da componenti di fabbricazione russa.

Inoltre le stesse specifiche dell’SME risulterebbero sensibilmente ridotte: velocità massima di Mach 1,75, un peso massimo al decollo di 34.000 kg e una quota massima di servizio di 16.100 metri.

Foto : Ministero Difesa Russo e PJSC/Sukhoi

 

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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