La Missile Defense Agency chiede 10,9 miliardi per il FY24: focus sulla minaccia cinese

 

 

È di 10,9 miliardi di dollari il finanziamento richiesto per l’anno fiscale (FY) 2024 dall’Agenzia per la Difesa Missilistica (MDA) degli Stati Uniti – quattrocento milioni in più rispetto al bilancio approvato lo scorso anno dal Congresso – e di circa 55,3 miliardi il budget previsto per il quinquennio 2024-2028.

La notizia, pubblicata da diversi organi di stampa internazionale precisa che la domanda scaturisce dalle esigenze di sicurezza sorte a causa  del deciso aumento della minaccia, un rischio dovuto soprattutto allo sviluppo di sistemi missilistici sempre più precisi ed affidabili, capaci di coprire range operativi più ampi e basati sull’utilizzo di Trasportatore Elevatore Lanciatore (TEL), rampe di lancio mobili più flessibili degli impianti fissi, di superficie e sotterranei (silo), utilizzati di solito fino ai primi anni Duemila.

A questo si aggiungono le misure di “negazione e inganno”, che garantiscono una maggiore sopravvivenza dell’intero sistema d’arma, e i velivoli plananti ipersonici, una minaccia emergente che esige la massima attenzione.

Gran parte dei fondi richiesti dalla MDA per il FY24 sono destinati, come sempre, alla ricerca, sviluppo, test e valutazione (RDT&E) dei progetti, un totale di 8,7 miliardi di dollari in crescita di 400 milioni rispetto a quanto stanziato lo scorso anno. Al contrario, per l’approvvigionamento dei materiali sono previsti 1,45 miliardi di dollari, in leggero calo rispetto ai 1,66 miliardi stanziati per il FY23, mentre rimane praticamente invariato il budget per le operazioni e la manutenzione, fissato a 564 milioni.

Grande impulso viene, invece, riservato al settore delle costruzioni militari, con un budget che triplica, passando dai 47 milioni di dollari stanziati nel FY23 ai 149 milioni richiesti per il FY24.

Al centro dell’attenzione dei programmi della MDA c’è la difesa dell’isola di Guam, un’area chiave per la quale l’agenzia richiede un totale di 801,7 milioni di dollari, 632,1 dei quali in RDT&E e 169,6 in appalti.

Questo sarebbe, se pienamente attuato, il più grande sforzo finanziario che il Dipartimento della Difesa (DoD) ha mai fatto per proteggere Guam dalla minaccia cinese, un’architettura a sensori e un sistema di comando e controllo capace di difendere l’isola dalla minaccia di missili balistici, ipersonici e da crociera. Parte fondamentale del “dossier Guam” riguarda lo sviluppo del radar AN/TPY-6 (AN/SPY-6 di Raytheon), piena copertura a 360 gradi che permette la discriminazione dei bersagli a medio raggio, il tracciamento di precisione e la valutazione dei colpi necessari all’eliminazione del target. Inoltre, viene pianificato l’aggiornamento del sistema di comando e controllo, del sistema di gestione della battaglia e dei sistemi di comunicazione.

Secondo quanto spiegato dal direttore MDA, Ammiraglio John Hill, il Programma Guam sarà una “versione disaggregata di Aegis Ashore”, con capacità sia del US Navy che del US Army, con i radar AN/TPY-6 schierati alla “periferia dell’isola”, il sensore di difesa aerea e missilistica di basso livello LTAMDS e i radar Sentinel, utili entrambi a colmare le lacune relative ai missili da crociera e alle minacce ipersoniche. A questa configurazione andranno, inoltre, aggiunti un mix di lanciatori verticali e lanciatori mobili di ultima generazione.

Per i sistemi di Difesa Missilistica a Terra (GMD), la MDA prevede una spesa totale di 3,3 miliardi di dollari: l’obiettivo è mettere in campo un nuovo intercettore entro il 2028 e questo grazie a 2,1 miliardi di dollari destinati ai programmi Ground-based Midcourse Defense di Northrop Grumman e Next-Generation Interceptor di Lockheed Martin, elementi chiave nella rete di difesa anti missili balistici. I fondi andrebbero a coprire la progettazione, lo sviluppo, la costruzione di prototipi, l’integrazione e i test ambientali pertinenti alla realizzazione di un booster, del carico utile, dei sensori, delle tecnologie critiche e di tutti gli elementi specifici volti a ridurre il rischio tecnico. Inoltre, la MDA riserva 903,6 milioni di dollari al settore RDT&E per l’aggiornamento della componente anti-missili balistici Ground Based Interceptor (GBI) e l’upgrade dell’hardware e del software attualmente in campo.

A due anni dal primo test eseguito dalla Cina con un missile a planata ipersonica in grado di orbitare intorno alla Terra prima di colpire il bersaglio, MDA corre ai ripari con 209 milioni di dollari stanziati  per sviluppare un sistema capace di intercettare il veicolo  di rientro in fase di planata – il missile YJ-21, che può viaggiare a una velocità che va da Mach 6 (in volo) a Mach 10 (in fase di rientro), quindi fino a 3,43 km/s, non può essere intercettato da qualsiasi sistema di difesa attualmente noto. Nello specifico, l’agenzia intende sviluppare il Glide Phase Interceptor (GPI), nonché modificare per il lancio il sistema d’arma Aegis: due le soluzioni proposte e due i contratti Other Transaction Authority in corso, con Raytheon Technologies e Northrop Grumman.

L’obiettivo è dare il via alla distribuzione del sistema vincitore della gara entro i primi anni ‘30. Inoltre, la MDA richiede 109,5 milioni di dollari per i programmi spaziali di difesa missilistica, inclusi il programma Hypersonic and Ballistic Tracking Space Sensor (HBTSS), parte fondamentale dei satelliti Overhead Persistent Infrared (OPIR) che consiste in una serie di sensori  che manterranno continuamente traccia delle minacce e consentiranno il targeting dei missili nemici, comprese le minacce ipersoniche lanciate da terra, mare o aria, e il programma Space Based Kill Assessment, una rete di piccoli sensori ospitati su satelliti commerciali, sensori contenenti tre rilevatori a infrarossi ad alta velocità che permetteranno una capacità di valutazione “hit and kill”.

Per l’approvvigionamento di undici sistema di difesa Terminal High Altitude Area Defense (THAAD), l’agenzia chiede 216 milioni di dollari, mentre 1,6 miliardi sono destinati al sistema difesa Aegis: 693 milioni per RDT&E, 193,5 milioni per il programma di test e 837,8 milioni per l’acquisto di 27 missili SM-3 Block IB e 12 missili SM-3 Block IIA. Altri 22,2 milioni di dollari sono stati invece richiesti per: supportare le operazioni presso il sito NATO in Romania Aegis Ashore Missile Defence Site di Deveselu; supportare le attività di transizione del sito NATO in Polonia Aegis Ashore Missile Defence di Redzikowo; per modernizzare e testare Aegis Ashore presso l’Aegis Ashore Missile Defense Test Complex che ha sede nelle Hawaii.

Nella richiesta di budget, MDA include anche una manciata di programmi volti a migliorare le capacità radar nel teatro del Pacifico: 177,9 milioni per il radar Sea-Based X-band (SBX) e 103,5 milioni per il Long Range Discrimination Radar (LRDR), sistema progettato per fornire una discriminazione persistente a medio e lungo raggio, un tracciamento di precisione e un valutazione della risposta  necessaria  a supportare le capacità GMD contro le minacce missilistiche. Infine, 568 milioni di dollari sono destinati al radar trasportabile di sorveglianza AN/TPY-2 e 22 milioni ai radar di preallarme e all’aggiornamento dell’installazione AN/FPS-108 Cobra Dand, radar a scansione elettronica passiva (PESA) che Raytheon gestisce per la United States Space Force presso la stazione aerea Earickson, nell’isola di Shemya (Isole Aleutine, Alaska).

Richiesti anche 500 milioni di dollari per i programmi israeliani, tra cui il co-sviluppo e la co-produzione del David’s Sling Weapon System e del missile anti-balistico eso-atmosferico Arrow. (IT Log Defence)

Foto: MDA, US DoD, Lockheed Martin e Northrop Grumman

 

 

 

Eugenio Roscini VitaliVedi tutti gli articoli

Colonnello dell'Aeronautica Militare in congedo, ha conseguito un master di specializzazione in analisi di sistema e procedure all'Istituto Superiore di Telecomunicazioni. In ambito internazionale ha prestato servizio presso il Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa, la 5^ Forza Aerea Tattica Alleata e il Comando NATO di AFSOUTH. Tra il 1995 e il 2003 ha preso parte alle Operazioni NATO nei Balcani (IFOR/SFOR/KFOR). Gestisce il sito ITlogDefence.

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