Il futuro della potenza militare francese passa attraverso la portaerei di nuova generazione

In occasione della visita allo stabilimento di Le Creusot del gruppo Framatome, uno dei protagonisti della filiera legata al nucleare civile e militare, il Presidente della Repubblica francese, Emmanuelle Macron, ha annunciato che la portaerei di nuova generazione o PANG (Porte Avion Nouvelle Generation) per la Marina francese avrà una propulsione nucleare. Nel suo discorso sugli sviluppi della strategia energetica e climatica nazionale, in cui trova un elemento indissolubile il sostentamento offerto dall’energia nucleare, il Presidente francese ha parlato della compenetrazione fra settore civile e militare e dell’essenzialità della filiera nucleare per il futuro di potenza internazionale della nazione.

French President Emmanuel Macron, delivers his speech during a visit at Framatome nuclear reactor production site in Le Creusot, France, December 8, 2020. Laurent Cipriani/Pool via REUTERS

“La portaerei Charles de Gaulle, come sapete, giungerà al termine della sua vita nel 2038. Per questo ho deciso che la futura portaerei che equipaggerà il nostro Paese e la nostra Marina sarà, come la Charles de Gaulle, a propulsione nucleare. Il vostro stabilimento di Le Creusot (della società Framatome), che da molto tempo produce componenti essenziali per la nostra Marina, produrrà, tra gli altri, alcune parti importanti del reattore nucleare della futura portaerei […] Con queste scelte confermiamo la volontà della Francia di preservare la sua autonomia strategica” ha dichiarato Macron.

La dichiarazione del Presidente francese e la conseguente assegnazione degli studi più dettagliati per la definizione della nuova piattaforma rappresentano una tappa fondamentale nel programma per lo sviluppo, produzione e messa in servizio della PANG e del relativo gruppo aereo imbarcato. Questi ultimi sono destinati a rimpiazzare l’attuale capacità di proiezione di potenza sul mare e dal mare, esercitata attraverso il gruppo navale incentrato sulla portaerei a propulsione nucleare Charles de Gaulle (nella foto sotto) ed il suo gruppo aereo imbarcato basato sul velivolo da combattimento Dassault Rafale M e quello da comando, controllo e scoperta area lontana Northrop Grumman E-2C Hawkeye.

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Quest’ultimo gruppo incentrato prima sulle portaerei convenzionali Clemenceau e Foch, e poi sulla Charles de Gaulle ha rappresentato e continua a costituire uno strumento primario della politica francese di presenza, dissuasione ed intervento oltreché di partecipazione alla deterrenza nucleare, grazie all’impiego del sistema missilistico MBDA ASMP-A (air-sol moyenne portée amélioré) da parte dei velivoli Rafale M.

Grazie al suo posizionamento nel Mediterraneo orientale o nel Golfo Arabico-Persico o in altri mari del globo, secondo quanto dichiarato dalla Difesa francese, “la portaerei continua ad assicurare un’ampia gamma di possibilità d’impiego ed una formidabile libertà d’azione”.

L’importanza e la necessità di dotarsi di una portaerei di nuova generazione è sempre più evidente e prioritaria guardando ai progetti per nuove portaerei nel mondo che nel prossimo ventennio aumenteranno a 36 entro il 2040 contro le attuali 28.

 

Il programma e le tempistiche

Lanciato nell’ottobre 2018 in occasione del salone di Euronaval dal Ministro delle Forze Armate francesi Floreal Parly, il programma per la progettazione, costruzione e messa in servizio della PANG, ha visto l’assegnazione di due contratti per studi preliminari sugli scenari e i requisiti della piattaforma e del gruppo aereo imbarcato nel periodo post 2040. Il primo, incentrato sui requisiti tecnico-operativi, ha visto il coinvolgimento di Naval Group, Thales, MBDA e Dassault Aviation mentre l’altro, legato al progetto della piattaforma è stato assegnato a Naval Group, Chantiers de l’Atlantique e Areva-TA oggi TechnicAtome.

I risultati di questi studi sono stati consegnati nel febbraio di quest’anno alle autorità competenti ed hanno costituito i documenti sui cui si poggia l’architettura progettuale e la scelta della propulsione svelati negli ultimi mesi e confluiti nell’annuncio e nelle prime raffigurazioni ufficiali della PANG dell’inizio di dicembre. Ovviamente si tratta soltanto delle prime indicazioni di massima del nuovo progetto perché con la scelta della propulsione verrà anche assegnato lo studio di sviluppo preliminare della durata di due anni, a cui farà seguito quello di progettazione dettagliata che precederà l’assegnazione del contratto per la costruzione della PANG.

Secondo quanto dichiarato in occasione dell’annuncio dell’8 dicembre, l’attività di sviluppo preliminare e progettazione dettagliata si completerà alla fine del 2025 quando inizierà la costruzione che dovrebbe completarsi con il varo e le prime prove in mare nel 2035/2036, affinché la PANG possa essere consegnata ed entrare in servizio nel 2038, quando la Charles de Gaulle è previsto debba essere dismessa.

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Sulla base dell’esperienza accumulata in 60 anni di attività legata alla progettazione, costruzione e supporto in servizio delle portaerei a propulsione convenzionale e nucleare della Marine Nationale, il gruppo cantieristico Naval Group sarà responsabile dell’architettura generale della PANG, che sarà costruita presso i cantieri Chantiers de L’Atlantique di Saint Nazaire insieme a TechnicAtome, responsabile dello sviluppo e produzione dei reattori nucleari.

La direzione del programma sarà affidata alla DGA (Direction Générale de l’Armement) mentre quella dei reattori nucleari alla CEA (Commissariat à l’énergie atomique et aux énergies alternatives). Questi ultimi verranno assemblati presso il sito di Indret, vicino Nantes di Naval Group e trasferiti a Saint Nazaire, dove verranno installati sulla nuova costruzione. Come anticipato dagli studi preparatori, anche Thales, MBDA e Dassault Aviation avranno un ruolo importante nello sviluppo ed introduzione di nuove capacità non soltanto per quanto riguarda la piattaforma e la sua protezione ma anche il gruppo aereo imbarcato, unitamente alle filiere industriali legate alle costruzioni navali ed aeronautiche militari.

Secondo le informazioni finora divulgate, in aggiunta ai contratti per i primi due studi assegnati nel 2018, la prossima fase si svilupperà fino al 2025 e richiederà circa 900 milioni, pari a circa 117 all’anno per la Difesa francese. Non è stato rivelato ufficialmente il costo complessivo del programma, che secondo fonti giornalistiche s’attesta sui 6 miliardi di euro.

L’attività complessiva secondo gli studi effettuati vedrà impiegati circa 400 persone a Saint Nazaire per la costruzione dello scafo e la propulsione a cui s’aggiungeranno ulteriori 1.400 unità di Naval Group (stabilimenti di Lorient, Indret, Ollioules e Ruelle) e dei partner della filiera, oltre a circa 300 unità mobilitate da TechnicAtome principalmente ad Aix en Provence. Anche la DGA è pesantemente coinvolta con i propri siti di ricerca, sviluppo e test in particolare rappresentati da DGA TH (Techniques Hydrodynamiques) e DGA TN (Techniques Navales) rispettivamente coinvolti nella progettazione, verifica e test della piattaforma e del sistema propulsivo da una parte e della sicurezza nucleare, integrazione del munizionamento convenzionale, architettura elettrica e sistema di combattimento dall’altra.

 

Caratteristiche della PANG

Le dimensioni e conseguentemente il sistema propulsivo della PANG sono la diretta conseguenza della tipologia e del numero di velivoli da combattimento imbarcati unitamente alle altre componenti del gruppo aereo imbarcato. La Francia unitamente alla Germania, a cui si è successivamente aggiunta la Spagna, hanno deciso di unire le proprie forze per dar vita al programma attualmente denominato come SCAF (Système de combat aérien du futur) o FCAS (Future Combat Air System).

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Quest’ultimo non riguarda soltanto lo sviluppo e la messa in servizio di un piattaforma pilotata ma rappresenta un programma per ‘un sistema di sistemi’ a cerchi concentrici, in cui il primo denominato NGWS (Next Generation Weapon System) comprende un velivolo da combattimento ‘a priori’ pilotato di sesta generazione (NGF, New Generation Fighter), a cui sono associati una famiglia di ‘Remote Carriers’ dalle diverse dimensioni e pesi (da qualche chilogrammo ad oltre la tonnellata) nonché missioni quali ‘loyal wingman’, piattaforma ISR o veri e propri sistemi d’arma, unitamente ad un’architettura cloud per il combattimento e l’interconnessione delle piattaforme e dei relativi sistemi d’arma in un contesto multi-dominio e multi-piattaforma (aria-mare-terra). Il programma SCAF prevede da parte francese anche lo sviluppo di una versione navale dell’NGF e sistemi connessi.

In aggiunta alle caratteristiche peculiari di una versione imbarcata, la piattaforma pilotata prevista dal programma, presenta dimensioni e peso massimi al decollo maggiorati rispetto all’attuale generazione e versione imbarcata del Rafale M.

In particolare, il modello dell’NGF svelato al salone di Le Bourget 2019 presentava una lunghezza di 18 metri ed un’apertura alare non meglio indicata ma comunque maggiorata rispetto al Rafale M, che potrebbe ridursi nel caso l’NGF navale sia dotato di ali ripiegabili. Ad un ingombro maggiorato della piattaforma di nuova generazione, s’aggiunge un peso operativo e massimo al decollo significativamente più elevato rispetto a quello del Rafale M pari a 24 tonnellate. Secondo quanto dichiarato dall’ex CSM della Marina francese in occasione dell’audizione davanti al Senato francese nell’ottobre 2019, l’NGF avrà un peso massimo di circa 30 tonnellate. Le caratteristiche della nuova famiglia di velivoli da combattimento hanno quindi un impatto preminente sulle dimensioni del ponte di volo e dell’hangar cosi come degli elevatori, spazi manutentivi e di supporto.

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Ai parametri richiesti dalla componente aerea imbarcata, s’aggiunge anche la richiesta per la PANG della capacità di lancio e recupero dei velivoli in simultanea grazie a sistemi a catapulta ed arresto dimensionati all’impiego del nuovo velivolo così come piattaforme con pesi al decollo decisamente più ridotti.

Un altro elemento che influisce sul dimensionamento della piattaforma è rappresentato dall’equipaggio e dal personale del gruppo di volo. Secondo quanto riportato dal rapporto informativo dello scorso giugno ed elaborato dai senatori Olivier Cigolotti e Gilbert Roger per la Commissione degli Affari Esteri, della Difesa e delle Forze Armate del Senato francese, la PANG dovrà superare le restrizioni di spazio in termini di alloggi e spazi comuni per assicurare maggiore comfort al personale imbarcato. Ciò grazie a sistemazioni e arredamenti mutuati con opportuni accorgimenti dal settore crocieristico nonché sistemi per d’accesso ad internet maggiormente fruibili così come spazi per il mantenimento delle condizioni fisiche e quindi in via generale una vita a bordo significativamente migliorata rispetto a quelle offerte dall’attuale Charles de Gaulle in servizio dal 2001.

Secondo quanto riportato dallo studio sopra riportato ma già evidenziato in precedenza, successivamente ai noti fatti legati alla diffusione della pandemia a bordo della portaerei Charles de Gaulle, accorgimenti protettivi contro tali condizioni emergenziali sarebbero rientrati nei requisiti da prendere in considerazione nella progettazione, compartimentazione e sistema d’areazione della nuova portaerei. A questi s’aggiunge anche la difesa della stessa piattaforma che nel caso della Marina francese alla luce della particolare importanza della medesima, in aggiunta a quella offerta dal gruppo navale di scorta, comprenderà anche complessi di lancio verticali per missili destinati alla difesa aerea d’aerea come nel caso dell’attuale Charles de Gaulle in aggiunta ad armamento cannoniero per la difesa ravvicinata e contro minacce asimmetriche.

Lo stesso rapporto evidenzia che minacce come i missili ipersonici, nuove piattaforme subacquee d’attacco e missili balistici con guida terminale richiedono una difesa potenziata allo stesso modo del complesso per la designazione e ingaggio delle minacce.

Alla luce di tali requisiti e necessità operative, secondo quanto annunciato e divulgato della Difesa francese, la PANG avrà secondo la progettazione di massima finora portata a termine, un dislocamento a pieno di 75.000 tonnellate circa, una lunghezza di poco maggiore a 300 metri ed una larghezza al ponte di volo di circa 80 metri per l’impiego di un gruppo aereo imbarcato basato su una trentina di velivoli da combattimento di nuova generazione ed un complesso costituito da equipaggio e personale del gruppo di volo di circa 2000 effettivi.

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Quest’ultimo è superiore di circa 200 unità rispetto a quello standard della Charles de Gaulle (che ha posti letto per 2000 persone) con un dislocamento a pieno carico di 42.500 tonnellate ed una lunghezza di 261 metri. L’apparato propulsivo sarà incentrato su due nuovi reattori nucleari ad acqua pressurizzata ‘K-22’ in grado di erogare fino a 220 MW ciascuno per soddisfare esigenze sia legate alla propulsione ed assicurare una velocità massima di 27 nodi sia connesse alla produzione elettrica per necessità presenti e future dei sistemi di bordo quali il sistema di lancio e recupero dei velivoli imbarcati e di previsto o potenziale imbarco, come sistemi d’arma di nuova generazione, e specificatamente ad energia diretta.

L’apparato propulsivo comprende, in aggiunta ai due reattori, i rispettivi circuiti secondari ed un numero di turbo-alternatori non specificato che assicurano la potenza propulsiva a tre assi e relative complessi eliche (anziché due come la Charles de Gaulle). Sviluppati dal gruppo TechnicAtome sotto la supervisione della CEA a partire dal progetto dell’attuale famiglia di reattori nucleari ‘K-15’ imbarcati sulla portaerei nucleare Charles de Gaulle, i nuovi complessi ‘K-22’ saranno in grado di sviluppare una potenza maggiorata rispetto all’attuale generazione e di incrementare da 8 a 10 anni il periodo operativo fra un fermo tecnico maggiore e l’altro al fine di rifornire di nuovo carburante i reattori, con benefici sulla disponibilità della portaerei nel corso della vita operativa, offrendo al contempo più alti livelli di sicurezza, in aggiunta ad un’autonomia limitata soltanto dal rifornimento carburante avio, vettovagliamento e munizionamento.

TechnicAtome sarà responsabile dello sviluppo e produzione dei nuovi reattori e dei loro sistemi di supporto nonché del rifornimento di combustibile nucleare mentre Naval Group si occuperà della realizzazione dei principali componenti e della loro installazione. I nuovi reattori saranno assemblati da Naval Group prima della loro integrazione a bordo della nuova portaerei sul sito dei Chantiers de l’Atlantique a Saint Nazaire. Tutta la filiera industriale nazionale parteciperà alla realizzazione del sistema propulsivo e d’alimentazione elettrica della PANG con il coinvolgimento di società come Framatome, Jeumont, Thermodyn e Aubert & Duval.

Lo scafo presenta un design di carena ottimizzato per migliorare l’idrodinamica e caratterizzato da due coppie di pinne stabilizzatrici per ridurre il rollio ed una struttura poppiera particolarmente estesa sulla superficie marina, destinati a migliorare la tenuta al mare e la stabilità della piattaforma, un fattore essenziale per l’impiego del gruppo di volo. La configurazione del ponte di volo finora divulgata ricalca quella delle portaerei di nuova generazione classe Ford della US Navy, con ponte di volo angolato ed un’isola di ridotto ingombro a livello del ponte di volo e significativo sviluppo verticale unitamente a due elevatori in posizione avanzata rispetto a quest’ultima sul lato di dritta mentre sul lato opposto si trova il ponte angolato con cavi d’arresto nonchè sistema di controllo ottico del sentiero di discesa e dell’appontaggio su sponson laterale.

Sebbene non sia stato ufficialmente divulgato, fonti francesi parlano di un ponte di volo di un’estensione poco superiore a 17.000 metri quadrati contro i 12.000 della Charles de Gaulle ed i 22.000 della Gerald R. Ford della US Navy, quest’ultima capace di accogliere un gruppo aereo imbarcato di circa 70 velivoli. Come anticipato, la PANG consentirà di portare a termine operazioni di lancio e recupero velivoli in simultanea.

La lunghezza che si avvicina a quella delle portaerei americane classe Ford (335 metri vs i 305 della PANG) e la significativa larghezza a livello del ponte di volo hanno consentito di poter accogliere fino a tre catapulte da 90 metri di cui due nella sezione prodiera e la terza sul ponte angolato.

 

I sistemi di decollo e atterraggio

I disegni divulgati presentano due o tre catapulte, dove la configurazione più ricca ma anche più costosa permette un ciclo di lancio dei velivoli più rapido e ridondanza in caso di necessità.

La DGA e la Marina francese hanno deciso di equipaggiare la PANG con le nuove catapulte elettromagnetiche di sviluppo e produzione americana ed un sistema di arresto dei velivoli di nuova generazione non meglio specificato. Si tratta del sistema EMALS (Electromagnetic Aircraft Launch System) installato sulle portaerei classe Ford della US Navy, sviluppato e prodotto dalla General Atomics Electromagnetic Systems Group, unitamente al sistema AAG (Advanced Arrested Gear) per l’arresto con cavi dei velivoli in appontaggio sul ponte angolato. Il documento divulgato dalla Difesa francese in occasione del discorso del Presidente Macron lo scorso 8 dicembre, parla unicamente di un sistema di arresto di nuova generazione ma le informazioni finora divulgate dalla US Navy e dalla Difesa americana sugli studi d’integrazione portati avanti dalla Marina ed industria americana su richiesta francese e sul programma di potenziale fornitura attraverso canali FMS (Foreign Military Sales) parlano sia del sistema EMALS che AAG a conferma della scelta anche di quest’ultimo per la PANG.

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Secondo fonti statunitensi una decisione in ordine alla scelta del binomio EMALS/AAG doveva essere presa nel 2020 mentre fonti francesi richiedono un potenziale ritorno industriale. La Difesa francese valuta non necessaria l’acquisizione di una capacità nazionale in tale settore in quanto oltre ad essere controproducente dal punto di vista economico, il supporto americano non è mai mancato anche in momenti di rapporti politici di rottura per il sistema di catapulte a vapore installato sulla portaerei Charles de Gaulle.

Come anticipato, il sistema EMALS a catapulte elettromagnetiche offre una più ampia gamma di pesi e alte velocità al lancio, assicurando un’accelerazione più lineare e più precise velocità finali e quindi minore stress per la cellula dei velivoli lanciati. Il sistema è in grado lanciare una gamma di aerei pilotati e non che va da un peso al decollo di 1.150 kg per velivoli senza pilota a 32.000 kg per velivoli da combattimento, offrendo un’ampia gamma di vantaggi che vanno da una maggiore efficienza operativa e ridotte necessità manutentive a minori pesi ed ingombro, nonché riduzione di personale impiegato, consumo d’acqua ed impatto acustico a cui s’aggiungono tempi di messa in linea di minuti contro ore delle catapulte a vapore.

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Il sistema turbo-elettrico AAG è stato concepito per assicurare una decelerazione controllata ed efficiente mediante l’utilizzo di cavi d’arresto che offrono una maggiore efficienza complessiva nonché più ampi margini di sicurezza rispetto all’attuale sistema Mk 7. L’AAG è in grado di accogliere una più ampia gamma di piattaforme aeree, da velivoli senza pilota a velivolo da combattimento pilotati riducendo al contempo le necessità manutentive e di personale con benefici sui costi complessivi al pari del sistema EMALS. Entrambi i sistemi hanno presentato problemi di messa a punto ma sono stati successivamente dichiarati pronti e sicuri per l’impiego a bordo della portaerei capoclasse Ford come dimostrano gli oltre 5.500 lanci fino ad ora realizzati.

 

Il gruppo di volo

Come anticipato il gruppo di volo della PANG sarà incentrato sulla versione navalizzata dello SCAF, che secondo quanto ufficialmente divulgato verrà imbarcata in una trentina di esemplari oltre alla famiglia di ‘remote carrier’, a cui s’aggiungeranno due o tre velivoli da comando, controllo e scoperta aerea lontana di nuova generazione e produzione americana Grumman E-2D Advanced Hawkeye ed un numero non precisato ed identificato di piattaforme ad ala rotante.

Lo scorso 20 novembre, il Ministro delle Forze Armate francesi ha annunciato di aver autorizzato l’assegnazione di una commessa del valore di circa 2 miliardi di euro al gruppo Northrop Grumman per la fornitura di tre velivoli E-2D nonché parti di rispetto e supporto logistico, destinati a rimpiazzare l’attuale versione E-2C ed entrare in servizio nel periodo 2027-2030. In aggiunta alla capacità di rifornimento in volo, i tre velivoli E-2D ordinati per la Marina francese saranno adattati alle esigenze francesi mediante l’integrazione di uno specifico computer, sviluppato dal Servizio Industriale dell’Aeronautica (SIAé), che garantirà la capacità di sviluppo autonomo del sistema.

Per quanto riguarda le piattaforme ad ala rotante, tutte le immagini divulgate mostrano un elicottero AsuW/ASW NHIndustries Caiman nelle vicinanze della portaerei, ma visto la necessità di assegnare questa macchina a compiti più impegnativi come la lotta antisom/di superficie, il trasporto ed il rifornimento verticale, non è detto che la PANG imbarchi un numero ristretto dei futuri elicotteri Airbus H160 Guepard Marine per compiti di ricerca e soccorso durante le operazioni di lancio e recupero dei velivoli imbarcati.

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Secondo quanto divulgato particolare attenzione sarà rivolta al comfort del personale imbarcato, sia come acquartieramenti e relativi servizi che spazi e servizi comuni compresi quelli destinati all’esercizio fisico, unitamente a servizi multimediali. La progettualità della PANG a livello di acquartieramenti, secondo il rapporto del Senato francese, deve essere profondamente rivista ed a fronte di camerate si deve pensare ad alloggi con un numero contenuto di posti letto al fine di poter continuare a reperire personale (di cui il 15% femminile) che a bordo della Charles de Gaulle ha un’età media di 31 anni e comprende l’85% delle specialità nell’ambito della Marina francese.

 

Armamento e sistemi elettronici

Sebbene non siamo stati divulgate informazioni sulla dotazione elettronica e per la difesa della PANG da parte della DGA e dall’industria coinvolta nel programma, dalle immagini divulgate si evince che l’isola sia equipaggiata con un sistema radar a quattro facce fisse e scansione elettronica attiva (AESA) tipo Sea Fire (o sua evoluzione) sviluppato e fornito dal gruppo Thales destinato ad assicura la sorveglianza aerea, l’identificazione (unitamente a sistemi IFF di nuova generazione) e tracciamento di bersagli a 360 gradi a favore del sistema di combattimento della nave. Quest‘ultimo dovrebbe essere incentrato su una versione evoluta del sistema di comando e controllo SETIS di Naval Group che già equipaggia le FREMM e le future fregate tipo FDI, così come per la sistemistica di Thales destinata alle comunicazioni interne ed esterne a cui s’aggiungono quelle legate alle operazioni di volo che potrebbero essere di fornitura principalmente americana.

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La sensoristica comprenderebbe verosimilmente un sistema di sorveglianza a 360 gradi e tracciamento bersagli EO/IR come sistemi per la sorveglianza elettronica e delle comunicazioni unitamente a sistemi per il disturbo elettronico e lanciatori di decoy nonché sistemi per l’allerta subacquea e lanciatori di inganni contro-siluro unitamente a sensoristica radar per la sorveglianza aeronavale. Sempre secondo le immagini divulgate e secondo quanto già anticipato, al pari della portaerei Charles de Gaulle, anche la PANG sarebbe difesa con un sistema missilistico di difesa antiaerea con lanciatori verticali mentre la protezione contro minacce asimmetriche e ravvicinate verrebbe assicurata da quattro affusti a controllo remotizzato con armamento cannoniero. Rispetto alla Charles de Gaulle, ma si tratta delle prime immagini e l’armamento potrebbe cambiare o incrementare, la PANG sarebbe equipaggiata con un numero di lanciatori per missili della famiglia Aster più contenuto posizionati all’estremità laterale poppiera di sinistra e su sponson laterale al ponte di volo sempre a sinistra per un totale di 16-24 celle (2-3 VLS ad 8 celle).

L’armamento cannoniero comprenderebbe invece quattro affusti a controllo remotizzato che a seguito della selezione lo scorso ottobre da parte della DGA del sistema Thales/Nexter RapidFire con cannone e munizionamento telescopico da 40 mm e direzione del tiro elettro-ottica coassiale, quest’ultimo rimpiazzerebbe il non meglio identificato sistema illustrato nei rendering divulgati, che assomiglierebbe al complesso Oerlikon Millenium da 35 mm della Rheinmetall Air Defence.

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Sebbene come anticipato non siamo stati resi pubblici dettagli sull’elettronica e sui sistemi d’arma per la difesa dell’unità, alla richiesta inviata a diverse società sulla partecipazione al programma ed il loro potenziale contributo, il gruppo MBDA ha risposto sottolineando il proprio coinvolgimento nei primi studi riguardanti in particolare la valutazione delle minacce (asimmetriche e simmetriche) che dovranno affrontare la PANG e il suo gruppo di attacco all’orizzonte degli anni 2040+.

Il coinvolgimento ha riguardato anche la definizione del necessario complesso d’arma difensivo (incluso ad esempio Aster o il suo successore tra gli altri assetti) che proteggerà la futura piattaforma’. Infine, ma non meno importante, MBDA è stata anche coinvolta nella valutazione delle scorte di munizioni necessarie, che consentiranno al Gruppo Aereo Imbarcato ‘di raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi operativi in un ambiente caratterizzato da elevate minacce’.

MBDA fornisce anche i missili sia aria-aria che aria superficie che attualmente ed in futuro equipaggeranno il Rafale. Nel solco di tale esperienza e know-how tecnologico in evoluzione, MBDA sta attualmente lavorando alla prossima generazione di missili lanciabili da piattaforma aerea sia offensivi che difensivi ed ai ‘Remote Carrier’ che fanno parte del programma Future Combat Air System/ Système de combat aérien du futur.

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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