News da Mosca

Russia e Iran testano il Ka-226T con le alte temperature

La società Russian Helicopters (facente capo alla Rostech State Corporation) e la Iran Helicopters Support and Renewal Company (IHSRC) hanno testato l’elicottero leggero utility Kamov Ka-226T per l’utilizzo in condizioni di temperature estremamente elevate.

Le prove condotte sul sito dell’azienda iraniana sono state concordate nell’ambito di un memorandum firmato dalle parti lo scorso maggio 2017 in occasione del salone internazionale HeliRussia-2017.

Mentre scriviamo, un esemplare di Ka-226T è giunto in Iran e ha iniziato i suoi primi voli di prova.

L’obiettivo di questi test congiunti, recita il comunicato stampa della società russa è quello di dimostrare l’impiego del Ka-226T a temperature ambiente fino a + 50° C.

Quando la notizia verrà pubblicata inoltre, presumibilmente ai primi di settembre, le due società terranno una conferenza in loco per discutere dei risultati delle prove con i potenziali clienti della macchina, delle sue specifiche tecniche e dei suoi vantaggi costi-benefici.

“I test del Ka-226T nelle condizioni climatiche estreme dell’Iran – ha dichiarato Andrey Boginsky CEO di Russian Helicopters – renderanno ancor più interessante l’elicottero ai potenziali operatori [militari, parastatali e civili] non solo in Iran ma anche in tutto il Medio Oriente. In realtà – ha proseguito poi Boginsky – il Ka-226 è sempre stato oggetto di interesse nella zona e quindi è nostra speranza che la collaborazione con i nostri partner di IHSRC possa permettere di tramutare questo interesse in diversi contratti e accordi”.

Il Ka-226T è un elicottero utility leggero bimotore dotato del classico sistema coassiale Kamov a doppio rotore. Con un peso massimo al decollo di 3,6 t è in grado di trasportate fino ad 1 t di carico utile.

Questo elicottero possiede una particolare caratteristica distintiva che è il suo design modulare e la possibilità di installare uno tra i diversi moduli disponibili a seconda dei compiti richiesti (dalla cabina di trasporto che può ospitare fino a sei persone fino alla cabina per trasporto carichi o persino quella specifica per missioni MedEvac).

Le prestazioni del Ka-226T, la sua speciale modularità, le sue caratteristiche eco-compatibili, l’efficienza economica, nonché l’avionica avanzata e le sue soluzioni di sicurezza supplementari rendono questo elicottero uno dei migliori modelli della sua classe.

 

Due Mil Mi-171Sh per il Burkina Faso

Rosoboronexport fornirà alla Difesa del Burkina Faso due elicotteri Mil Mi-171Sh. A diffondere la notizia è stato Sergej Kornev, capo del Dipartimento per le attrezzature speciali di velivoli della società russa presente all’International Miltary-Technical Forum «ARMY-2017», salone che si è svolto alla fine di agosto presso il Patriot Expocenter di Mosca.

Secondo Kornev i due paesi starebbero attentamente valutando inoltre la cooperazione in materia di difesa oltre che l’acquisto di ulteriori armamenti per la dotazione delle forze di terra.

L’Aeronautica del Burkina Faso include già nella sua piccolissima flotta ad ala rotante tre Mil Mi-17 e due Mi-24P a cui si aggiungeranno questi due nuovi Mi-171Sh che Mosca prevede di consegnare entro la fine del 2018.

Il Mi-171Sh (noto come Mi-8AMTSh sul mercato interno russo) ricordiamo è un derivato da esportazione del Mi-171; è alimentato da due motori turboalbero Klimov VK-2500 o TV3-117VM ed è utilizzato per il trasporto aereo armato delle forze d’assalto (la sua cabina permette di ospitare fino ad un massimo di 37 paracadutisti completamente equipaggiati); il Mi-171Sh può essere configurato inoltre per eseguire fuoco di supporto alle truppe, trasporto merci, scorta delle colonne militari, operazioni MedEvac e operazioni di soccorso in tutte le condizioni climatiche.

 

Completata la nazionalizzazione del turbofan AI-225-25

La società russa Saljut produttrice di motori a reazione ha compleato con successo il test della versione totalmente made in Russia del turbofan Ivchenko Progress AI-225-25 in dotazione agli aerei d’addestramento avanzati Yakovlev Yak-130.

AI-222-25_Vitaly V. Kuzmin

I componenti ucraini che fino a poco tempo fa costituivano la metà dell’intero propulsore sono stati totalmente sostituiti da parti russe.

Come noto si tratta di un processo di nazionalizzazione di numerose componenti aeronautiche e militari iniziato dopo la sospensione delle relazioni militari e diplomatiche tra Mosca e Kiev all’indomani della crisi in Crimea.

Il primo esemplare di questo turbofan totalmente russo realizzato dalla Saljut avrebbe dimostrato una maggiore affidabilità e una più lunga durata nel corso delle prove di terra effettuate.

Vita utile e tempo medio prima della revisione sarebbero praticamente più che raddoppiati: rispettivamente da 1.200 a 3.000 ore il primo valore e da 600 ore a 1.500 il secondo.

L’AI-222-25 che spinge lo Yak-130 è un turbofan dotato di FADEC che produce 24,5 kN di spinta; è dotato di un compressore assiale a bassa pressione (LP) a due stadi, di un compressore ad alta pressione (HP) a otto stadi, di una camera di combustione monofase anulare, di una turbina raffreddata HP e LP a uno stadio ciascuno e ha un peso a secco di 440 Kg.

 

L’Aeronautica Militare russa festeggia 105 anni

Il 12 agosto del 1912 è considerata la data ufficiale in cui il Servizio Aereo dell’Impero russo su ordine dello Stato Maggiore si separa dall’Esercito per diventare una Forza Armata a se stante.

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In realtà le attività aeree nella Russia zarista iniziano già dai primissimi anni del ‘900 attraverso l’uso di palloni aerostatici in ausilio all’Esercito Imperiale, senza tralasciare inoltre i primi scienziati pionieri russi come Nikolai Kibalchich e Alexander Mozhaysky nel 1880 o il più famoso Konstantin Tsiolkovsky dieci anni dopo, considerato il padre assoluto della cosmonautica russa la cui statua primeggia tra tutte quelle dei più grandi nomi dell’era spaziale nel viale dei Cosmonauti a Mosca, assieme a Korolev e Gagarin per intenderci.

Nel 1904 Nikolai Zhukovsky fondò il primo Istituto Aerodinamico del mondo a Kuchino vicino a Mosca, a lui è stata intitolata una città sede della base aerea su cui si svolge ogni due anni il MAKS e l’Istituto centrale di aeroidrodinamica (TsAGI); sempre nello stesso anno inoltre alcuni palloni aerostatici presero parte alla guerra russo-giapponese.

Nel 1910 l’Esercito zarista invia diversi ufficiali in Francia per la formazione dei primi piloti poiché nello stesso anno furono acquistati un certo numero di biplani Farman, Blériot XI e SPAD SA e nella primavera dello stesso anno venne fondata la prima scuola dell’aviazione a Gatchina, seguita all’apertura di una seconda scuola nel seguente autunno a Sebastopoli.

All’inizio della Grande Guerra, la Russia aveva 39 distaccamenti armati di 263 aerei destinati all’uso militare.

Nel 1916 fu fondato il direttorato della flotta aerea militare (in russo Uvoflot) e su decisione dello Zar Nicola II la festa della neo costituita aeronautica fu celebrata il 20 luglio in nome del Profeta Elia, l’unico tra tutti i santi ad essere asceso al cielo su un carro di fuoco.

Dopo la rivoluzione russa del 1917 la Flotta Imperiale russa cede il posto all’ascesa dei Soviet, diventando provvisoriamente la Forza Aerea dell’Armata Rossa dei Lavoratori e dei Contadini, mentre nel 1924 il Commissario del popolo per gli affari militari e navali Mikhail Frunze la definì Aeronautica Militare e istituì il 14 luglio la festa annuale della Forza Aerea sovietica; così per quasi dieci anni tale rimane la data di ricorrenza di questa Forza Armata.

Nei primi anni 30 tuttavia l’intervento di Stalin ripone l’importanza sull’industria aeronautica militare e civile più che sulla specifica Forza Aerea dichiarando – “prima non avevamo un’industria aeronautica, adesso si.” – e così la Festa dell’Aria di Tushino (evento durato da allora per tutta l’intera esistenza dell’URSS) si festeggerà il 18 agosto.

Solo alla fine della cortina di ferro e su decreto del presidente della Federazione russa Boris El’cin la giornata della Forza Aerea russa ritorna ad essere festeggiata definitivamente, come alle origini, alla data del 12 agosto.

Lo scorso 12 agosto per l’appunto, in occasione del 105° anniversario dell’Aeronautica Militare russa (oggi nota come Forza Aerospaziale russa o VKS) presso il Parco dei Patrioti sito a ovest di Mosca si è tenuto un grande show denso di esibizioni in volo e mostre a tema.

La manifestazione ad ingresso gratuito ha visto l’esibizione di oltre 150 velivoli tra moderni e storici durata oltre due ore e accompagnata da una ricostruzione teatrale a terra dei diversi episodi della storia dell’aviazione russa, dalle sue origini fino ai giorni nostri, oltre ai numerosi simulatori di volo a disposizione dei visitatori accorsi alla manifestazione.

Tra i velivoli moderni il Sukhoi T-50, il MiG-35, il Su-35 e l’addestratore intermedio ad ala inversa SR-10; numerosi anche gli aerei storici tra cui due caccia della prima generazione: il MiG-15 e lo Yak-30, un biplano Farman risalente agli anni dieci del XX Secolo e poi ancora l’L-29 Delfin, il Douglas Dc-3, l’An-2, il Mil Mi-2, lo Yak-18 e lo Yak-52, il MiG-3 e un Il-2 Šturmovik.

Numerosissima l’esibizione in volo dell’intera flotta ad ala fissa e rotante dell’Aviazione russa attualmente in servizio: Mi-8, Yak-130, An-26, Tu-134, Il-76, Beriev A-50, An-124, Tu-22M3, Il-78, Tu-160, An-22, An-148, Tu-95MS, Mi-24, Il-22PP, Mi-35, Ka-52, Ansat, Mi-28, Ka-226, Su-25, Mi-26, MiG-29SMT, MiG-25, Su-27, MiG-31, MiG-31, Su-30SM, Su-34 e a concludere la rassegna le esibizioni delle pattuglie acrobatiche dei Russian Falcons, Strizhi e Russian Knight con il conclusivo tricolore russo emesso da sei Su-25.

Foto:  Russian Helicopters e Ministero Difesa Russo

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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