Fincantieri in corsa nel programma per le nuove fregate dell’US Navy

La US Navy richiede una piattaforma con capacità di una vera e propria fregata a fronte dei futuri scenari d’impiego, con un ulteriore revisione dei requisiti verso un’unità più capace. Il gruppo cantieristico italiano guidato da Giuseppe Bono propone una FREMM customizzata ed annuncia i principali partner ingegneristici. Lockheed Martin concorre con il progetto LCS con capacità potenziate e piattaforma più grande, basata su quella dell’attuale classe Freedom, costruita da Fincantieri Marine Group.

Nel corso dell’annuale conferenza della ‘Surface Naval Association’ (SNA), ovverosia l’evento in cui l’US Navy presenta lo stato dell’arte ed i futuri sviluppi della componente di superficie della propria Flotta, con esposizione a cui partecipa l’industria nazionale e straniera coinvolta nel settore, il programma per la realizzazione delle nuove fregate multiruolo denominato FFG(X), ha costituito uno dei principali temi d’interesse non soltanto per l’industria ma anche per la stessa Forza Armata e gli addetti ai lavori.

Il programma FFG(X) (Guided Missile Frigate) destinato alla progettazione, costruzione ed allestimento di 20 nuove fregate multiruolo, la cui entrata in servizio è prevista a partire dalla seconda metà del prossimo decennio, rappresenta un punto di svolta nelle modalità con cui l’US Navy sviluppa e gestisce i programmi d’acquisizione di nuovi sistemi d’arma.

Secondo i rappresentanti della US Navy intervenuti nel corso della SNA 2018, il nuovo approccio è incentrato nella valutazione dei compromessi fra costi, capacità e prestazioni il più presto possibile nell’ambito della fase di concezione, studio e progettazione, al fine di velocizzare le successive fasi che portano alla realizzazione delle nuove piattaforme o sistemi d’arma.

In generale, si tratta di esplorare e valutare un’ampia gamma d’opzioni nelle prime fasi di concepimento e sviluppo del programma, parlando con l’industria spesso e fin dall’inizio, al fine di fissare i requisiti per poter muovere velocemente nella fase di design e costruzione. Un importante impulso alla riduzione dei tempi e dei costi, che soltanto con i futuri programmi come quelli di sostituzione delle piattaforme della classe Arleigh Burke o Future Surface Combatant (FSC) e degli attuali battelli classe Virginia (programma SSN(X)), vedrà l’introduzione definitiva di nuove modalità attualmente in via d’affinamento.

La LCS Milwaukee LCS 5 ripresa durante il varo 'laterale' presso Marinette Marine_@Lockheed Martin

In parallelo ad introdurre nuovi processi e modalità di selezione, per ridurre non soltanto i tempi e costi ma anche sopperire alle problematiche legate all’industria cantieristica nazionale, il programma FFG(X) si rivolge non soltanto all’industria nazionale ma anche a quella estera, attirando l’interesse dell’industria cantieristica e della difesa nel settore navale del Vecchio Continente. Per meglio comprendere lo sviluppo del programma FFG(X) occorre fare un passo indietro ed analizzare il percorso che ha portato agli attuali requisiti.

Nell’ambito della continua valutazione dell’appropriato mix di unità da combattimento di prima linea, che per quanto riguarda la componente delle piattaforme di minori dimensioni e capacità (Small Surface Combatant, SSC) è oggi costituito dalle unità tipo LCS (Littoral Combat Ship) delle classi “Freedom” ed “Independence”, a fronte dell’evoluzione delle minacce e degli scenari operativi in ambito navale, nel 2014 la US Navy ha portato a termine una valutazione che indicava quale migliore soluzione, il potenziamento delle capacità delle piattaforme tipo LCS con un costo stimato fra 75 e 100 milioni di dollari per ciascuna unità.

Il programma FF(X) conosciuto anche come “Fast Frigate”, avrebbe introdotto potenziate capacità di sopravvivenza e letalità grazie a miglioramenti come la capacità d’ingaggio di superficie oltre l’orizzonte (over-the horizon, OTH) con missili antinave e incremento di capacità in diversi settori come quello della guerra elettronica (EW). Le nuove unità avrebbero mantenuto una capacità multiruolo con i pacchetti ed i sistemi in acquisizione per le unità tipo LCS, che sarebbero stati installati in modo permanente anziché imbarcati a seconda delle necessità.

La difesa aerea non era considerata prioritaria. Il requisito era per 20 unità che si sarebbero aggiunte alle piattaforme LCS e ne avrebbero costituito il successore, andando a rimpiazzare le unità ancora da ordinare (FY 2019-2020 in poi) del medesimo programma LCS. In questo modo sarebbe stata completata la componente delle ‘Smaller Surface Combatant’ (SSC), che comprende 52 unità secondo gli attuali piani.

 

Lo sviluppo del programma FFG(X)

A seguito di una continua valutazione delle minacce e scenari operativi d’impiego, il programma FF(X) è cresciuto in poco tempo in termini di requisiti verso una piattaforma molto più capace rispetto a quella inizialmente prevista, revisione che ha dato origine ai requisiti per l’attuale programma FFG(X). Un cambio di visione rispetto a quello che ha portato all’inizio degli anni 2000 in un diverso contesto storico e geostrategico, alla realizzazione delle unità tipo LCS e più recentemente all’intenzione di potenziare le capacità di queste ultime piattaforme.

Una visione ben nota alle Marine europee che possono permettersi soltanto flotte con un numero ridotto di unità navali, la cui spina dorsale è rappresentata dalle fregate multiruolo. Fra queste la Marina Militare italiana ha sempre richiesto unità caratterizzate da elevate capacità di sopravvivenza ed armamento potenziato, con una lungimiranza di visione che si è dimostrata sempre all’altezza dei tempi e degli scenari d’impiego.

LCS 3 Fort Worth_@Lockheed Martin

L’analisi dell’evoluzione delle presenti e future minacce in ambito navale a livello mondiale, che negli ultimi anni ha visto il potenziamento delle capacità delle principali marine avversarie e il presentarsi di sempre più complesse minacce asimmetriche.

Secondo quanto dichiarato ed indicato nella presentazione del responsabile del programma FFG(X) per l’US Naval Sea System Command (NAVSEA), la dott.ssa Regan Campbell nel corso della conferenza annuale della Surface National Association che si è tenuta la scorsa settimana vicino Washington, la US Navy vuole una fregata multiruolo capace di operare in contesti operativi di alto mare ed ambito costiero (littoral warfare) ed assolvere missioni antinave (Anti-Surface Warfare), antisom (Anti-Submarine Warfare), di controllo delle spettro elettromagnetico o Electromagnetic Maneuver Warfare (EMW) e di difesa aerea (Air Warfare).

Secondo i documenti delle richieste d’informazioni (RFI) e di proposizione dei requisiti e quotazione (RFP) emessi dal Naval Sea System Command (NAVSEA), le nuove unità dovranno portare a termine missioni di controllo e di sicurezza marittima, ampliando le capacità difensive, offensive e di raccolta delle informazioni a favore della Flotta e di contrasto delle medesime missioni portate a termine da parte avversaria. Le FFG(X) dovranno operare insieme agli attuali incrociatori classe “Ticonderoga” e “Zumwalt” e caccia lanciamissili classe “Arleigh Burke”, affiancando queste unità nel portare a termine le loro missioni ed al tempo stesso operando le nuove fregate indipendentemente da altre navi in contesti operativi complessi.

Le nuove fregate multiruolo dovranno ridurre il peso operativi sulle unità più grandi in missioni non prettamente militari e dovranno operare con sistemi a pilotaggio remoto (unmanned systems) contribuendo con questi ultimi e gli altri sensori di bordo, alla raccolta delle informazioni ed al network informativo e delle comunicazioni della Flotta.

A quanto dichiarato dal responsabile del programma nel corso della SNA 2018, le nuove fregate dovranno avere, rispetto alle FF, potenziate capacità di difesa aerea in termini di autodifesa e di protezione delle unità vicine e sottoposte a scorta, come nel caso di gruppi di manovra anfibi o unità da supporto della Flotta, potenziate capacità di sopravvivenza al fine di ridurne la vulnerabilità sia in termini di piattaforma che di sistemi imbarcati, ed incrementate capacità in termini di controllo delle spettro elettromagnetico o EMW.

Quello che si è delineato in termini di requisiti negli ultimi mesi, è la necessità di una fregata multiruolo vera e propria con avanzate capacità antiaerea e di lotta di superficie ed antisom, unitamente a potenziate capacità di sopravvivenza in contesti operativi caratterizzati da elevata minaccia.

La prora della LCS 3 in fase di costruzione presso Marinette Marine_@Lockheed Martin

In termini di piattaforma, quest’ultima dovrà essere basata su di un progetto di unità già in produzione e testato in toto quale piattaforma navale a mare, al fine di ridurre da una parte i costi associati allo sviluppo di un nuovo design e dall’altra, ottimizzando il medesimo in base ai requisiti fin dall’inizio del programma. In aggiunta alle capacità di difesa aerea, antinave ed antisom, che meglio vedremo in termini di sistemistica imbarcata, le richieste della US Navy evidenziano la più alta capacità di sopravvivenza (e quindi capacità di subire danni e continuare a portare a termine le missioni principali con indicazione di livello ‘Grade A’) per la propulsione, i sistemi critici e gli elementi del sistema di combattimento al fine di mantenere la piena capacità di manovra e difesa aerea in caso di danni, un sistema propulsivo non divulgato nei dettagli – ma che dovrebbe comprendere un complesso ibrido elettrico (HED, Hybrid Electric Drive) – in grado di raggiungere e sostenere una velocità massima di 28 nodi ed un’autonomia di 3.000 miglia nautiche a 16 nodi con un sistema di produzione della potenza elettrica concepito fin dall’inizio con riserva specificata per il futuro imbarco di armamento ad energia diretta (armi laser) e sistemi di difesa e d’attacco elettromagnetici attivi.

Sempre in termini di piattaforma, si richiede l’imbarco di un elicottero Sikorsky MH-60R Seahawk e di un velivolo a pilotaggio remoto a decollo ed atterraggio verticale Northrop Grumman MQ-8C Fire Scout o futuro di dimensioni similari con relativi sistemi di comando e controllo. La nuova piattaforma dovrà essere in grado di alloggiare fino a 200 persone compresi il distaccamento elicotteristico e di controllo del traffico mercantile ed assicurare un’autonomia di missione pari a 30 giorni.

A questi s’aggiunge la specificazione del livello di disponibilità operativa del complesso piattaforma e sistemi e di disponibilità dei sistemi stessi nonché una vita operativa complessiva pari ad un minimo di 25 anni.

 

Le dotazioni

In termini di sistema di combattimento, secondo quanto dichiarato dalla responsabile del programma, la nuova FFG(X) dovrà utilizzare sistemi elettronici, radar, C4I, armamento e lanciatori già in uso ed in acquisizione da parte della US Navy, così come la medesima esprime una preferenza per sistemi di piattaforma (scafo, meccanici ed elettrici) comuni con quelli già adottati o di futura acquisizione.

La US Navy ha specificato i sistemi che fornirà direttamente o GFI (Government Furnished Equipment) per le nuove unità, di cui ulteriori dettagli sono stati forniti dal responsabile del programma nel corso dell’SNA la scorsa settimana. In particolare il sistema di combattimento sarà incentrato sul sistema di gestione e comando e controllo o CMS (Command Management System) COMBATTS-21 della Lockheed Martin, che ha ricevuto nel settembre 2016 un contratto per lo sviluppo di un’apposita versione più capace rispetto a quella installata sulle unità tipo LCS ed in grado di portare a termine le missioni sopra indicate.

Si tratta di un sistema basato su architettura cosiddetta aperta, piattaforma hardware e software derivata da quella del sistema AEGIS nelle più recenti versioni e già installato sui caccia ed incrociatori della Marina americano, assicurando interoperabilità, comunanza di sviluppi e d’integrazione di sistemi, a vantaggio della riduzione dei costi. A questo si aggiunge la suite C4I con i relativi sistemi per le comunicazioni radio e satellitare in banda HF/UHF/EHF ed il sistema CANES (Consolidated Afloat Networks and Enterprise System).

Entrando nel vivo della sistemistica per i sistemi di difesa aerea, lotta di superficie e subacquea, le nuove unità verranno equipaggiate con il sistema radar di nuova generazione Raytheon Enterprise Air Surveillance Radar (EASR) con tre antenne piatte a scansione elettronica attiva. Si tratta della versione di media capacità della nuova famiglia di radar per la US Navy che nella sua versione più capace denominata AMDR (Air and Missile Defense Radar) AN/ASPY-6, rimpiazzerà l’attuale sistema radar del complesso AEGIS a partire dai caccia classe “Arleigh Burke” Flight III.

USS Milwaukee LCS 5 dopo il varo_@Lockheed Martin

In particolare secondo quanto dichiarato da Raytheon, la versione EASR della famiglia avrà capacità e sensibilità paragonabili a quelle dell’attuale radar SPY-1D del complesso AEGIS montato su caccia ed incrociatori della US Navy.

La versione a tre facce fisse andrà inoltre a rimpiazzare il radar di sorveglianza AN/ASPY-4 con capacità di autodifesa aerea, controllo dello spazio e gestione del traffico aereo a vantaggio delle nuove portaerei della classe “Ford”.  Insieme al sistema EASR, la US Navy vuole sulle nuove unità sistemi IFF (Identification Friend/Foe) UPX‐29 e di condivisione delle tracce in tempo reale CEC (Cooperative Engagement Capability), a cui si aggiunge il nuovo radar per la scoperta di superficie (NGSSR, Next Generation Surface Search Radar (NGSSR), il sistema di controllo degli UAV (MCS MD-4A), nonché di sorveglianza integrata elettro-ottica/infrarossa a 360 gradi ed il sistema standard di controllo del fuoco Mk 160 per l’armamento cannoniero. Di particolare interesse il sistema CEC che consente la piena interoperabilità con i caccia e gli incrociatori nonché le altre principali piattaforme della US Navy, in particolare in termini di scambio informazioni e cogestione delle minacce aeree.

Per quanto riguarda invece la suite per il controllo delle spettro elettromagnetico o Electromagnetic Maneuver Warfare (EMW), in aggiunta al sistema per l’intelligence TCS (Tactical Cryptological System), versione modulare e scalabile della suite SSEE (Ships Signal Exploitation Equipment) Increment F, l’US Navy ha indicato il complesso SLQ-32(V)6 (SEWIP Block 2) con riserva di potenza per l’impiego di sistemi d’attacco attivi (EA, Electronic Attack), nonché l’installazione di lanciatori per decoy autopropulsivi Nulka per l’inganno principale dei missili antinave.

Infine, le nuove fregate dovranno essere equipaggiate con una suite ASW di nuova generazione che sfrutta gli sviluppi del modulo ASW per le unità tipo LCS ed in particolare comprende il sistema di gestione e controllo della lotta subacquea AN/SQQ‐89F, nonché il pacchetto di sensori che comprende quello a profondità variabile Variable Depth Sonar (VDS)
di nuovo sviluppo Raytheon AN/SQS‐62, la cortina trainata TB‐37 MFTA (Multi‐Function Towed Array) ed il sistema per la difesa contro i siluri AN/SLQ‐61 LWT (Light Weight Tow).

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Come evidenziato per la prima volta dal responsabile del programma nel corso della SNA 2018, in termini d’armamento le nuove FFG(X) saranno equipaggiate con lanciatori verticali Lockheed Martin Mk 41 in grado lanciare la completa panoplia di sistemi d’arma missilistica, da quelli superficie-aria come le famiglie Raytheon ESSM (Evolved Sea Sparrow Missile) e Standard SM-2/3/6 a quelli d’attacco in profondità dei missili cruise Raytheon Tomahawk.

La responsabile del programma ha dichiarato che si richiedono almeno 16 VLS con possibilità di montarne fino a 32, evidenziando un potenziamento delle capacità rispetto alla richiesta d’informazioni (RFI) di quest’estate molto vaga al riguardo. A questi s’aggiungono almeno 8 suddivisi in due lanciatori quadrupli (con opzione fino a 16 missili) missili antinave con capacità d’impiego oltre l’orizzonte (OTH), di cui la US Navy sta effettuando la selezione del fornitore con un apposito programma destinato a potenziare le capacità delle unità tipo LCS, nonché la capacità d’imbarco di missili superficie-superficie Longbow Hellfire.

La difesa aerea ravvicinata e contro minacce asimmetriche sarà assicurata dal sistema Raytheon SeaRAM Mk 15 Mod 31, mentre per quanto riguarda l’armamento cannoniero per il contrasto di superficie, la US Navy ha specificato il pezzo BAE Systems MK 110 da 57 mm con munizionamento ALaMO (Advanced Low-Cost Munitions Ordnance) ottimizzato per il contrasto di minacce asimmetriche. Non è stato indicato un armamento di calibro inferiore, ma quest’ultimo è normalmente assicurato da una coppia di cannoncini Mk 38 Mod 3 da 25 mm, mentre è prevista in futuro l’installazione di armi ad energia diretta o laser, per cui la US Navy ha recentemente emesso un requisito attraverso il programma HELIOS (High Energy Laser with Integrated Optical-dazzler and Surveillance).

A tal riguardo non sono state date indicazioni se in aggiunta alla riserva di potenza elettrica, vi è la predisposizione di sistemi di immagazzinamento di energia per l’impiego di armi di questo tipo. Alla capacità d’imbarco dell’elicottero MH-60R Seahawk e dell’UAV MQ-8C Fire Scout s’aggiungono due battelli veloci a chiglia rigida (RHIB) da 7 mm per le operazioni di controllo del traffico mercantile ed operazioni di sicurezza.

 

Le tappe del programma

Per quanto riguarda le tappe e tempistiche del programma, all’emissione dell’RFI (Request for Information) a luglio è seguita a novembre quella dell’RFP (Request for Proposal) con chiusura a dicembre, che non corrisponde al lancio di una gara vera e propria, ma che chiede alle industrie interessate di proporre una versione ad hoc di un design di piattaforma già esistente e la stima dei costi, nonché tempi per la costruzione della capoclasse a partire dal 2020 ed altre 19 unità.

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Secondo quanto dichiarato dalla responsabile del programma, a fronte della risposta all’RFP, il NAVSEA lancerà entro il prossimo marzo una fase di sviluppo precontrattuale del design (CD, Conceptual Design) della nuova piattaforma, che prevede l’assegnazione di un massimo di sei contratti ad altrettanti team industriali. Questi ultimi dovranno sviluppare il proprio progetto sulla base dei requisiti specifici della US Navy e con l’impiego dei sistemi GFE della suite di combattimento sopra indicata.

Ciò al fine di maturare il proprio disegno e ridurre i rischi di sviluppo in un arco di tempo di circa 16 mesi, consentendo alla US Navy di fornire la propria valutazione sulla competitività del design ove si rendesse necessario un ulteriore affinamento ed aprendo la strada ad un’ulteriore fase che verrà lanciata nel quarto trimestre dell’anno fiscale 2019 per una competizione con ulteriore affinamento e valutazione finale per la scelta del team vincitore e l’assegnazione del contratto per il design di dettaglio e la costruzione (DD&C, Detailed Design & Construction) dell’unità capoclasse nell’ultima parte dell’anno fiscale 2020. Qualora non fosse ammessa alla fase di Conceptual Design (CD) nel prossimo marzo, l’industria esclusa potrà comunque partecipare alla successiva fase che porterà all’assegnazione del contratto per il design di dettaglio e la costruzione (DD&C) dell’unità capoclasse, grazie alle informazioni che la stessa US Navy metterà a disposizione sulle specifiche definitive e sistemi GFI raccolte nella fase di design concettuale o CD.

La fase costruttiva dovrebbe essere lanciata a metà dell’anno fiscale 2022 affinché l’entrata in servizio possa avvenire con l’inizio della seconda parte del prossimo decennio. Il contratto per la seconda nave seguirà l’anno fiscale successivo, mentre le rimanenti verranno ordinate a coppie ogni anno per i successivi anni fiscali.

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Per quanto riguarda il costo stimato delle nuove unità, la responsabile del programma ha sottolineato che la US Navy prevede un costo medio per la fornitura delle unità dalla seconda alla ventesima (non viene conteggiata la capoclasse perché avrà ovviamente un costo maggiore) pari a 950 milioni dollari compreso la suite GFI del sistema di combattimento. Nella precedente RFI, il costo basico di costruzione era indicato in 495 milioni di dollari, esclusi quelli legati alla capoclasse compresi i costi non ricorrenti, al sistema di combattimento con sistemi GFI ed eventuali modifiche di programma.

Circa i team industriali che sono stati finora ammessi, la US Navy non ha fornito informazioni ma è stato divulgato o riportato che in aggiunta a Fincantieri Marine Group partecipano Huntington Ingalls Industries che si prevede presenti una versione evoluta dell’US Coast Guard National Security Cutter (nella foto sopra) General Dynamics Bath Iron Works insieme al gruppo spagnolo Navantia con una piattaforma derivata dal design F100 (nella foto allpinizio di questo paragrafo), il gruppo BAE Systems con il progetto Type 26 e quello tedesco TKMS che presenterebbe una versione della famiglia MEKO. Austal USA e Lockheed Martin presentano una versione ad hoc delle LCS classe “Freedom” ed “Independence”.

 

Fincantieri Marine Group propone una versione customizzata della FREMM

 Nel corso della SNA 2018, Fincantieri Marine Group (FMG), la controllata americana del gruppo italiano guidato da Giuseppe Bono, che era presente con un proprio stand, ha confermato di aver risposto alla Request for Proposal (RfP) lo scorso metà dicembre, svelando ulteriori dettagli sulla propria partecipazione quale capocommessa alla gara per il programma FFG(X).

In occasione della conferenza, confermando che il gruppo italiano propone una versione customizzata del progetto FREMM, di cui le sei unità in servizio con la Marina Militare italiana hanno totalizzato 30.000 ore moto e 200.000 miglia nautiche in varie operazioni, Fincantieri Marine Group (FMG) ha ufficializzato il coinvolgimento di studi di design ed ingegneristici navali americani, che contribuiranno alla progettazione e customizzazione del design di piattaforma, sistema propulsivo e principali sistemi di bordo, secondo gli standard ed i requisiti dell’US Navy.

La FREMM Virginio Fasan ha di recente completato l'attività antipirateria_@Marina Militare

Si tratta dello studio di design navale più importante negli Stati Uniti e rappresentato da Gibbs & Cox, che vanta una lunga storia di collaborazione con la Marina americana, fra cui il progetto delle unità tipo Littoral Combat Ship (LCS) classe “Freedom”, realizzate dai cantieri Marinette Marine di FMG per la stessa US Navy, nell’ambito dell’accordo di partnership industriale che vede quale capocommessa il gruppo Lockheed Martin.

Quest’ultima ha recentemente scelto lo stesso studio per la progettazione della versione della LCS classe “Freedom” destinata all’Arabia Saudita. L’altro partner progettuale scelto da FMG è rappresentato dal gruppo Trident Marine Systems, che vanta una lunga esperienza nel settore delle soluzioni ingegneristiche non soltanto per il settore militare ma anche civile. Con filiali negli Stati Uniti, Europa e Canada, Trident Marine Systems contribuirà quale integratore del sistema propulsivo e di produzione di potenza elettrica e sarà responsabile della relativa progettazione ed integrazione di sistemi e componenti.

“Un team di partner a livello mondiale per customizzare secondo gli standard americani e fornire una piattaforma avanzata, flessibile e molto efficiente per le necessità attuali e future dell’US Navy”, ha commentato Francesco Valente, presidente ed amministratore delegato di FMG, evidenziando che i cantieri del gruppo negli Stati Uniti sono specializzati nella realizzazione di unità da combattimento di piccole-medie dimensioni (small surface combatant), con un forte e ben collaudato tessuto di fornitori in tutti gli Stati Uniti.  Fincantieri intende realizzare le nuove FFG(X) negli USA presso questi ultimi ed in particolare presso i cantieri Marinette Marine (Marinette, Wisconsin), dove vengono costruite le unità tipo LCS della classe “Freedom”.

La FREMM Alpino presso la Stazione Marittima di Genova_@Marina Militare

Gli investimenti nell’ordine dei 100 milioni di dollari effettuati dal gruppo nell’ultimo decennio presso questi cantieri, unitamente alla preparazione ed al raddoppio della forza lavoro con accordi in essere presso università e scuole di specializzazione, ha permesso a Fincantieri di soddisfare i requisiti in termini di produzione e qualità per la US Navy, assicurando una produzione di oltre due unità tipo LCS all’anno, che è arrivata a tre in alcuni momenti, ed un polmone produttivo per altre attività.

In aggiunta a Marinette Marine, FMG dispone anche degli stabilimenti cantieristici di (Fincantieri) Bay Shipbuilding e (Fincantieri) Ace Marine, rispettivamente specializzati nella costruzione e manutenzione di gradi unità come i rompighiaccio, nel cui settore ha una lunga esperienza con capacità che vengono messe a sistema per i futuri programmi della US Navy, e nella realizzazione d’imbarcazioni in alluminio, come nel caso del programma Response Boat Medium per la US Coast Guard.

Fincantieri Marine Group ed i suoi insediamenti industriali non avrebbero difficoltà a realizzare le nuove fregate basate sul progetto FREMM grazie anche agli sviluppi ingegneristici legati ai programmi ed alle gare in cui è coinvolto il gruppo a livello mondiale, con particolare riferimento a quella in Australia. “Grazie alla flessibilità ed alle capacità operative dimostrate dal progetto delle unità tipo FREMM, nelle attuali iterazioni questo ultimo è già in grado di soddisfare o eccedere i requisiti della US Navy”, ha rimarcato Valente, evidenziando la necessità di procedere alla customizzazione del progetto secondo gli standard ed i requisiti in termini di sistemistica e capacità richieste dalla Marina americana.

Nessun dettaglio è stato divulgato al riguardo, ma è noto che il progetto delle FREMM eccelle nella silenziosità richiesta dalle operazioni antisom, dispone di elevate capacità di sopravvivenza e prestazioni in aggiunta ad un sistema propulsivo ibrido in configurazione CODLAG ed una flessibilità progettuale che ha già dimostrato di poter accogliere sistemi di combattimento di diversa provenienza.

In particolare, in aggiunta a quello per la Marina Militare, gli estesi studi e progetti d’integrazione come nel caso della gara in Australia ma non solo, hanno dimostrato come la piattaforma FREMM con apposite modifiche alle sovrastrutture ed al potenziamento del sistema di produzione di energia elettrica e condizionamento, è in grado di accogliere sistemi radar e di comando e controllo di nuova generazione come nel caso della gara (SEA 5000) in Australia, dove si richiede l’integrazione del sistema radar multibanda con antenne a scansione elettronica attiva CEAFAR 2 in fase di sviluppo da parte della società australiana CEA Technologies unitamente al sistema di comando e controllo americano Lockheed Martin AEGIS con interfaccia Saab Australia.

FREMM Carlo Margottini

Analizzando gli iniziali requisiti cardine avanzati dalla US Navy per il programma FFG(X), ed in particolare la propulsione e le relative prestazioni richieste con una velocità massima sostenuta indicata in 28 nodi, il progetto FREMM richiede un complesso propulsivo più potente per la parte dei motori diesel per la produzione di energia elettrica in grado di soddisfare le attuali e future richieste, che secondo quanto risulta ad Analisi Difesa, Fincantieri ha già studiato e sviluppato.

Per quanto riguarda l’armamento infine, il progetto FREMM è stato concepito per installare fino a 32 lanciatori verticali per sistemi d’arma missilistici superficie-aria e superficie-superficie con capacità ‘land strike’, non avendo problemi ad accogliere sia il cannone da 57 mm ed il sistema SeaRAM a fronte dell’installazione del pezzo prodiero da 127/64 mm con relativo sistema di caricamento e deposito munizioni completamente automatizzati e del complesso Super Rapido da 76/62 mm sopra l’hangar nella versione General Purpose della classe “Bergamini”.

L’attuale coinvolgimento di FMG e Marinette Marine nel programma LCS con la realizzazione delle unità della classe “Freedom” e l’accordo in essere per queste ultime unità con Lockheed Martin, vede il gruppo Fincantieri quale costruttore e fornitore della futura piattaforma LCS che Lockheed Martin propone separatamente quale capocommessa per lo stesso programma FFG(X). Sebbene non quale capocommessa, l’accordo in essere con Lockheed Martin, consente al gruppo italiano guidato da Bono, un’altra possibilità di successo nell’ambito della nuova gara e la continuazione assicurata della produzione presso i propri cantieri negli USA.

A tal riguardo, l’amministratore delegato e presidente di FMG ha dichiarato che occorre l’ordinativo di 4-5 unità tipo LCS affinchè non si crei un gap nella produzione presso i cantieri Marinette Marine fra unità LCS e FFG. Ad oggi, FMG ha consegnato 5 LCS ed altre 7 sono in diverse fasi di costruzione, allestimento e consegna. Il gap costruttivo potrebbe quindi essere colmato sia dagli ordinativi della US Navy nell’ambito del programma LCS per l’attuale e prossimo anno fiscale sia con il programma costruttivo per l’Arabia Saudita. Secondo quanto divulgato in occasione della SNA 2018, la US Navy e l’Arabia Saudita hanno firmato nel maggio 2017 una lettera di offerta ed accettazione per quattro MMSC (Multi-Mission Surface Combatant), con assegnazione di contratto iniziale a Lockheed Martin lo scorso fine novembre, il cui disegno funzionale assegnato allo studio Gibbs & Cox dalla stessa Lockheed Martin, si basa sul progetto delle unità LCS classe “Freedom”, realizzate da FMG attraverso i cantieri Marinette Marine.

Foto: Marina Militare, Fincantieri, Bae System e Huntington Ingalls Industries

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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