Pyongyang anticipa Seul: in orbita il primo satellite militare nordcoreano

 

Il 21 novembre la Corea del Nord ha lanciato con successo il suo primo un satellite militare per l’osservazione terrestre, “bruciando” sul tempo i rivali del Sud in procinto di lanciare anch’essi un satellite spia.

Ne ha dato notizia il vertice militare sudcoreano seguito poche ore dopo dalle autorità giapponesi cui ha fatto seguito la conferma di Pyongyang. Le autorità spaziali nordcoreane hanno fatto sapere in una nota che il nuovo vettore Chollima-1, lanciato dal sito di Tongchang-ri sulla costa occidentale, ha messo in orbita il satellite Malligyong-1.

L’agenzia ha aggiunto che il leader Kim Jong Un ha osservato il lancio precisando l’intenzione di mettere in orbita altri satelliti spia con lo scopo di rafforzare la prontezza bellica della Corea del Nord in risposta alle iniziative militari ostili dei suoi rivali.

Il Giappone ha condannato l’iniziativa nordcoreana “nei termini più forti possibili”. Il premier nipponico Fumio Kishida ha incaricato i funzionari governativi di raccogliere informazioni sul possibile lancio e di comunicarle al pubblico, sottolineando che qualsiasi uso di tecnologia dei missili balistici sarebbe stata una violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il ministero degli Esteri cinese ha esortato tutte le parti a rimanere la calma e la moderazione.

Il lancio è avvenuto lo stesso giorno in cui a portaerei Usa a propulsione nucleare USS Carl Vinson ha attraccato nella città sudcoreana di Pusan e circa una settimana prima che Seul effettui il previsto lancio affidato a un razzo della compagnia statunitense SpaceX che metterà in orbita il primo satellite spia militare della Cortea del Sud, denunciato dai media statali di Pyongyang.

“Niente può giustificare il pericoloso piano degli Stati Uniti e delle forze alleate di utilizzare l’intero spazio esterno come mezzo di aggressione per attuare la loro strategia di dominio del mondo”, si legge nel commento diffuso dall’agenzia KCNA che ha aggiunto che il satellite nordcoreano “inizierà formalmente la sua missione di ricognizione dal primo dicembre dopo aver terminato il processo di messa a punto di 7-10 giorni”.

In un discorso del 2021 Kim Jong-un sottolineò l’obiettivo prioritario di sviluppare satelliti militari ma il tentativo di porne uno in orbita era già fallito due volte, nel maggio e agosto di quest’anno. La stessa fonte ha riportato poche ore dopo che il satellite in orbita aveva già inviato le prime immagini della base aerea statunitense di Andersen e del porto di Apra, entrambi sull’isola di Guam.

Oggi il satellite nordcoreano ha fornito immagini della portaerei americana Carl Vinson nel porto di Pusan e delle basi militari alle Hawaii di Pearl Harbor (navale) e Hickam (aerea), ha riferito ancora KCNA.

Il 22 novembre anche i ministri degli Esteri del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Gran Bretagna e USA, tutte nazioni che impiegano da tempo satelliti militari) hanno condannato “con la massima fermezza” il lancio del satellite militare che costituisce “una chiara violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Il comunicato chiede inoltre una “risposta coesa e robusta da parte della comunità internazionale e dalle Nazioni Unite”, oltre a condannare il trasferimento di armi da Pyongyang alla Russia, nel quadro della guerra in Ucraina, in cambio di tecnologie militari.

In Occidente si sospetta infatti che Mosca possa aver aiutato tecnologicamente la Corea del Nord a porre in orbita il satellite dopo i due fallimenti precedenti nell’ambito di uno scambio che prevederebbe la consegna alle forze russe di munizioni d’artiglieria e che potrebbe essere stato definito dopo la lunga visita di Kim-Jong un in Russia nel settembre scorso.

Io 26 ottobre Corea del Sud, Stati Uniti e  Giappone hanno condannato fermamente la Corea del Nord per le forniture militari alla Russia, mai ammesse né da Mosca né da Pyongyang.

“Continueremo a lavorare insieme alla comunità internazionale per denunciare i tentativi della Russia di acquisire attrezzature militari, molte delle quali, possiamo confermarlo, sono state completate e aumenteranno in modo significativo i costi umani della guerra di aggressione della Russia”, si legge nella nota che fa riferimento ai diversi convogli ferroviari merci, rilevati dai satelliti, che negli ultimi mesi hanno attraversato in entrambe le direzioni il confine russo-coreano.

Un merse or sono i tre alleati assicurarono di monitorare anche qualsiasi fornitura militare russa a Pyongyang per consentirle di raggiungere i suoi obiettivi militari. “Siamo profondamente preoccupati per il potenziale di qualsiasi trasferimento di tecnologia nucleare o legata ai missili balistici alla Corea del Nord” affermarono ancora i ministri Blinken, Kamikawa e Park.

@GianandreaGaian

Foto KCNA

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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