Finita l'era di Suleimani, cambio al vertice di al-Quds

Adnkronos/Aki – Potrebbe presto esserci una svolta ai vertici della brigata al-Quds, il corpo di elite dei Guardiani della Rivoluzione iraniani in prima linea nella crisi irachena. Secondo una fonte di alto livello dell’Alleanza Nazionale irachena, la coalizione parlamentare vicina a Teheran che raccoglie i principali partiti sciiti, il generale di brigata Qassem Suleimani sarà sostituito dal suo vice Hossein Hamadani. Dietro la bocciatura di Suleimani – ha spiegato la fonte – ci sarebbe la mancata rielezione a premier per il terzo mandato consecutivo di Nuri al-Maliki, ritenuto molto vicino all’Iran. Nelle scorse settimane Maliki, a causa dell’avanzata dello Stato Islamico (Is) nel nord, è stato costretto al passo indietro e il presidente Fuad Masum ha affidato l’incarico di condurre le trattative per formare un nuovo governo all’ex ministro delle Comunicazioni, Haider al-Abadi. Suleimani – riporta Asharq al-Awsat – è un personaggio di cui si conosce poco, ma che negli ultimi anni ha avuto un ruolo da protagonista nella politica irachena, seppur rimanendo sempre dietro le quinte. Fin dalla caduta di Saddam Hussein nel 2003, Suleimani è stato l’uomo di Teheran a Baghdad.

Di recente, come ha confermato una fonte del ministero degli Esteri di Teheran a condizione di anonimato ad Aki-Adnkronos International, Suleimani è stato di nuovo inviato dalla Repubblica islamica in Iraq per coordinare l’assistenza militare iraniana a Baghdad nel contrastare l’avanzata dei miliziani dell’Is. I suoi successi in terra irachena – prosegue il giornale arabo stampato a Londra – sono stati evidenti. In particolare è considerato a Teheran un suo capolavoro l’ascesa politica di Maliki e il contemporaneo isolamento in cui ha fatto piombare il suo rivale politico, il sunnita Iyad Allawi, che alle elezioni del 2009 aveva conquistato la maggioranza dei seggi. Ma le ultime elezioni non hanno portato alla conferma di Maliki e questo – ha sottolineato la fonte dell’Alleanza nazionale – avrebbe spinto il governo a sostituirlo con il suo vice.

“La nomina di Hamadani – ha dichiarato – significa la fine dell’era Suleimani in Iraq e l’inizio di una nuova era che coincide con l’avvento di Haidar al-Abadi come primo ministro”. Sempre secondo la fonte, Hamadani “è stato in Iraq numerose volte e tutte le missioni sono state segrete, in alcuni casi è arrivato a Najaf sotto falso nome, nelle vesti di pellegrino.

L’ho incontrato una volta a casa di uno dei leader dell’Alleanza, prima delle ultime elezioni – prosegue – In quell’occasione ha voluto ascoltare il nostro punto di visto sul nuovo governo iracheno”. Hamadani è stato uno dei fondatori dei Guardiani della Rivoluzione nella provincia di Hamadan nel 1980 ed è un reduce della guerra Iran-Iraq.

Fino al 2009 è stato assistente del comandante della milizia Basij, Hossein Taeb, ma presto è stato promosso a capo dei pasdaran di Teheran per il modo in cui ha guidato la repressione dei manifestanti antigovernativi scesi in piazza per contestare la rielezione dell’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad. Dopo lo scoppio della rivolta in Siria nel 2011, Hamadani è stato inviato a Damasco, nel ruolo di vice di Suleimani, per supervisionare la difesa della capitale araba. Nel maggio 2012 ha annunciato la nascita di “un secondo Hezbollah in Siria” sotto forma di milizie che combattono al fianco del regime di Bashar al-Assad.

Foto AP

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