Karzai "tradito" dagli USA, più caduti tra le forze afghane

Sono almeno 13.700 i membri delle forze di sicurezza afgane che sono rimasti uccisi nel corso dell’ultimo decennio nel conflitto con i talebani (insieme a 3.426 militari alleati dei quali 2.315 statunitensi) . A dirlo sono le cifre dei risarcimenti ai familiari della vittime pubblicati oggi dall’amministrazione afgana. Nello stesso periodo 16.500 soldati, poliziotti e agenti segreti sono stati feriti. “Queste cifre rappresentano il numero delle famiglie” delle vittime che hanno ricevuto un risarcimento, ha spiegato alla France Presse Sayed Jawad Jawed, direttore dell’Agenzia afgana per gli affari amministrativi: “Non si tratta di un bilancio completo. Non disponiamo di un numero definitivo”. Il ministero degli Interni afgano fornisce solo di rado dati e informazioni sulle vittime. Sul fronte delle vittime civili, secondo l’ultimo rapporto pubblicato a febbraio dalla missione Onu nel Paese, il numero è aumentato del 14% nel 2013 (2.959 morti e 5.656 feriti). In totale nell’ultimo decennio 12.336 famiglie hanno ricevuto un risarcimento per la perdita di un familiare civile. Ma il numero complessivo è probabilmente oltre il doppio, pari ad almeno 14.000 civili negli ultimi cinque anni.

Dopo 12 anni di guerra, il presidente afghano Hamid Karzai si sente tradito dagli Stati Uniti. Sente che molti afghani “sono morti in una guerra che non era la loro”. Era, afferma, una guerra “per la sicurezza degli Usa e per gli interessi occidentali”: A poche settimane dalla fine del suo mandato, Karzai punta ancora una volta il dito accusatore contro l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Obama, e ribadisce di non aver alcuna intenzione di firmare l’accordo bilaterale di sicurezza con Washington. “E’ meglio che (gli americani) lo firmino con il mio successore”, che emergera’ dalle elezioni presidenziali del 5 aprile, spiega in un’intervista al Washington Post, la prima ad un giornale americano da oltre due anni. Una eventualita’, quella di trattare con il suo successore, gia’ esplicitamente delineata dal presidente Obama, quando e’ divenuto ormai chiaro che Karzai non intende dare il suo benestare all’accordo raggiunto lo scorso ottobre e che dovrebbe definire la presenza delle forze Usa in Afghanistan per il dopo 2014, quando terminera’ il mandato Nato. Un accordo che e’ stato peraltro approvato anche dall’assemblea di oltre 2.500 anziani e leader tribali, la Loya Jirga. Ma gli Stati Uniti hanno trascurato di concentrarsi sui veri obiettivi, sui ‘santuari’ dei talebani in Pakistan, afferma Karzai, secondo il quale al-Qaeda “è più un mito che una realtà”, e gran parte dei prigionieri degli Stati Uniti erano innocenti. Tanto che, quando c’è stato il passaggio della responsabilità della prigione della base di Bargam dagli Usa al governo afghano, Karzai ha disposto la liberazione di decine detenuti, nonostante le proteste americane. Karzai, che è arrivato ad affermare gli americani potrebbero aver svolto un ruolo in attacchi terroristici in Afghanistan per indebolire il suo governo, ritiene che alzare il tono delle critiche sia il solo modo per essere ascoltato. “Non ho altre armi, non ho altri mezzi che parlare al pubblico per ottenere l’attenzione. In altre parole sono costretto a urlare”. Il vero dolore per il presidente sono però le migliaia di vittime dei bombardamenti americani, soprattutto tra i civili. Nell’intervista ne ha parlato con le lacrime agli occhi, scrive il Wp esortando i giornalisti del Wp di esprimere agli americani “i miei auguri e la mia gratitudine. E al governo americano la mia collera, la mia grande collera”.
Con fonti Ansa e TMNews

Foto: kahaama.com e Isaf

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