News da Mosca

 

Nuove consegne di Su-34 alla VKS

Lo scorso 6 ottobre la Sukhoi Company ha consegnato un altro lotto di bombardieri Su-34 alla Forza Aerospaziale russa nella rete dell’ordine della Difesa di Stato per il 2015.
Gli aerei hanno eseguito il volo di trasferimento direttamente dal campo d’aviazione dello stabilimento Novosibirsk Aircraft denominato V. P. Chkalov.
Secondo il servizio stampa della Sukhoi Company, “lo stabilimento V. P. Chkalov palesa ancora la massima efficienza produttiva e il terzo ordine di Stato attualmente in corso di realizzazione (92 Su-34 da consegnare entro il 2020 n. d. A.) garantirà un carico di lavoro stabile per gli anni a venire e ne assicurerà il suo sviluppo”.

Attualmente il velivolo è gestito con successo da varie unità di volo e le recenti sortite operative in Siria hanno mostrato una solida performance operativa: i Su-34 vantano tra l’altro la distruzione di un campo di addestramento nei pressi di Maadan-Jedid ed un posto di comando mimetizzato vicino Kasert-Faraj, a sud-ovest della città di Raqqa, e hanno mostrato di poter colpire obiettivi da quote superiori ai 5000 metri.

Ricordiamo che il Su-34 è un’evoluzione di cacciabombardiere ognitempo derivato dal Su-27, progettato per attacchi di precisione e per missioni di bombardamento a medio raggio; è armato con un cannone GSh-301 da 30 mm e può trasportare fino a 8000 Kg di armamento disposti sotto i 12 punti d’attacco di cui è dotato.  Oltre al classico armamento aria-aria per autodifesa (missili AA-10, AA-11 e AA-12), il Su-34 può imbarcare ovviamente missili aria-terra a guida laser o tv, bombe guidate, missili anti nave e anti radiazione, oltre al classico armamento non guidato quali razzi e bombe a caduta libera.

Il CEO di Russian Helicopter in Myanmar

Durante una visita alla Repubblica dell’Unione della Birmania (o Unione del Myanmar), il CEO di Russian Helicopters Alexander Mikheev ha incontrato il Vice Presidente del paese asiatico U Nyan Tun.

Nell’incontro, ha reso noto il servizio stampa della società russa, sono avvenute discussioni circa la consegna di nuovi elicotteri Ansat e Mil Mi-26 e a tal proposito giova ricordare che il vertice si è tenuto sulla base di una Commissione intergovernativa russo-birmana sulla cooperazione tecnico-militare.

“Il clima tropicale e l’intensa attività sismica del paese -ha commentato Mikheev – costituiscono da anni prove efficaci di resilienza dei nostri elicotteri che nel Myanmar hanno sempre offerto un mezzo efficace per la distribuzione di farmaci e di viveri, nella lotta agli incendi e nelle operazioni di ricerca e soccorso”.

Durante la stagione delle piogge infatti, il Myanmar affronta spesso devastanti cicloni, inondazioni e frane, ma al contempo anche la siccità genera numerosi incendi nelle aree verdi del paese e numerosi e intensi sono anche i terremoti, considerato che si tratta di uno dei paesi col maggior rischio sismico al mondo.
Alexander Mikheev ha inoltre incontrato il comandante in capo della Myanmar Air Force, Generale U Khin Aung Myint, per discutere di questioni relative al supporto post-vendita di elicotteri già consegnati in passato alla forza aerea del paese birmano (si tratta nel dettaglio di dodici Mil Mi-17 utility e nove Mil Mi-35 d’attacco).
Certamente eventuali futuri ordini di elicotteri russi da parte del paese potranno comunque consolidarsi dopo l’esito delle elezioni generali previste per l’8 novembre 2015.

Riprende a volare l’M-55 «Geophizika»

Abbiamo parlato lo scorso anno della possibilità di rilancio dell’ aereo da ricognizione ad alta quota Myasishchev M-55 «Geophizika»; a tal proposito una fonte vicina al settore aeronautico rivela che l’omonimo Design Bureau sta ultimando l’aggiornamento di un M-55 e che tale operazione dovrebbe essere completata in questo mese di novembre, mentre i test di volo saranno avviati già a partire dal prossimo mese di dicembre.

Ricercando i motivi di quest’operazione viene a galla che lo scorso febbraio è stato siglato un accordo tra l’ufficio di progettazione russa Myasishchev e l’Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research di Potsdam in Germania.

L’M-55 «Geophizika» tornerà a volare ai fini scientifici e sarà gestito nell’ambito di un nuovo progetto di ricerca europeo denominato StratoClim a cui parteciperanno scienziati provenienti da 26 istituti di ricerca nazionali; questi ultimi utilizzeranno successivamente i dati raccolti dal velivolo nella stratosfera al fine di prevedere i cambiamenti climatici della Terra per i decenni a venire.
Secondo la suddetta fonte, sono numerosi i componenti sottoposti ad aggiornamento: dal sistema di navigazione al sistema di comunicazione, inclusi tutti quei sottosistemi ad esso connessi (quali altimetri, telemetri digitali, VOR, sistemi di atterraggio ILS, reti via cavo, etc.).

Grazie alle sue prestazioni (ricordiamo che è in grado di volare ad un’altitudine di 21,5 chilometri e trasportare fino a 2 tonnellate di attrezzature scientifiche), l’M-55 ha partecipato negli scorsi anni a numerosissimi voli scientifici europei e internazionali, inclusi enti di ricerca italiani come Ialiantartide, E.N.E.A, P.N.R.A, C.N.A. e A.S.I.
L’inizio delle operazioni del «Geophizika» nel quadro del progetto StratoClim è prevista secondo la fonte già a partire dal gennaio 2016. Per inciso, la sagoma del velivolo russo appare nel logo ufficiale della suddetta missione scientifica europea.

Aggiornamento per gli Il-76/78 indiani

Pur possedendo una serie di 10 nuovi aerei da trasporto strategici Boeing C-17A Globemaster III, il governo indiano ha dichiarato di voler mantenere aggiornati in futuro i suoi vecchi Ilyushin Il-76. Nuova Delhi ha appena stanziato infatti i primi fondi per un aggiornamento della flotta da trasporto di fabbricazione russa, fondi che includono inoltre le versione tanker Il-78, versione derivata per l’appunto dall’Il-76.

L’aggiornamento in questione, che comprende la fornitura di nuovi motori per tutti i 24 aerei oltre agli aggiornamenti necessari relativi all’avionica, dovrebbe mantenere così operativa la flotta di Il-76 e Il-78 per almeno altri 15 anni, ovvero fino al 2030 e oltre. Attualmente la Indian Air Force possiede 17 Ilyushin Il-76MD “Gajraj” e 7 aerocisterne Ilyuhin IL-78MKI; queste ultime sono gestite dal 78° Squadron dell’Air Force Station di Agra, mentre la flotta di trasporto degli Il-76 è gestita dal 25° Squadron a Chandigarh e dal 44° Squadron a Nagpur.

Ka-52K per l’Egitto?

In seguito alla vendita delle due unità navali Mistral di fabbricazione francese all’Egitto (navi che ricordiamo essere state in origine ordinate dalla Russia ma che per via delle sanzioni UE in risposta alla crisi in Crimea non sono mai state consegnate al destinatario a fronte della restituzione da parte di Parigi dell’importo speso, pari a 950 milioni di euro), la Kamov si dice pronta a vendere a Il Cairo i Ka-52K navalizzati creati ad hoc proprio per le due Mistral.
Questa è l’opinione resa all’IHS Jane da una fonte vicina al settore tecnico-militare russo.

“Oltre ai 50 elicotteri d’attacco Ka-52 Alligator acquistati, – ha proseguito la fonte – l’Egitto intenderebbe fare propri i Ka-52K progettati proprio per le unità navali Mistral”.
Benché secondo la suddetta fonte sia allo studio il numero di Ka-52K da ordinare, è molto probabile che il contratto possa essere firmato entro il primo trimestre del 2016; considerato poi che la Marina russa aveva formalmente richiesto 16 Ka-52K per ogni unità, è ritenuto credibile che l’Egitto possa seguire la stessa filosofia e richiedere pertanto un totale di 32 unità.

RAC MiG contesta l’accordo tra Bulgaria e Polonia
Il Ministro della Difesa bulgaro Nikolay Nenchev e il suo omologo polacco Tomasz Siemoniak hanno firmato un accordo relativo alla revisione dei motori RD-33 dei MiG-29 bulgari.

La firma dell’intesa, che dovrà essere approvata in questi giorni dal Parlamento bulgaro, secondo il Ministro Nenchev ha visto l’esclusione del gruppo RAC MiG per diversi motivi: in primis ci sarebbe un risparmio di 600.000 euro per unità (considerato il costo totale dell’operazione pari a 6.700.000 dollari); inoltre, sempre sulla base delle dichiarazioni fornite da Nenchev, ci sarebbe un tempo totale di realizzazione dell’intero aggiornamento del parco motori più breve rispetto alla controparte russa, nonché la copertura delle spese di trasporto degli stessi da parte dell’operatore polacco WZL (Wojskowe Zaklady Lotnicze).

La Bulgarian Air force, che possiede attualmente 15 MiG-29 (e di questi, 3 sono la versione biposto UB da addestramento), starebbe affrontando questa spesa a fronte della richiesta della NATO per la protezione dello spazio nazionale.

D’altro canto la risposta russa da parte del CEO di RAC MiG Sergey Korotkov non è tardata ad arrivare: “I termini e le condizioni offerte da RAC MiG erano decisamente più redditizie per la Bulgaria – ha dichiarato l’amministratore del gruppo russo – mi spiego meglio: i costi richiesti dalla Polonia e dalla Russia sono quasi gli stessi, ma la vita utile dei motori garantita da noi era doppia rispetto a quella offerta dalla WZL. Ci dispiace che tale decisione si basi solo sulla situazione politica e, molto probabilmente, sia guidata da una «pressione esterna»”.

Secondo Korotkov è un peccato rovinare rapporti storicamente amichevoli e di lunga data tra i due paesi, tuttavia è molto probabile che RAC MiG si riserverà il diritto di contestare la legittimità dell’accordo. “In considerazione delle indiscusse violazioni sui diritti esclusivi di sviluppo e produzione del MiG-29 – come ha spiegato Korotkov, infatti – “nessuna documentazione tecnica o licenza per la riparazione dei motori RD-33 è mai stata consegnata alla Polonia; anzi, la posizione dei nostri partner polacchi è poco chiara, considerando che tempo fa avevamo una partnership storica.

Nonostante le misure adottate dal nostro gruppo nel corso degli ultimi mesi al fine di concordare con il governo bulgaro sulla riparazione dei loro MiG-29, alcuni funzionari hanno continuato a ignorare i tentativi russi di raggiungere l’unico accordo, legittimo, reciprocamente vantaggioso ma soprattutto che salvaguardasse la sicurezza dei piloti consentendo il funzionamento ottimale dei caccia.”
La firma dell’accordo secondo il CEO di RAC MiG equivale alla cessazione immediata di ogni servizio di aggiornamento o manutenzione futura sui Fulcrum bulgari.

Lotto di missili aria-aria per i MiG-29 polacchi

La Polonia ha emesso un bando per l’acquisto di un nuovo lotto di 40 missili aria-aria per R-27R1 a guida radar al fine di equipaggiare la sua flotta di MiG-29. Le risposte di offerta andranno presentate entro il 16 novembre.

Denominato dalla NATO come AA-10 “Alamo”, il Vympel R-27 è un missile aria-aria a medio/lungo raggio disponibile nelle versioni IR e Radar semi-attivo.

Secondo il bando, il missile in questione dovrebbe provenire da unasocietà avente sede nell’Unione europea, o in un paese con il quale sia la UE che la Polonia hanno accordi economici.
In tal senso le società ucraine sono state invitate pertanto a partecipare alla gara. Continua a essere esclusa dal fronte polacco qualsiasi possibilità di gara per la Russia. Le consegne dovranno essere ultimate entro la fine di novembre del 2016 e, secondo il bando, ogni arma deve avere una durata di almeno otto anni qualora conservata nel suo contenitore sigillato e non meno di cinque anni una volta rimosso dal suo magazzino.

L’ispettorato degli armamenti del Ministero della difesa polacco ha ribadito che la selezione avverrà sulla base di due criteri: il costo (che avrà un peso decisionale elevato sull’intero contratto) e il periodo di garanzia offerto.

Ricordiamo che nel biennio 2006-2007 la Polonia acquistò un lotto di 50 missili R-27 provenienti da scorte tedesche (che nel 2003 vendette 22 MiG-29 provenienti dalla DDR alla cifra simbolica di 1 euro a velivolo).
I MiG-29 polacchi oggigiorno coinvolti nella Baltic Air Policing volano armati di missili aria-aria a corto raggio R-60KM (AA-8 Aphid) e R-73E (AA-11 Archer), entrambi dotati di sensori di ricerca IR.

Foto: Rostec, Xinhua, Kavoc, Engineerring Russia, Sofia Globe, Defense Update, Czechairspotters e Usaf

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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