Si inasprisce il confronto militare nel Mar Rosso

 

Si inasprisce (ma non sembra risolversi) lo scontro in atto nell’area dello Stretto di Bab el Mandeb dove ieri le forze navali statunitensi hanno distrutto un drone lanciato dalle milizie Houthi al largo delle coste dello Yemen e in precedenza anche un missile antinave puntato sul Mar Rosso e “pronto al lancio”, come ha reso noto lo US Central Command (CENTCOM).  “Le forze statunitensi hanno individuato il missile nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi e hanno stabilito che rappresentava una minaccia imminente per le navi mercantili e per le navi della Marina statunitense nella regione”, continua la nota, “le forze americane hanno quindi colpito e distrutto il missile per autodifesa”.

Il 27 gennaio era stato intercettato dalle forze statunitensi anche in missile antinave diretto contro il cacciatorpediniere USS Carney.

L’equipaggio della petroliera battente bandiera delle Isole Marshall, ma di proprietà di un armatore britannico, Marlin Luanda (nelle foto) ha spento l’incendio che era scoppiato a bordo dopo l’attacco missilistico Houthi del 26 gennaio nel Golfo di Aden. Nessuna vittima tra l’equipaggio composto da 27 persone di nazionalità indiana e dello Sri Lanka. L’armatore ha comunicato che la petroliera sta navigando verso un porto sicuro.

La Marina Indiana ha reso noto che il cacciatorpediniere INS Visakhapatnam ha assistito l’equipaggio della Marlin Luanda nella lotta contro l’incendio. La nave, gestita da una società britannica, trasporta nafta russa diretta a Singapore. Un portavoce militare degli Houthi ha rivendicato l’attacco alla “petrolifera britannica”.

Gli Houthi hanno dichiarato di aver preso di mira la nave in risposta all’aggressione americano-britannica iniziata l’11 gennaio con i primi raid anglo-americani sul territorio yemenita. Da allora la milizia scita ha considerato “obiettivi legittimi” le navi e gli interessi di Londra e Washington.

Grant Shapps, ministro della Difesa britannico, ha definito “intollerabile e illegale” il lancio di un missile da parte degli Houthi contro una petroliera britannica. “E’ nostro dovere proteggere la libertà di navigazione nel Mar Rosso e restiamo impegnati come sempre in questa causa”, ha affermato. Gli Houthi hanno rivendicato al canale TV al-Masirah di aver condotto 10 attacchi contro Israele e 20 contro navi nel Mar Rosso dall’inizio della guerra.

La crisi rischia di far nuovamente esplodere il conflitto interno allo Yemen. Il capo del Consiglio Presidenziale Rashad al-Alimi ha chiesto a Stati Uniti e Arabia Saudita di “eliminare” la minaccia dei ribelli Houthi definendo gli attacchi “difensivi” degli Stati Uniti e della Gran Bretagna contro i ribelli insufficienti. “Le operazioni difensive non sono la soluzione. La soluzione è eliminare le capacità militari degli Houthi”, ha dichiarato al-Alimi.

Foto Marina Indiana via Telegram

 

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