La presenza russa al Dubai Airshow 2021

 

 

Il salone aerospaziale Dubai Airshow è una delle più grandi fiere internazionali dell’aviazione e dello spazio che si tiene negli Emirati Arabi Uniti con cadenza biennale e Mosca vi partecipa regolarmente dal 1993; la recente edizione 2021 si è svolta dal 14 al 18 novembre e Rosoboronexport (parte della società statale Rostech) ha ricevuto ordini per un valore di 2,5 miliardi di dollari come ha riferito l’amministratore delegato Alexander Mikheyev.

«Nell’anno in corso, attraverso Rosoboronexport si prevede di fornire 36 jet di vario tipo e quasi 60 elicotteri, oltre a motori per aerei e velivoli a pilotaggio remoto.»

 

Gli elicotteri

La presenza russa a Dubai è stata corposa; solo Russian Helicopters ha presentato per la prima volta ben 6 esemplari di elicotteri militari e civili. L’elicottero d’attacco Mil Mi-28NE, ovvero l’ultima variante da esportazione del Night Hunter che pur avendo fatto il suo debutto al MAKS di Mosca a Dubai ha effettuato la prima apparizione all’estero esibendosi anche in una prestante dimostrazione in volo e dimostrando che i motori sono estremamente affidabili e potenti anche in contesti climatici come quelli emiratini.

D’altra parte Iraq e Algeria sono stati tra i clienti esteri del Mi-28. L’ultima versione dell’Havoc presentata in Russia nel 2018 possiede un rotore principale aggiornato e utilizza motori VK2500-01 di fabbricazione russa potenziati al posto dell’originale propulsore ucraino TV3-117VMA.

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Questa variante impiega anche il sistema di ricognizione e attacco Khrisantema (Chrysanthemum) con i missili guidati a doppio canale 9M123M Strela-VM da 10 chilometri di raggio d’azione, sebbene l’iniziale 9M120-1 Ataka VM rimanga un’opzione di armamento.

È montato inoltre un sistema di sorveglianza e puntamento ottico OPS-28M così come un radar di ricerca che può essere attaccato alle ali, senza tralasciare il radar di sorveglianza a 360 gradi montato sopra il mozzo del rotore principale.

Prima esibizione all’estero e prima esibizione in volo a Dubai anche per l’elicottero d’attacco e ricognizione Kamov Ka-52 i cui piloti hanno mostrato tutto ciò che è capace di fare in combattimento con numerose manovre d’attacco ed evasione.

Una caratteristica distintiva di questo Ka-52 è il sistema di avvistamento optoelettronico OES-52, sviluppato sulla base dell’omologo francese Safran – Sagem – Strix utilizzato sull’elicottero da combattimento europeo Airbus Helicopters Tiger.

Presentato pochi mesi fa al MAKS-2021, anche per il nuovo Kamov Ka-226T Climber (il cui nome è dovuto alla sua caratteristica chiave, ovvero l’adattabilità al volo in montagna) il Dubai Airshow 2021 ha rappresentato la prima presentazione all’estero.

Il Ka-226T si distingue per un nuovo design della cellula realizzato con materiali leggeri con caratteristiche aerodinamiche notevolmente migliorate.

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L’elicottero ha ricevuto una nuova colonna del rotore principale, nuove pale, una nuova trasmissione principale ed inoltre è stato installato un sistema di alimentazione resistente agli urti e agli incidenti. Il Ka-226T ha ricevuto infine una nuova serie di apparecchiature di navigazione aerea e di comunicazione radio.

Immancabile a Dubai la più moderna variante del Mil Mi-8/17 nella versione nota come Mi-171A2 che alla fine dell’esposizione è stato ufficialmente consegnato al primo operatore locale e che in occasione del salone emiratino ha incassato un ordine per due esemplari dal Perù (storico e affezionato cliente estero alla famiglia dei Mi-8/17 Hip) e un ordine per un esemplare da destinare alla locale Polizia di Ras al-Khaimah.

Nell’occasione il capo della Federal Air Transport Agency Alexander Neradko e il Direttore Generale dell’Amministrazione Generale dell’Aviazione Civile degli Emirati Arabi Uniti Saif Mohammed Al Suwaidi hanno confermato il Memorandum of Understanding nel campo dell’aeronavigabilità in relazione all’elicottero Mi-171A2 e che era stato firmato nello scorso luglio(nella foto sotto)

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E infine l’elicottero leggero Kazan Ansat, che sta riscuotendo un discreto successo in patria e all’estero, era presente a Dubai sia nella variante medica sia in configurazione VIP, quest’ultima nell’allestimento curato dal marchio russo Aurus.

Anche l’Ansat è stato oggetto della firma di un contratto per la fornitura di quattro esemplari da destinare alla locale Polizia di Ras al-Khaimah.

Inoltre Russian Helicopters e la società emiratina AJ Holding LLC hanno costituito in occasione del Dubai Airshow 2021 una joint venture nella zona franca di Ajman denominata Alpha Aviation LLC che promuoverà e venderà elicotteri civili russi all’estero.

Il mercato chiave per Alpha Aviation saranno i paesi del Medio Oriente, dove entro il 2026 si prevede di vendere più di 20 elicotteri civili di vario tipo: Ansat, Mil Mi-171A2, Kamov Ka-32, Mil Mi-38.

La joint venture sarà anche responsabile dell’organizzazione della manutenzione degli elicotteri russi nella regione.

Un ulteriore contratto è stato reso noto dalla stampa russa per la fornitura di due esemplari di Mil Mi-171A2 al Bangladesh, commessa da tempo  anticipata sul nostro canale Telegram.

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Nel campo civile ovviamente Mosca si presenta a ranghi ridotti con il liner Sukhoi Superjet SSJ Aurus Business Jet firmato ancora Aurus e con il nuovo aereo di linea Irkut MS-21-310 sia nella mostra statica che in volo. Oggi i costruttori russi si concentrano principalmente sulla certificazione degli aeromobili e sul miglioramento del servizio post-vendita.

 

I velivoli da combattimento e la “star” Checkmate

Nell’ambito militare a Dubai si è esibita la pattuglia acrobatica dei Russian Knights che dopo un lungo volo da Kubinka (via  Astrakhan e Yerevan), sono giunti a Dubai con sei Sukhoi Su-30SM.

La presenza di questo caccia multiruolo corrisponde in realtà non ad una mera rappresentazione di figure acrobatiche quando piuttosto ad una vera e propria esibizione di potenza e agilità del velivolo da combattimento  biposto che dopo essere stato acquistato da alcuni paesi del CSTO (Kazakistan, Bielorussia e Armenia; in forse l’Uzbekistan) e da alcuni paesi del sud-est asiatico (Bangladesh e Myanmar), punta chiaramente ad acquisire commesse anche in Medio Oriente.

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Ma la vera star russa del Dubai Airshow 2021 è stato senza ombra di dubbio il futuro caccia monomotore Sukhoi Checkmate che dopo l’anteprima mondiale in casa al MAKS-2021, ha bissato il successo a Dubai attraverso una cospicua presenza scenica e mediatica.

In primis attraverso il lancio di un nuovo spot che ha fornito altri dettagli interessanti sul piccolo caccia (in realtà non così piccolo), inclusa la variante drone del Checkmate anticipata a suo tempo in occasione del Salone Aerospaziale russo di Zhukovsky.

Con un tocco “glamour”, Rostech ha pensato poi di aggiungere al marketing la realizzazione di un profumo in tiratura limitata dedicato al Checkmate realizzato con la collaborazione della Guild of Perfumers of Russia che si è ispirata al nuovo caccia per realizzare il “il profumo di 5^ generazione per i Master game!” – come recitava il jingle pubblicitario (nella foto sotto).

Alla presentazione del Sukhoi Checkmate hanno partecipato rappresentanti della famiglia reale degli Emirati Arabi Uniti, il capo di stato maggiore  dell’Aeronautica e molte delegazioni straniere ed esperti così come gli specialisti di Lockheed Martin che hanno esaminato attentamente gli elementi del design del Checkmate.

Ricordiamo che il Checkmate è un progetto Sukhoi UAC Rostech sviluppato in proprio ma su cui hanno lavorato non soltanto designer e ingegneri aeronautici, ma anche esperti di marketing e specialisti di pubbliche relazioni.

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Certo si tratta ancora di un prototipo sperimentale già utilizzato per sviluppare l’ergonomia, una serie di sistemi e per le prove a terra e non un mock-up: deve effettuare ancora il primo volo anche se l’impressione è che Mosca punti a completare il prima possibile lo sviluppo del velivolo per ragioni di mercato e perché il Checkmate incorpora diverse tecnologie maturate con lo sviluppo del Su-57.

A Dubai Yuri Slyusar, CEO della United Aircraft Corporation, ha annunciato che la costruzione di diversi prototipi è già iniziata presso lo stabilimento KnAAPO di Komsomolsk-on-Amur.

Secondo Slyusar infatti il primo volo del Checkmate è previsto nel 2023 mentre la produzione in serie potrebbe iniziare già dal 2026 nonostante diversi analisti prevedano l’inizio dell’assemblaggio non prima di altri sette anni.

«D’altra parte c’è già un paese, un potenziale partner nel progetto – ha dichiarato Sergey Chemezov capo di Rostech – ma fino a quando gli obblighi reciproci non saranno formalizzati sotto forma di contratto questo paese non sarà nominato.»

Anche per questo i giornalisti hanno chiesto se ci fosse attinenza con l’attuazione di un accordo per lo sviluppo congiunto di un caccia monomotore di quinta generazione che la Russia ha firmato con gli Emirati Arabi Uniti nel 2017 e se gli EAU siano coinvolti nello sviluppo di Checkmate. Domande a cui Chemezov ha risposto con un sorriso.

Il più grande ostacolo per Checkmate potrebbe essere incentrato in realtà sulla mancanza di fondi da parte del Governo russo e sulla possibile assenza di ordini da parte della Forza Aerospaziale russa (VKS), anche perché da tanti anni i vertici dell’Aeronautica hanno chiaramente mostrato di non apprezzare più velivoli monomotore (gli ultimi sono appunto i vecchi MiG-23/27 e i Sukhoi Su-17/22 di epoca sovietica).

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Senza l’ingresso operativo nella VKS potrebbe essere in realtà molto complessa la vendita all’estero del Checkmate, ma non è da escludere tuttavia che Mosca debba acquisire il nuovo MiG per sostituire i velivoli più vecchi in servizio con un aereo meno costoso del S-57.

A proposito del costo per esemplare Chemezov ha confermato la cifra di 30/35 milioni di dollari per la versione base perfettamente operativa. «Se qualcuno ha bisogno di capacità avanzate per la guerra elettronica, per le armi utilizzate, etc. la scala il prezzo corrisponderà ai desideri.»

Un ultimo cenno infine all’architettura modulare secondo il primo vicedirettore generale della Rostech Vladimir Artyakov: – «L’essenza del design modulare è la capacità di adattare la macchina base senza grandi cambiamenti. In fase di progettazione il design di Checkmate include la possibilità di realizzare un velivolo biposto e un velivolo senza pilota. Ciò consente di risparmiare il costo di sviluppo delle modifiche e quindi riduce il costo dei caccia.

Il secondo componente del principio modulare è l’architettura aperta. Cioè, a seconda dei desideri del cliente, l’aeromobile può essere equipaggiato con apparecchiature di bordo di vari produttori. Un principio simile è implementato sul Su-30MKI indiano e sulle modifiche israeliane dell’F-16 e dell’F-15, che hanno ricevuto parte dell’equipaggiamento sviluppato a livello nazionale.»

 

Gli UAV

Concludiamo infine con un breve cenno sulla produzione nazionale dei droni presenti al Dubai Airshow 2021 con i “brand” Kronshtadt e ZALA AERO Group.

Oggi l’industria russa produce diversi tipi di UAV e molti di questi modelli sono stati testati dimostrandosi efficaci durante le operazioni delle Forze Aerospaziali russe in Siria. Un aspetto non indifferente per l’export in questo settore di mercato dove Mosca è arrivata in ritardo rispetto ai produttori americani, israeliani e cinesi.

Le prospettive di vendita degli UAV sono comunque buone anche se tanta strada rimane ancora da fare. Per adesso il catalogo dei due principali produttori mostra un elenco di droni di categorie estremamente variegato di cui Analisi Difesa si è ampiamente occupata in due distinti dossier.

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Kronshtadt ad esempio ha mostrato a Dubai una versione armata da esportazione dell’UCAV MALE Orion-E dotato di un sistema di comunicazione satellitare per il controllo e lo scambio di dati.

Presentato per la prima volta al di fuori della CSTO, il drone ha operato per diversi anni nel mondo arabo effettuando voli di ricognizione e dal 2019 missioni di attacco in Siria.

Sempre Kronshtadt inoltre ha presentato una workstation automatizzata in grado di controllare più UAV alla volta: il sistema ha un’interfaccia grafica completamente nuova e utilizza l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata con la mappatura del terreno 3D.

La stazione di lavoro automatizzata consente all’operatore di svolgere solo attività di supervisione, invece del controllo diretto degli UAV. Le principali operazioni relative al controllo del volo, alla gestione dei sistemi e della missione fino all’interazione tra i velivoli senza equipaggio saranno eseguite da un computer attraverso l’uso di Intelligenza Artificiale.

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Questo approccio potrebbe consentire ai droni russi (e non solo a marchio Kronshtadt) di evolvere verso una nuova fase di operatività semi-autonoma.

«Ora – ha spiegato Sergey Bogatikov, CEO di Kronstadt – l’operatore non deve cercare da solo i bersagli nel flusso video: il sistema gli suggerirà elementi su cui vale la pena prestare attenzione e invece di costruire manualmente una rotta di volo indicando ogni punto sulla mappa disegna semplicemente l’area di ricerca e gli UAV stessi determineranno l’ordine ottimale della missione tenendo conto delle forze nemiche, delle condizioni del terreno e delle condizioni meteorologiche.»

ZALA AERO invece ha portato in mostra a Dubai gli ZALA 421-16E, ZALA 421-16E5G e ZALA VTOL che vengono utilizzati per monitorare le infrastrutture petrolifere e del gas e sono anche attivamente utilizzati dalle forze dell’ordine in Russia e all’estero.

Già il giorno successivo all’inaugurazione del salone emiratino la società piazzava un ordine con la sudamericana UAV Latam per la consegna di sette droni nel 2022-2023.

In base al contratto, i velivoli senza pilota e i sistemi antidroni sviluppati da ZALA Aero saranno promossi in otto paesi dell’America Latina in cui UAV Latam ha la sua rappresentanza; la società russa inoltre si occuperà anche della formazione degli operatori locali.

Foto Rosobornexport, ZALA, Forum SArmy 2020 e Telegram

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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