Il cacciamine Numana cerca il relitto del peschereccio Nuova Iside

(aggiornato il 23 giugno)

Il cacciamine Numana, del Comando delle Forze di Contromisure Mine (MARICODRAG), e il Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Raggruppamento Subacquei ed Incursori (COMSUBIN) della Marina Militare, iniziano oggi le attività di ricerca del relitto del motopesca Nuova Iside, affondato nella notte tra il 12 e 13 maggio 2020 nelle acque a nord est di capo San Vito (TP).

La Marina era già intervenuta per restringere l’area di ricerca nei giorni scorsi con la fregata Carabiniere. Grazie al Panoramic Echo Sounder imbarcato, sonar ad alta frequenza con capacità di discriminazione di oggetti di medie dimensioni sino a 2000 metri di profondità, la nave ha individuato alcuni contatti subacquei da investigare ulteriormente.

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Nave Numana è un cacciamine costiero (Mine Hunter Coastal – MHC). L’Unità ha un equipaggio di 44 militari ed è in grado di svolgere attività di localizzazione, identificazione, neutralizzazione di mine navali, residuati bellici, ordigni e, grazie alla sua versatilità per scopi Dual Use, reperti archeologici e oggetti di interesse depositati sul fondale. Per effettuare queste operazioni l’Unità è dotata di un sonar ad alta scoperta THALES 2093 e veicoli subacquei filoguidati tra cui il Multipluto, capace di acquisire immagini fino ad una profondità di oltre 1500 metri.

Il team ROV (Remotely Operated Vehicle) del GOS è imbarcato su Nave Numana con il Perseo, uno dei veicoli filoguidati ad alta tecnologia in dotazione, che può immergersi fino a 1.500 metri di profondità, sia per acquisire immagini ad alta definizione attraverso le loro video camere subacquee, sia per recuperare oggetti presenti sul fondo mediante i rispettivi bracci manipolatori.

 

Nave Numana è la quarta di otto Unità Cacciamine Classe Lerici 2ª serie. Varata il 26 ottobre 1991, la consegna amministrativa alla Marina Militare è avvenuta il 30 luglio 1993, la consegna ufficiale dell’Unità è avvenuta l’11 giugno 1994.

Il suo abituale porto di assegnazione è La Spezia. A seguito di una recente ristrutturazione organica, a partire dal 01 dicembre 2014 Nave Numana dipende, organicamente ed operativamente dal Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV), per il tramite del Comando 53^ Squadriglia Dragamine (COMSQUADRAG CINQUE TRE) ed il Comando delle Forze di Contromisure Mine (MARICODRAG).

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Nave Numana è un’Unità tipo Mine Hunter Coastal (Cacciamine Costiero) appositamente progettata per la localizzazione e la disattivazione/distruzione di mine navali. Per l’esecuzione di tali operazioni l’Unità è dotata di un sofisticato sistema sonar che può essere filato sino a 40 metri, e di due veicoli filoguidati (ROV – Remote Operated Vehicle), tramite i quali è possibile rilevare e investigare ogni oggetto che giace sui fondali marini sino a profondità di circa 600 metri.

Nonostante il principale impiego operativo, sia orientato ad operazioni di bonifica di aree marine con presenza di ordigni, per le peculiarità che caratterizzano questa tipologia di Unità navali, si presta anche ad un impiego “dual use”.

L’impiego “duale” si è nel tempo realizzato attraverso collaborazioni con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con la Magistratura nazionale e con altri Enti e Dicasteri dello Stato, tutti a vario titolo interessati ad esplorare le profondità marine con lo scopo di ricercare e investigare relitti di navi o aeromobili, reperti di interesse storico o qualunque altro oggetto giacente sui fondali, anche per scopi legati alla preservazione dell’ecosistema marino, sovente con finalità scientifiche.

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Inoltre, disponendo di camera iperbarica multiposto, e personale sanitario specializzato in fisiopatologia subacquea, l’Unità può essere utilmente impiegata in supporto di operazioni di subacquei operanti anche a quote profonde. Allo scopo la Nave, all’evenienza, dispone di personale palombaro che consente la possibilità di effettuare immersioni operative.

Infine, quale ulteriore più generale impiego istituzionale, l’Unita è regolarmente impegnata nella protezione degli interessi della nazione come il controllo delle frontiere marittime, la salvaguardia ed il soccorso delle vite umane in mare e la sorveglianza del rispetto dell’ecosistema marino con finalità antinquinamento.

 

Tutte le attività condotte negli ultimi anni dalla Marina Militare confermano il valore inestimabile della componente subacquea di Comsubin, vero ed indiscusso centro di eccellenza per lo studio, la ricerca, la formazione e lo sviluppo delle capacità operative nel settore dell’immersione subacquea a quote più o meno profonde.

La Marina Militare dispone pertanto di importanti capacità subacquee che gli consentono di effettuare immersioni lavorative con l’uomo fino alla profondità di 300 metri, attraverso la tecnica della saturazione, oppure raggiungere i fondali fino a 1.500 metri grazie ai veicoli filoguidati in dotazione.

I seguenti compiti istituzionali, assegnati al Reparto dalla Forza Armata, ricoprono un ampio spettro operativo che prevede attività squisitamente militari e missioni a supporto della pubblica incolumità:

• la Bonifica degli Ordigni Esplosivi rinvenuti in contesti marittimi e subacquei, che minaccino il libero movimento o possano costituire pericolo per cose e persone, Unità Navali, opere fondate in acqua ed infrastrutture militari;
• il Soccorso ai Sommergibili sinistrati posati sul fondo ed impossibilitati a riemergere, fornendo supporto di superficie immediato, mantenendo le condizioni vitali interne al battello e recuperando l’equipaggio con particolari apparecchiature;
• lo svolgimento di Lavori Subacquei di qualsiasi genere a favore della Difesa e dei diversi Dicasteri dello Stato.
Si citano, di seguito, alcune tra le molteplici attività condotte recentemente in favore della collettività ed al servizio del Paese dal Gruppo Operativo Subacquei:
• la neutralizzazione di oltre 71.000 ordigni esplosivi residuati bellici, rinvenuti durante il 2019 nei mari, laghi e fiumi italiani;
• la ricerca dei dispersi sul relitto del peschereccio Rosinella a oltre 60 metri di profondità a largo di Gaeta;
• l’ispezione del relitto del sommergibile Millo, affondato il 14 marzo del 1942, e giacente a 72 metri di profondità al largo delle coste calabre;
• la chiusura degli accessi al relitto del “Laura C” al largo delle coste calabre;
• i numerosi interventi a favore del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT) e del Ministero dello Sviluppo Economico per la sorveglianza e la tutela del patrimonio culturale sommerso e il controllo antinquinamento delle condotte sottomarine e delle piattaforme petrolifere;
• il recupero del relitto di un peschereccio a oltre 370 metri di profondità affondato al largo della Libia nell’aprile del 2015;
• l’individuazione ed il recupero della scatola nera dell’Eurofighter Typhoon dell’Aeronautica Militare, impattato di fronte a Terracina nel 2017;
• la riattivazione della banchina principale del porto Nuovo di Pantelleria, conclusasi a maggio 2018.

Fonte: comunicato Marina Militare

 

Il 22 giugno 2020 il ministro della Difesa Lorenzo Guerini si è complimentato con la Marina Militare per il ritrovamento del peschereccio Nuova Iside scomparso il 13 maggio scorso nel mare di San Vito Lo Capo con tre persone a bordo. Il peschereccio è stato ritrovato a 30 miglia nord di Palermo dal cacciamine Numana, in un’area a circa 30 miglia a nord di Palermo, a quasi 1.400 metri di profondità. E’ stato trovato grazie all’impiego dei sensori della nave e di un veicolo filoguidato del comando subacquei e incursori (Comsubin). Sulla scomparsa del peschereccio ha aperto un’inchiesta la Procura di Palermo. ”Uomini e mezzi della Marina Militare si confermano eccellenza del Paese. Un’importante operazione che contribuirà a lavoro della magistratura e a fare chiarezza su una vicenda non ancora chiusa. All’ammiraglio Cavo Dragone e a tutta la Marina Militare i miei più vivi complimenti”, ha dichiarato Guerini.

La ricerca da parte della Marina Militare è iniziata lo scorso 30 maggio con l’impiego della fregata ‘Carabiniere’ che aveva individuato un’area di possibile presenza, dove il cacciamine Numana ha poi svolto ulteriori ricerche. Le profondità del fondale, la presenza di forti correnti marine e, l’incertezza della posizione dell’affondamento e le condizioni meteorologiche non ottimali, hanno reso la ricerca particolarmente difficile e complessa. La conferma dell’identità del relitto è stata ottenuta grazie ad alcune immagini del nome scritto sulla fiancata. Le immagini e il restante materiale ritrovato verranno ora messe a disposizione dell’autorità inquirente. ”L’elevata tecnologia delle piattaforme e la spiccata professionalità degli equipaggi della Marina Militare hanno consentito la riuscita dell’operazione – ha aggiunto il ministro della Difesa – Fondamentale il lavoro della Forza Armata dentro e fuori i confini nazionali, in uno scenario geopolitico in cui la marittimità assume un ruolo sempre più importante”. (Adnkronos)

 

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