Origine e destino deI MiG-29 occidentali forniti all’Ucraina

 

 

«Ironia della sorte – ha commentato un portale militare americano – ci sono alcuni MiG-29 di produzione sovietica progettati a suo tempo per combattere i velivoli della NATO che concluderanno la loro carriera…sotto la bandiera della NATO combattendo contro i russi.»

Come trattato da Analisi Difesa lo scorso mese, Varsavia ha avviato il processo di trasferimento dei MiG-29 annunciando ufficialmente che avrebbe fornito a Kiev almeno una parte della propria flotta di questi caccia. Il presidente polacco Andrzej Duda ha affermato che inizialmente 4 MiG-29 sarebbero stati consegnati a Kiev, mentre “il resto è in fase di preparazione e manutenzione”.

Secondo quanto riferito dunque la Polonia consegnerà 14 “Fulcrum” su una flotta totale attuale di circa 28. Perché venga presa in considerazione la metà della quantità disponibile è abbastanza comprensibile considerando che gli anni di alcune cellule sono probabilmente al limite delle ore di volo.

Il Governo slovacco ha invece approvato il trasferimento di 13 MiG-29 in Ucraina. Di questi “Fulcrum” le informazioni disponibili sono poche: secondo alcune fonti locali solo 10 aerei sono in condizioni di volo mentre 3 saranno “cannibalizzati” per recuperare i pezzi di ricambio.

Quel che è certo è che alla fine di marzo sono stati consegnati all’Ucraina 4 MiG-29 slovacchi. Com’è noto con l’ingresso della Slovacchia nella NATO nel 2004 sono stati compiuti notevoli sforzi per rendere i MiG-29 di Bratislava “compatibili con la NATO” poiché il paese non aveva piani immediati (né fondi) per sostituirli.

Il risultato è stato un programma di modernizzazione noto come MiG-29AS (monoposto) e MiG-29UBS (biposto), che è stato realizzato dalla russa RAC MiG con la partecipazione di Rockwell Collins e BAE Systems dal 2005 al 2008. Quando gli ultimi MiG-29 slovacchi sono stati ritirati dal servizio nell’agosto dello scorso anno, è stato riferito che la flotta era composta da circa 11 velivoli operativi; un misto di MiG-29AS monoposto modernizzato e MiG-29UBS biposto.

Il ritiro dei MiG con il loro successivo trasferimento in Ucraina lascia la Slovacchia senza velivoli da combattimento e con la difesa aerea affidata all’Aeronautica Ceca che impiega gli JAS 39C/D Gripen e a quella polacca.

Questo accordo si estenderà fino alla fine di quest’anno ma più probabilmente fino all’arrivo dei primi esemplari dei 14 F-16 Block 70 previsto per il 2024. Gli F-16 sono stati ordinati dagli Stati Uniti nel 2018 e saranno equipaggiati con il radar AESA (Electronicly Scan Array) APG-83, cabina di pilotaggio aggiornata e serbatoi di carburante CFT, segnando certamente un significativo progresso rispetto ai più vecchi MiG-29.

La storia dei MiG-29 polacchi è un po’ più intricata: Varsavia firmò un contratto per il MiG-29 con Mosca nel marzo 1989 e il primo aereo giunse in Polonia lo stesso anno costituendo uno squadrone composto da 12 Fulcrum: nove MiG-29A monoposto e tre MiG-29UB biposto.

All’inizio degli anni ’90 tuttavia, la forza aerea di Varsavia era ancora costituita massicciamente da MiG-21, obsoleti anche se in numerose varianti e per sostituirli, la Polonia vide l’opportunità di aumentare la propria flotta MiG-29 grazie alla divisione consensuale della Cecoslovacchia.

La Slovacchia infatti mantenne i MiG-29 in servizio ma la Repubblica Ceca si affrettò a separarsi dall’eredità sovietica e così altri 10 MiG-29 entrarono a far parte della forza aerea polacca. In cambio la Repubblica Ceca ricevette 11 nuovi elicotteri multiuso W-3 Sokol dalla società polacca PZL-Świdnik.

Con l’ingresso della Polonia nella NATO nel 1999 sorse l’esigenza di apportare modifiche ai propri MiG in modo che potessero operare con le forze dell’alleanza occidentale. In base a un accordo con la DASA tedesca 16 dei 22 MiG-29 polacchi ricevettero nuove apparecchiature di comunicazione, navigazione e identificazione, nonché apparecchiature aggiuntive tra cui un VOR/ILS ANV-241MMR, TACAN AN/ARN-153 e un ricevitore GPS Trimble 2101AP.

Altre innovazioni includevano un ricevitore di allarme radar Thompson-CSF di fabbricazione francese, un sistema di identificazione polacco e una nuova radio VHF. Alla fine del 2001, quando la Polonia divenne un membro più attivo della NATO, la Germania offrì la vendita dei suoi restanti MiG-29 al simbolico costo di un euro per esemplare.

Il modo in cui la Germania è diventata utente del MiG-29 è ovviamente un’altra storia ancora che merita anch’essa di essere raccontata. Nel 1988 la Germania era ancora divisa e la Luftstreitkräfte und Luftverteidigung der DDR è stata la prima nazione nel “blocco orientale” a ricevere i moderni MiG-29 nel 1988. Si ipotizzò allora che ne sarebbero stati acquistati dall’URSS fino a 70 esemplari ma gli eventi del 1989 cancellarono questi piani.

Pertanto le cifre si assestarono su un totale di 20 MiG-29A e quattro MiG-29UB consegnati tra marzo 1988 e maggio 1989 alla base aerea di Preschen vicino al confine polacco.

Quando la Germania fu riunificata nell’ottobre 1990, i MiG-29 confluirono nella Luftwaffe presso la quale molti degli aerei e degli elicotteri ex Germania Est  non rimasero in servizio a lungo e furono radiati. Fatta eccezione per il MiG-29 che fu introdotto nella prima linea della Luftwaffe.

Tra il 1991 e il 1995, 24 MiG-29A tedeschi hanno ricevuto vari ammodernamenti (nuovi IFF, una nuova radio VHF e apparecchiature TACAN e strumenti della cabina di pilotaggio in lingua inglese) anche con il supporto della russa RAC MiG. Gli aerei modificati erano conosciuti come MiG-29G e MiG-29GT (trainer biposto).

Oltre a ricoprire una posizione unica all’interno della Luftwaffe come unico velivolo ex-DDR rimasto in servizio attivo, i MiG-29 si guadagnarono presto nelle esercitazioni NATO la reputazione di formidabili avversari per le altre forze aeree occidentali. Molti “segreti” del MiG-29 sono stati rivelati ai piloti della NATO e di altri paesi durante questi addestramenti al combattimento richiesti da tante aeronautiche. Alcuni dettagli sono stati svelati durante un’intervista resa dal tenente gGenerale della Luftwaffe in pensione, Jurgen Höhe, ex pilota di F-4 Phantom e uno dei primi piloti tedesco-occidentali a padroneggiare il MiG-29.

Nel 1993, quando tutto ebbe inizio, Höhe comandava il 3° Luftstreitkräfte dell’Aeronautica della RDT.

Höhe fu trasferito al quartier generale del comando dell’Aeronautica, a Strausberg, dove gli venne affidato il lavoro di integrazione dei MiG-29: – «A quel tempo – racconta Höhe – il MiG-29 era considerato il miglior aereo sovietico e sono rimasto piacevolmente sorpreso di essere stato inviato per imparare a pilotarlo. La propaganda sovietica generalmente presentava il MiG-29 come il miglior caccia del mondo, ma dopo averlo conosciuto in dettaglio e studiato in battaglie aeree, anche se di addestramento, non abbiamo provato tanta gioia.

L’aereo era eccellente, si comportava bene in volo, la sua manovrabilità è qualcosa di perfetto, ma…per quanto questo aereo sia invincibile nel combattimento ravvicinato, è ben poco prestante nel combattimento a medie e lunghe distanze. Penso che oggi il MiG-29 sia del tutto inadatto al moderno combattimento aereo.

Abbiamo affrontato un compito molto difficile nello studiare questa macchina, ma non è stato un nostro capriccio bensì la decisione del governo federale che ha chiaramente stabilito il compito di valutare il più possibile le capacità delle armi del “nemico”. E così abbiamo studiato e padroneggiato il MiG-29 approfondendo tutte le sottigliezze del controllo e dell’uso di questa macchina.

Quasi la metà del mondo si è messa in fila per volare con noi nelle simulazioni di battaglie aeree contro i MiG-29. E qui sono iniziate le sorprese. Abbiamo vinto facilmente quasi tutte le battaglie aeree a distanza ravvicinata, peraltro contro aerei di modelli ovviamente più recenti. Anche i piloti americani dell’F-16 “le hanno prese” da noi, non parliamo poi dei francesi. Ottima manovrabilità, ottimo rapporto spinta-peso, ottima manovrabilità anche con elevati sovraccarichi. Il MiG-29 è il re del dogfight (combattimento aereo ravvicinato- NdR). A causa del suo breve raggio d’azione lo usavamo come caccia di difesa aerea per proteggere gli obiettivi più importanti ma il velivolo era adatto anche per altri compiti.

Per quanto riguarda il combattimento a media e lunga distanza, l’equipaggiamento di bordo del MiG-29 era significativamente inferiore alle capacità dello stesso F-4F Phantom.  Tutto finì nel 2002 quando consegnammo i nostri aerei alla Polonia.

C’è stato un momento in cui Berlino aveva persino valutato l’acquisto di altri MiG-29 dalla Russia ma l’ingresso in servizio dei Typhoon EF-2000 determinò il destino del caccia di fabbricazione sovietica. Fu a quel punto che la Germania offrì i rimanenti MiG-29 alla Polonia.

Sono emerse indiscrezioni che anche la Bulgaria potrebbe cedere i suoi Mig 29 all’Ucraina benché Sofia abbia reso noto che non può permettersi di cederli poiché indebolirebbe in modo significativo la difesa aerea nazionale affidata ad appena 12 MiG-29, di cui solo 6 operativi (anche a causa delle sanzioni dell’UE contro la Russia che non consentono a Sofia di ricevere assistenza tecnica).

Come riportato inoltre sul nostro canale Telegram il Ministero della Difesa bulgaro ha confermato negoziati sul trasferimento dei MiG-29 all’Ucraina ma solo previa sostituzione con aerei da combattimento più moderni offerti dai partner occidentali. In parole povere Sofia non avrebbe intenzione di trasferire gratuitamente i Mig 29 a Kiev e del resto nel 2019 il parlamento bulgaro aveva approvato l’acquisto di F-16V dagli Stati Uniti.

Secondo l’ex pilota russo Yuri Sytnik i MiG-29 trasferiti a Kiev possono colpire bersagli terrestri e aerei. «Il MiG-29 è sempre stato un buon caccia; può eseguire voli d’attacco, può sganciare bombe, è un intercettore ed è efficace contro elicotteri e aerei ma la macchina è piuttosto datata».

Secondo Sytnyk i MiG-29 vengono consegnati a Kiev solo per mantenere alto lo spirito delle forze Armate ucraine ma in realtà nell’attuale conflitto i missili terra-aria della difesa aerea russa ne hanno neutralizzato da tempo la minaccia. Sytnik ha concluso aggiungendo che la Russia supera l’Ucraina per quantità e qualità di aerei da combattimento e non saranno certamente i MiG-29 della NATO a cambiare le sorti della guerra nei cieli.

Foto: Aeronautica Polacca, Aeronautica Slovacca e Aeronautica Bulgara.

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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