Ancora limiti e difetti irrisolti per l’F-35

Lockheed Martin è riuscita a risolvere nel 2020 un paio di problemi tecnici del caccia stealth F-35 Lightning II che presenta però ancora ben 871 criticità irrisolte. Lo rivela il rapporto annuale 2020 al Congresso USA redatto dal Direttore dei test operativi e della valutazione (DOT & E) pubblicato il 13 gennaio.

Il report riferisce che Lockheed ha colmato un numero superiore a due pur avendone però rilevate altre non note: il risultato è che il numero totale di problemi tecnici ancora da risolvere è diminuito solo in minima parte.

“Nel 2020 sono state rilevate circa 100 nuove carenze e quasi altrettante sono state risolte”, afferma Lockheed Martin. I problemi dell’F-35 includevano 10 carenze di categoria 1, tre in meno rispetto al 2019. Tali problemi “possono causare morte o lesioni gravi, causare perdite o gravi danni al sistema d’arma, limitare in modo critico le capacità di prontezza al combattimento della forza armata che impiega il velivolo o può determinare un arresto della linea di produzione”, secondo la definizione della US Air Force.

3. F-35C GBU-12 Drop

Il DOT & E non ha rivelato un elenco di carenze specifiche ma secondo Lockheed Martin molti di questi sono classificati come “priorità bassa” o sono in fase di soluzione presso l’F-35 Joint Program Office (JPO).

“Le segnalazioni di carenze documentano opportunità di miglioramento degli apparati segnalati da piloti e tecnici che vanno al di là degli obblighi contrattuali” precisa l’azienda.

Il rapporto DOT & E rileva che i problemi continuano a emergere anche con lo sforzo di modernizzazione dell’F-35 denominato Continuous Capability Development and Delivery (C2D2) e basato su un aggiornamento continuo dei sistemi di hardware e software.

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“L’attuale processo di sviluppo utilizzato dall’F-35 JPO e Lockheed Martin, che dovrebbe fornire nuove funzionalità e aggiornamenti con incrementi di sei mesi, non funziona. Sta causando notevoli ritardi nei programmi pianificati e si traduce in carenze nel software”, afferma il rapporto DOT & E. “L’attuale processo C2D2 non è stato in grado di tenere il passo con le aggiunte programmate di nuovi incrementi di capacità. Le modifiche al software, intese a introdurre nuove funzionalità o correggere carenze, spesso introducevano problemi di stabilità e/o influivano negativamente su altre funzionalità”.

Il rapporto è severo e ben poco ottimista. “A causa di queste inefficienze, insieme a una grande quantità di nuove funzionalità pianificate, DOT & E considera l’attuale pianificazione generale della revisione 15 del programma ad alto rischio” mostrando preoccupazioni circa l’efficienza del sistema logistico dell’F-35 noto come Operational Data Integrated Network (ODIN) e sviluppato per sostituire il travagliato Autonomic Logistics Information System (ALIS) con l’obiettivo di divenire pienamente operativo nel 2022.

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Il report riferisce che il tasso medio di disponibilità mensile dei velivoli già consegnati, riferito solo agli aerei in dotazione alle forze statunitensi, nei 12 mesi tra ottobre 2019 a settembre 2020 è stato inferiore al valore previsto del 65%.

Lockheed ha spesso indicato tassi di disponibilità più elevati per gli F-35 che vengono schierati, ma il DOT&E del Pentagono afferma che questi miglioramenti sono fugaci. Nel rapporto si legge che “le singole unità dispiegate hanno soddisfatto o superato un tasso di operatività dell’80% e del 70% di velivoli pienamente in grado di svolgere la missione ma non sono state in grado di mantenerli in modo continuativo.

Fonte DOT&E e FlightGlobal

 

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