Un'altra battaglia per Tripoli?

di Rodolfo Calò – ANSA
Drammatici annunci di un’imminente presa di Tripoli da parte dell’esercito di Tobruk, raid aerei e movimenti di truppe stanno minacciando il negoziato Onu per la soluzione della crisi libica, mentre su Tobruk e Tripoli incombe sempre la minaccia dell’Isis che vuol trasformare Sirte “in un inferno come Falluja”.  La giornata di ieri si era aperta con l’annuncio dello Stato maggiore libico secondo il quale “la liberazione della capitale” sarebbe avvenuta “nelle prossime ore”: un salto di qualità di annunci fatti nei due giorni precedenti ma che almeno in serata erano rimasti senza effetti.

Fajr Libya, la coalizione di milizie filo-islamiche che controllano la capitale, ha smentito di essere sotto attacco in città e ha negato anche che siano state prese due cittadine (Az-Zawiyah e Al Aziziyah) a circa 45 chilometri dal centro di Tripoli nei settori ovest e sud. Tobruk ha dichiarato comunque il controllo su cinque areedella zona di Wershafana. Non ci sono notizie attendibili di morti a parte fonti militari che segnalano l’uccisione del “numero 3 di Fajr Libya”.

Dal cielo, secondo fonti ufficiali di Tobruk e media libici, sono venuti raid aerei su Tripoli che hanno preso di mira una base di miliziani nei pressi dell’aeroporto internazionale fuori uso da tempo e, senza danni, e l’unico altro scalo in funzione, il “Mitiga” situato a meno dieci chilometri dal centro cittadino. Un MIg 23 ha bombardato, per la prima volta, lo scalo di Zuwara, centro ad una cinquantina di chilometri dal confine tunisino.

“Abbiamo visto una serie di dichiarazioni che arrivano da personalità in Libia che, assieme ad alcuni movimenti militarisul terreno, rappresentano una seria minaccia che condizionerà il dialogo” negoziale in corso, aveva avvertito la sera prima l’inviato speciale dell’Onu per la Libia, Bernardino Leon mettendo in guardia da un vero attacco a Tripoli: “se si tratta di una grande operazione, allora avrà chiaramente un impatto sul dialogo”.

In serata fonti informate rimandavano alle dichiarazioni di Leon (nella foto a sinistra) della sera prima attestando quindi che i negoziati indiretti continueranno fino a domenica per stilare tre documenti sulla formazione di un governo di unità nazionale e su accordi per un cessate il fuoco.

Oltre a quella sulla sicurezza, vi sono poi altre varie corsie che impegneranno almeno per vari giorni municipalità, leader politici e tribù anche a Bruxelles e il Cairo.

A consigliare un accordo è il pericolo rappresentato dagli affiliati libici allo Stato islamico che dallo scorso anno controllano Derna e da oltre un mese anche la città natale di Muammar Gheddafi: “Trasformeremo Sirte in un inferno come Falluja”, è la minaccia dell’Isis in video rilanciato da socialmedia che promette di fare della città libica sull’omonimo Golfo una replica di quella irachena che fu teatro di alcuni dei più violenti combattimenti urbani della seconda guerra del Golfo nel 2003-2004.

“Misurata sarà la nostra Mosul”, prevede ancora il video prospettando una conquista della terza città libica da cui provengono le milizie che da sei giorni, con decine di morti,combattono i jihadisti attorno a Sirte. Le milizie Fajr al potere a Tripoli “stringono le mani ai crociati”, si delira nel video contestando i progressi nei negoziati in Marocco.

Foto AP

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