Semoventi M109L italiani all’Ucraina inutilizzabili: la replica della Difesa

 

 

La Difesa italiana replica alle fonti militari anonime ucraine che sul Financial Times avevano criticato la fornitura di 20 obici semoventi da 155 mm M109L ex Esercito Italiano, risultato dopo la consegna del tutto non operativo. Del tema si è occupata anche Analisi Difesa nell’editoriale del 30 aprile.

Roma ha fornito all’Ucraina “mezzi che era stati dismessi dalle Forze armate italiane e mai offerti proprio per il loro stato di manutenzione e vetustà” perché “sono stati richiesti, comunque, da parte Ucraina, nonostante le condizioni, per essere revisionati e messi in funzione, vista la urgente necessità di mezzi per fronteggiare l’aggressione russa” si legge nel comunicato diffuso dal ministero della Difesa dopo le notizie apparse sulla stampa su alcune armi non funzionanti.

“Alcuni quotidiani italiani hanno ripreso un articolo del Financial Times secondo il quale un anonimo consigliere del ministro della Difesa ucraino avrebbe espresso disappunto per la qualità di alcune forniture militari, inviate da vari Paesi, per aiutare l’Ucraina. Tra i tanti, vengono citati alcuni mezzi forniti dall’Italia – recita il comunicato – senza entrare nel dettaglio di decreti secretati dal precedente governo, il ministero della Difesa precisa che su richiesta Ucraina, tra i vari aiuti, sono anche stati donati mezzi che erano stati dismessi dalle Forze Armate italiane da molti anni e mai offerti proprio per il loro stato di manutenzione e vetustà.

I mezzi sono stati richiesti, comunque, da parte Ucraina, nonostante le condizioni, per essere revisionati e messi in funzione, vista la urgente necessità di mezzi per fronteggiare l’aggressione russa. Sull’esito della rimessa in efficienza il ministero della Difesa italiano non è stato aggiornato, trattandosi solo di mezzi classificati come di non conveniente riparazione. Tanto si precisa al fine di dirimere eventuali equivoci, prevenire sterili polemiche e sottolineare quanto sia importante il sostegno all’Ucraina”, conclude la nota.

Foto Esercito Italiano

 

 

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