Patriot “made in Japan” per rifornire l’Ucraina

 

Prodotti militari realizzati in Giappone su licenza degli Stati Uniti, fra cui i missili da difesa aerea Patriot, potranno essere esportati negli USA che a loro volta potrebbero fornirli all’Ucraina, sempre più a corto di armi per far fronte all’offensiva aerea russa.

Un’esigenza ulteriormente aggravata a quanto sembra dal riuscito attacco russo compiuto il 14 dicembre con missili ipersonici Kinzhal nei pressi di Zhitomir, in cui sarebbe stata distrutta un’intera batteria di Patriot mentre era in fase di trasferimento da Kiev; 5 lanciatori, un veicolo di comando, un veicolo radar assieme ad uno stock di 240 missili sarebbero stati distrutti, per un valore stimato 1,3 miliardi di dollari da fonti turche citate dal canale Telegram russo Slavyangrad.

La decisione di Tokyo risponde però a una precisa richiesta dell’Amministrazione Biden formulata nell’incontro dell’agosto scorso a Camp David al premier nipponico, Fumio Kishida e rientra nel rafforzamento militare complessivo del Giappone in atto da diversi anni. Tokyo ha approvato il bilancio della Difesa più alto di sempre per il 2024, in crescita per il 12° anno di fila, per un valore di 7.900 miliardi di yen, pari a 51 miliardi di euro anche se la conversione valutaria risente della svalutazione dello yen.

Il premier conservatore Kishida punta a raddoppiare le spese militari rispetto al PIL dall’1 al 2 per cento entro il 2027.

L’accordo per i Patriot è reso possibile grazie alla rimozione, decisa nel 2014 dal precedente premier Shinzo Abe, del divieto di fornire armamenti all’estero che aveva costituito fino ad allora uno dei pilastri della Costituzione “pacifista” nipponica. Il Giappone produrrà il sistema di difesa missilistica superficie-aria Patriot PAC-3 presso gli stabilimenti di Mitsubishi Heavy Industries su licenza Lockheed Martin e li potrà esportare su richiesta del paese da cui proviene la licenza di produzione, cioè gli USA.

Una dinamica che all’occorrenza, secondo il Washington Post, consentirà agli Stati Uniti di rivolgersi al Giappone per contribuire all’approvvigionamento di armamenti all’Ucraina o ad altre nazioni. I Patriot giapponesi potrebbero rifornire le scorte americane consentendo di fornire le analoghe armi prodotte negli Stati Uniti a Kiev.

Uno schema simile, su armamenti meno sofisticati, era già stato applicato con la Corea del Sud che sta producendo per l’US Army centinaia di migliaia di proiettili d’artiglieria da 155 mm rimpinguando le scorte americane da cui vengono prelevati i proiettili diretti all’Ucraina. Curiosamente le due Coree, tra le poche nazioni che dispongono di industrie della Difesa tarate per la produzione su vasta scala, stanno oggi sostenendo i due belligeranti in Ucraina con ingenti quantità di munizioni d’artiglieria da 105 e 155 mm (Corea del Sud) e da 122 e 152 mm (Corea del Nord).

Foto: Lockheed Martin

 

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