Il Mar Caspio è diventato un lago

Con l’accordo dello scorso 11 Agosto firmato ad Aktau (Kazakistan) da tutti i cinque i paesi rivieraschi del Caspio, questo “mare” è divenuto un “lago” e per di più di proprietà privata. Dobbiamo considerare che questo importante bacino idrografico di circa 371.000 kmq di superficie con una profondità media di 184 metri (ma con profondità massima di oltre mille) contiene preziose risorse petrolifere ed ittiche, che ora sono esclusivamente “proprietà” ben suddivisa della Federazione Russa (che ha una costa sul Caspio di 1930 km), del Kazakistan (con 2320 km), del Turkmenistan (1200 km), dell’Azerbaigian (800 km) e dell’Iran (1000 km).

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Pur avendo rimandato ad un prossimo incontro la prevista divisione dei fondali, interessati soprattutto allo sfruttamento delle risorse petrolifere e gassose, l’accordo già prevede un limite per le acque territoriali di 15 miglia ed un limite per la pesca di 25 miglia.

Ancor oggi, come ai tempi dello Zar Pietro il Grande, le due più importanti forze navali presenti sono quelle russe e quelle iraniane. Mosca ha mantenuto in piena attività ed efficienza la sua Kaspiyskaya Flotiliya, con basi ad Astrakhan, Makhachkal e Kaspiysk.

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Alla flottiglia, che ha antiche tradizioni legate alle guerre del passato, in cui ha meritato anche l’”ordine della bandiera rossa”, è assegnata una Brigata di fanteria di Marina su due battaglioni, ma soprattutto è composta da modernissime unità di superficie tra cui due fregate della classe “Gepard” e sei corvette della classe “Buyan”, tra cui tre missilistiche recentemente utilizzate per colpire con i loro missili da crociera “Kaliber” bersagli in Siria. Unità ausiliarie, dragamine e navi da sbarco completano lo schieramento russo.

Anche la Marina Iraniana (e la sua consorella Marina dei Pasdaran) possiede un’efficace flottiglia nel Caspio con numerosi porti a disposizione, recentemente modernizzati.

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La composizione della forza di Teheran si basa su una decina di unità leggere da pattugliamento, ma comprende anche una unità maggiore del tipo “Mowj” e, pare, alcuni sommergibili di piccole dimensioni ma particolarmente adatti alle esigenze di quel teatro operativo.

Gli altri tre paesi interessati al Caspio hanno piccole forze navali di derivazione sovietica, ma recentemente aggiornate anche con l’aiuto occidentale. In fatti la Marina dell’Azerbaijan, conta su circa 14.000 uomini e gestisce oltre trenta unità tra piccole fregate e pattugliatori di varia taglia, appoggiate da alcune unità ausiliare e da sbarco e da sette dragamine. Questa Marina è dotata anche di una componente aerea composta da velivoli ed elicotteri occidentali.

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I buoni i rapporti con la Turchia e i Navy Seal americani hanno permesso la creazione di un reparto incursori molto efficienti. Il Kazakistan opera dalla sua base di Aktau con una flottiglia di 14 unità minori tra motocannoniere, dragamine e navi pattuglia gestite da una forza di 3.000 persone.

Le navi sono di fornitura russa, turca ed israeliana, ma anche prodotte in casa. Infine il Turkmenistan con una Marina di circa 2.000 uomini ha in servizio sedici pattugliatori quasi tutti di provenienza ucraina, basati nel porto di Turkmenbashi.

Dopo l’accordo il Presidente Putin ha definito il nuovo trattato “molto equilibrato” a garanzia dello sfruttamento del Caspio per “scopi esclusivamente pacifici”.

Aggiungiamo noi: questo nuovo “lago” ci pare molto ben presidiato da adeguate forze navali moderne e funzionali.

Fotro Pravda, teheran Times e  Forze Armate Turkmene

 

Pier Paolo RamoinoVedi tutti gli articoli

L'ammiraglio Ramoino è Vice Presidente del Centro Universitario di Studi Strategici e Internazionali dell'Università di Firenze, Docente di Studi Strategici presso l'Accademia Navale di Livorno e cultore della materia presso la Cattedra di Storia delle Relazioni Internazionali dell'Università Cattolica del S. Cuore a Milano. Dal 1982 a tutto il 1996 ha ricoperto le cattedre di Strategia e di Storia Militare dell'Istituto di Guerra Marittima di Livorno, di cui è stato per dieci anni anche Direttore dei Corsi di Stato Maggiore. Nella sua carriera in Marina ha comandato diverse unità incluso il caccia Ardito e l'Istituto di Guerra Marittima.

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