L’Esercito Brasiliano valuta l’acquisto di munizioni circuitanti

 

Secondo la stampa locale l’Esercito brasiliano starebbe cercando informazioni sui sistemi aerei senza pilota (UAV) avanzati; nello specifico l’interesse si focalizzerebbe sulla possibilità di acquistare munizioni vaganti (loitering munitions o droni kamikaze).

Secondo il Rio Times l’Esercito Brasiliano avrebbe chiesto preventivi in una formale RFI (richiesta di informazioni) relativa a due tipologie di sistemi: uno con una portata fino a 10 chilometri e un altro con una portata fino a 40 chilometri per procedere all’acquisto di esemplari da sottoporre a valutazione e in seguìto passare a un eventuale contratto per lotti più consistenti.

Si tratta di un’esigenza non nuova per l’Esercito Brasiliano che già nel 2021 aveva mostrato interesse a valutare sistemi d’arma di questo tipo.

A tal proposito alcune fonti riportano che l’attenzione dei militari brasiliani sarebbe caduta anche sul drone kamikaze russo ZALA Lancet, che nell’attuale guerra in Ucraina avrebbe mostrato una notevole efficacia tanto d’aver impressionato gli osservatori occidentali, anche se il gruppo russo Kalashnikov, a cui appartiene ZALA Aero Group, ha smentito un potenziale contratto con il Brasile.

Del resto l’acquisto di armamenti russi esporrebbe il Brasile alle sanzioni statunitensi Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act (CAATSA), specie dopo che in gennaio gli Stati Uniti non avevano nascosto irritaziione per il rifiuto del Brasile di fornire munizioni per i cannoni dei carri armati da fornire all’Ucraina..

I droni ZALA Lancet, oggetto in passato di un approfondimento su Analisi Difesa, sono stati visti operare per la prima volta in combattimento in Siria tra il 2015 e il 2018; successivamente sono stati ulteriormente perfezionati e potenziati attraverso un nuovo sistema di guida optoelettronico, un sistema di controllo con un nuovo software e nuove ali cruciformi a X di dimensioni differenti.

Il Lancet è realizzato secondo lo schema aerodinamico del sistema di ali “a doppia X”; una tecnica che viene applicata per la prima volta al mondo su un drone di questa categoria. Il complesso comprende non solo un elemento d’impatto esplosivo, ma anche un modulo di ricognizione, navigazione e comunicazione in grado di determinare le coordinate da diverse fonti e oggetti.

Il Lancet pesa solo 12 chili in virtù del massimo utilizzo di plastica e compositi, vola verso il bersaglio indipendentemente dalla sua furtività a una velocità superiore a 100 km/h e può percorrere decine di chilometri e colpire con precisione chirurgica poiché l’operatore non perde il contatto video con il velivolo fino a quando il bersaglio non viene colpito.

Foto ZALA

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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