UE: LA PAURA DEI RUSSI BLOCCA I VOLI SCIENTIFICI DELL’M-55

Dell’aereo russo da ricognizione d’alta quota Myasishchev M-55 «Geophyzica» (“Mystic-B” per la NATO) abbiamo parlato più volte su Analisi Difesa: in sintesi le sue capacità e le sue prestazioni hanno fatto si che il velivolo fosse impegnato negli ultimi anni in voli speciali ai fini della ricerca scientifica per conto di numerosi enti scientifici internazionali e italiani (tra cui Ialiantartide, E.N.E.A, P.N.R.A, C.N.A. e A.S.I.).
L’aereo è stato successivamente modificato per essere utilizzato nel progetto StratoClim finanziato dall’UE per studiare la chimica atmosferica con l’ambizione di migliorare i modelli climatici.

Tutto normale, insomma, fin quando la paranoia dell’imperituro “impero del male” ha creato una situazione paradossale che ha per attore principale proprio la presenza dell’M-55 in Svezia, paese che, ricordiamo, proprio l’anno scorso vittima di questa ossessione, denunciò al mondo intero la presenza di un sommergibile non identificato a pochi chilometri dalla propria costa (quasi certamente russo e impegnato nella raccolta di dati di intelligence a dire degli esperti locali); notizia che venne poi successivamente smentita un po’ sottotono poiché in realtà il natante in questione si rivelò essere un relitto di un battello si russo ma del 1916 e dunque appartenente alla Marina dello Zar. Ironicamente gli svedesi avevano avuto dunque ragione di questa russofobia, sebbene l’oggetto in questione oziasse in quel punto da quasi un secolo.

Ecco dunque che entra in gioco l’M-55 poiché lo scorso fine aprile i vertici militari svedesi hanno proibito il volo di questo velivolo anche se nell’ambito della ricerca scientifica internazionale StratoClim relativo allo studio degli strati alti dell’atmosfera.

Lo ha affermato Ghennadij Belyaev il direttore per la parte russa dell’esperimento internazionale: “In Svezia, per cause puramente politiche, i test in volo delle attrezzature scientifiche collocate a bordo dell’aereo M-55 Geophysica non hanno avuto luogo”.

Proprio in Svezia erano arrivati 70 specialisti da tutto il mondo, l’M-55 in questione e 4 container con le attrezzature scientifiche del progetto europeo. “L’aereo – ha proseguito Belayev – avrebbe dovuto effettuare alcuni voli per la verifica del funzionamento delle apparecchiature scientifiche installate a bordo, ma le autorità svedesi hanno proibito lo svolgimento dei voli di prova e hanno intimato di lasciare il paese nel più breve tempo possibile.”

Secondo Belayev, le autorità svedesi hanno stabilito perfino la quota del volo per e dalla Svezia in un corridoio dedicato ai voli di linea (8.000-12.000 metri) nonostante la quota ideale di questo speciale aereo sia di 17.000-18.000 metri; senza contare poi che persino la Finlandia (paese che per antonomasia non ha mai avuto rapporti ottimali col vicino russo) ha autorizzato l’M-55 a raggiungere di converso la quota ottimale di volo.

In Svezia dunque l’aereo M-55 è stato annoverato come velivolo statale, ossia “militare”, mentre Belayev ha spiegato agli organi di stampa che in Russia sono tre le categorie di aerei esistenti: di linea (o civile), statale (o militare) e infine sperimentale, categoria quest’ultima che riguarda proprio l’M-55 Geophyzica non solo per la natura sperimentale dei suoi voli (tra l’altro commissionati da un ente internazionale) ma poiché possiede i relativi documenti di registrazione e segni distintivi a bordo che accompagnano tutte le spedizioni effettuate finora.

Per la fase iniziale dello studio del monsone indiano il team internazionale aveva scelto appunto il nord della Svezia, presso la base aerea di Kiruna, un luogo ideale per le ricerche in questione in quanto posto a nord del circolo polare artico e ben lontano dal traffico aereo internazionale; le successive fasi previste quest’estate si svolgeranno invece in India, dove anche in questo caso gli specialisti russi collaboreranno con esperti provenienti da ben 25 istituti scientifici e dove l’M-55 svolgerà dei voli con differenti strumenti che hanno un peso compreso tra i 12 e i 398 chili.

Secondo il quotidiano svedese Dagens Nyheter che avrebbe citato fonti del settore militare locale, le missioni di ricerca scientifica avrebbero coinciso in primis con una serie di esercitazioni militari locali proprio nelle vicinanze di Kiruna e inoltre il piano di volo prevedeva un passaggio ad alta quota sopra l’area militare di Vidsel a nord ovest di Älvsbyn, dove Svezia e altri paesi sono soliti collaudare le proprie tecnologie belliche.
Immediate ma senza esito secondo i media locali le proteste degli studiosi tedeschi, svizzeri e italiani alle rispettive ambasciate per l’interruzione dei lavori di ricerca programmati.

Anche se le autorità civili svedesi erano insomma desiderose di lasciare che i voli di prova proseguissero senza intoppo, la Difesa ha avuto la meglio e ha chiesto che il velivolo lasciasse il paese. Dopo il fallimento dei negoziati che hanno coinvolto addetti diplomatici della Svezia, della Russia e dell’UE, l’aereo ha lasciato dunque il paese senza in realtà aver eseguito tutti i voli di prova previsti dalla tabella del programma.

Interpellato lo studioso tedesco Dr. Fred Stroh (direttore del Centro di ricerca presso l’istituto per l’energia e la ricerca sul clima Juelich) che ha mostrato i suoi dubbi circa l’uso del velivolo da parte russa per scopi diversi dalla ricerca: – “Teoricamente si potrebbe montare una piccola telecamera da qualche parte, ma non credo [che i russi] lo farebbero, tutte le principali aree interne ed esterne sono occupate dai nostri strumenti e inoltre, quando l’aereo arriva alla base di ricerca è praticamente privo di strumentazioni esterne ed interne e la cosa è visibile a tutti.

Non installiamo sul velivolo strumenti che possano arrecare danni all’interesse nazionale del paese che ci ospita – ha proseguito Stroh – insomma, si tratta di apparecchiature che rilevano il vapore acqueo, l’ozono e altri fattori connessi, dunque mezzi che non hanno a che fare con spionaggio militare”.

Questa debacle alla fine ha seriamente complicato la missione di ricerca internazionale sul clima e alla luce della decisione svedese i rilievi sulla troposfera saranno ovviamente effettuati in un altro momento e in un altro luogo.

Paradossalmente poi, non dimentichiamoci che l’M-55 ha svolto in passato numerosi voli di ricerca climatica dalla Svezia (proprio dalla stessa base di Kiruna) e da numerosi paesi stranieri (incluso Brasile, Germania, Italia, Argentina e persino Australia, Inghilterra e USA) che finora invece non hanno avuto alcun dubbio sulla natura scientifica dei voli.

Foto:   Elektronikeinbau e Planspotter.

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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