Respingimenti e “porti chiusi” ora piacciono anche alla Spagna

L’agenzia europea Frontex attribuisce una medaglia importate al governo italiano sottolineando come “nel 2018 la rotta del Mediterraneo centrale” verso l’Italia “ha visto il numero più basso di migranti arrivati dal 2012. Il numero di partenze dalla Libia è diminuito dell’87% rispetto al 2017, e quelle dall’ Algeria sono calate di circa la metà. Le partenze dalla Tunisia sono rimaste più o meno immutate. Su questa rotta, in totale, sono arrivati circa 23.300 migranti. Gli ingressi per l’intera Ue, per il 2018, sono stati 150.114” ha reso noto l’agenzia europea delle frontiere.

Numeri già resi noti con maggiori dettagli dal Viminale che in questi primi due mesi dell’anno ha evidenziato lo sbarco di poco più di 260 migranti contro i quasi 5.500 dello stesso periodo del 2018.

Funziona quindi il sistema dei “porti chiusi” varato da Matteo Salvini così come dà i suoi frutti il blocco alle navi delle Ong e il rafforzamento delle capacità della Guardia Costiera libica.

ANSA Pattugliatori italiani donati alla GC libica

L’Italia sta infatti rafforzando ulteriormente l’intesa con la Libia per migliorare le capacità di Tripoli di contrastare l’immigrazione clandestina, di effettuare i soccorsi dei migranti in mare e di controllare le frontiere. Le misure sono state concordate in una riunione che si è svolta nei giorni scorsi a Tripoli tra i vertici della Marina e della Guardia Costiera libica da un lato e i rappresentanti del Viminale, della Guardia di Finanza, della Guardia Costiera e della Marina militare italiana dall’altro.

Il programma prevede la consegna di altre 4 motovedette oltre alle 10 già consegnate, la realizzazione di un Centro di controllo marittimo e di un cantiere nautico dove effettuare la manutenzione delle imbarcazioni, l’attivazione di sistemi di comunicazione e controllo lungo la fascia costiera.

Per gli interventi ci sono a disposizione 45 milioni di euro: 10 arrivano dall’Ue e 35 dai paesi del cosiddetto gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) che supportano gli sforzi italiani mirati a evitare gli sbarchi di immigrati clandestini sul suolo europeo. I progetti prevedono, come in passato, anche la formazione in ogni settore del personale delle amministrazioni libiche.

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L’ultimo intervento della Guardia Costiera libica risale al 21 febbraio con il salvataggio di 113 migranti, tra cui 88 uomini, 19 donne e 6 bambini a bordo di un gommone 40 miglia a nord-est di Khoms.

“I migranti recuperati sono di differenti nazionalità africane”, ha reso noto il portavoce della Guardia Costiera citando Mali, Sudan, Sierra Leone, Camerun, Sudafrica, Guinea e Somalia.

“Durante l’operazione di soccorso la motovedetta “Qamins”, è “andata in panne” e per portare i migranti a Khoms è dovuto intervenire un rimorchiatore.  I migranti sono approdati a Khoms “verso le quattro” di stamattina e hanno ricevuto “aiuti medici e umanitari” prima di essere trasferiti a “un centro di accoglienza a Tripoli”.

Equipaggiare e appoggiare le forze navali libiche è stato un successo riconosciuto all’Italia da tutti, inclusi i francesi che hanno deciso di donare quest’anno alla Guardia Costiera libica 6 gommoni a scafo semi-rigido di tipo Rafale (nellafoto sotto). Prodotti dal gruppo Sillinger specializzato in equipaggiamenti per le forze speciali, i gommoni militari di 12 metri verranno prima consegnati in tre lotti alla Marina francese a Tolone, tra maggio e novembre e poi consegnati alla Libia.

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La decisione della Francia di fornire sei imbarcazioni alla Marina militare libica, seguendo dunque l’esempio italiano, è considerata “un passo supplementare nella cooperazione europea con la Libia per rafforzare il controllo delle frontiere, a costo di condizioni di detenzione abiette peri migranti” secondo Micheal Neuman, di Medici senza frontiere.

Curioso che invece di operare con maggiore intensità in Libia per migliorare le condizioni di accoglienza dei migranti respinti dai libici e in attesa di rimpatrio nei centri di detenzioni, MSF con altre Ong e le agenzie dell’ONU deplorino gli sforzi italiani per impedire gli sbarchi e puntino invece a riaprire i flussi di migranti illegali.

Resta il fatto che ogni critica all’attuale situazione manifestata dalle lobby dei soccorsi e dell’accoglienza costituisce la migliore prova che la ricetta italiana applicata prima dal ministro Marco Minniti poi, con maggiore decisione e intensità, da Matteo Salvini, mette in difficoltà tutti coloro che a vario titolo si sono finora arricchito con i traffici di esseri umani.

IFRONTEX

Dopo averla tanto contestata, il governo socialista di Madrid sembra ora voler imitare (a ridosso delle elezioni politiche spagnole) quella che potremmo definire la “italian way” nei confronti dell’immigrazione italiana.

Dopo aver bloccato nelle scorse settimane le imbarcazioni delle Ong nei porti adducendo insufficienze negli equipaggiamenti di soccorso ora un accordo tra il governo spagnolo e quello marocchino permetterà alla Guardia costiera spagnola di riportare ‘ direttamente in Marocco una parte dei migranti soccorsi nello Stretto di Gibilterra.

Fino ad ora i naufraghi nello Stretto o nel Mare di Alboran venivano trasferiti in un porto spagnolo, anche quando il luogo di salvataggio era più vicino ai porti marocchini. L’accordo rientra nella strategia dell’esecutivo di Madrid, già in campagna elettorale, di controllare maggiormente i flussi migratori e limitare l’emorragia di consenso.

Se fino a ieri respingimenti e “porti chiusi” erano “inumani” oggi piacciono anche ai socialisti di Pedro Sanchez se sono utili a restare al governo. Più o meno la stessa politica adottata dal PD dopo aver preso una batosta elettorale alle amministrative parziali del giugno 2017.

In seguito a quella sconfitta Minniti ebbe mano libera nel frenare i flussi ed aiutare i libici a bloccare gommoni e barconi anche se l’iniziativa non salvò il PD (principale responsabile politico dei governi Letta, Renzi e Gentiloni che hanno fatto sbarcare in Italia quasi 700 mila clandestini in 5 anni) dal rovinoso crollo di consensi alle politiche del marzo 2018.

@GianandreaGaian

da Nuova Bussola Quotidiana

Foto: Marina Militare, Frontex, Guardia Costiera libica e Sillinger

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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