Aggiornamento per i Su-30 indiani e malesi?

 

 

L’inizio delle consegne dei nuovi caccia multiruolo Sukhoi Su-30SM2 alla Difesa russa potrebbe spingere Malaysia e India ad aggiornare le proprie flotte di caccia principali costituite rispettivamente da Su-30MKM e Su-30MKI.

Com’è noto il Su-30SM2 è l’ultima variante della famiglia dei Su-30 biposto che ha iniziato ad operare circa 30 anni fa.

Lo scorso 20 gennaio il Ministero della Difesa russo ha comunicato ufficialmente di aver preso in consegna quattro Su-30SM2 dei 21 ordinati dallo stabilimento di Irkutsk; un caccia realizzato secondo un nuovo standard di fabbrica che sostituirebbe il precedente Su-30SM che invece ha volato per la prima volta nel settembre del 2010.

Da allora infatti, le Forze Armate russe hanno preso in consegna 110 esemplari di cui 22 per l’Aviazione Navale e 88 per la VKS (nove dei quali volano con la pattuglia acrobatica dei Russian Knights).

Il Su-30SM2 si differenzia dalla variante SM per l’uso di turbofan AL-41F1 più potenti al posto degli AL-31FP in dotazione non solo alla variante SM da cui deriva ma anche ai Su-30MKI/MKM indiani e malesi; questi, oltre a fornire il 16% di spinta in più sono anche dotati di ugelli orientabili vettoriali che forniscono la cosiddetta “super manovrabilità”.

L’esigenza da parte dell’AL-41F1 di un flusso d’aria superiore del 20% ha richiesto ovviamente anche l’ampliamento delle prese d’aria. Ma non è finita: la variante SM2 si differenzia per un radome rimodellato al fine di ospitare un radar più grande: l’N-035 Irbis al posto del N-011M Bars.

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Come ampiamente trattato in passato l’Su-30SM2 utilizza praticamente numerose componenti del Su-35 al fine di aumentarne l’interoperabilità all’interno della flotta aerea russa. Inoltre, essendo biposto il Su-30SM2 può essere utilizzato anche nel ruolo d’addestratore avanzato per i futuri piloti del Su-35 in quanto quest’ultimo non dispone appunto di una versione trainer (UB) biposto.

Considerando poi che il Su-30SM è stato acquistato da Armenia, Bielorussia, Kazakistan e Myanmar (quest’ultimo paese nella variante export denominata Su-30SME), ci sono alcune possibilità, seppure remote considerando le consegne recenti, di richiesta di retrofit alla versione SM2 più avanzata.

Certamente però la recente introduzione del Su-30SM2 potrebbe indurre gli utenti di Su-30 nelle varianti decisamente più datate a condurre aggiornamenti sulle loro flotte per migliorare le prestazioni. La Malaysia ad esempio, che ha ordinato 18 Su-30MKM nel 2003, e da tempo è alla ricerca di possibilità per migliorarne l’affidabilità e l’efficacia con una flotta che ha una media di vita superiore ai 10 anni.

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Come trattato da Analisi Difesa, Russia e Malaysia hanno cercato di risolvere i problemi con i motori a causa della carenza di pezzi di ricambio attraverso un sistema logistico più funzionante e affidando parte del lavoro sulla flotta di Su-30MKM ad aziende locali come Aerospace Technology Systems Corporation (ATSC). Quest’ultimo ha restituito il primo aereo aggiornato all’aviazione malese nel 2019. D’altra parte come trattato da Analisi Difesa nello scorso ottobre Kuala Lumpur vorrebbe mantenere in servizio i suoi Su-30MKM fino al 2040 e questo potrebbe essere un ulteriore incentivo al passaggio alla più prestante versione SM2.

L’India, dal canto suo, che nel 2016 ha stipulato proprio con la Malayia un accordo di condivisione delle esperienze tecnico-operative sul caccia in comune, ha ordinato un totale di 284 Su-30MKI di cui 240 ancora operativi senza tralasciare un recente lotto di 12 esemplari risalenti allo scorso anno.

Sebbene generalmente considerato uno dei migliori sistemi radar al mondo alla sua introduzione nel 1997, l’N-011M Bars e la sua tecnologia diventa chiaramente sempre più obsoleta e superata. L’organizzazione indiana per la ricerca e lo sviluppo della difesa (DRDO) ha lavorato su un radar AAAU (Active Antenna Array Unit) con un array attivo a scansione elettronica (AESA) che potrebbe sostituire proprio il radar originale. La Russia ha offerto un’alternativa sotto forma del pacchetto di aggiornamento che includerebbe la sostituzione del radar originale del Su-30MKI con una versione AESA che impiega ricetrasmettitori sviluppati per il radar del caccia Su-57 di quinta generazione.

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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