La linea del fronte dopo un mese di controffensiva ucraina

 

(Aggiornato alle ore 22,55)

Le ultime notizie circa le sanguinose battaglie in atto lungo tutti i fronti ucraini, da Kupyansk al Ponte Antoniovsky, registrano continui attacchi ucraini contenuti o respinti dalle forze russe che in diversi settori effettuano contrattacchi tattici per mantenere o riassumere il controllo di postazioni vantaggiose.

Se da Kiev giungono poche notizie dettagliate circa le battaglie in corso e lo stato maggiore ucraino si limita oggi ad annunciare l’uccisione di 530 militari russi nelle ultime 24 ore per un totale di quasi 229 mila caduti dal 24 febbraio 2022, informazioni più dettagliate dalla prima linea giungono ancora una volta dai canali Telegram dei cosiddetti “milbloggers” russi, fonti certo non neutrali ma spesso impietose anche nei confronti degli errori e delle carenze delle forze armate di Mosca e che pubblicano regolarmente mappe di sicuro interesse per comprendere la dinamica degli eventi bellici.

 

Fronte di Kherson

Lo sviluppo più rilevante nelle ultime ore riguarda l’eliminazione della testa di ponte stabilita da forze leggere ucraine sulla sponda sinistra del fiume Dnepr nella regione di Kherson, intorno alla base del Ponte Antoniovsky da tempo distrutto.

Una testa di ponte stabilita da una settimana da forze leggere ucraine trasferite al di là del fiume (nella mappa sotto) da piccole motovedette approfittando dell’arretramento delle linee difensive russe lungo la sponda del fiume imposta dall’alluvione determinata dalla distruzione della Diga di Novaya Kakhovka.

Ieri un missile balistico Iskander aveva ucciso 30 militari ucraini (secondo il ministero della Difesa russo) colpendo la base del ponte (nel video qui sotto) e il molo intorno a cui si stava costituendo un hub logistico ucraino per alimentare l’afflusso di nuove forze anche se gli ucraini non sembrano disporre dei mezzi fluviali per trasferire ingenti quantità di truppe, armi, mezzi e munizioni sulla sponda sinistra.

Ieri fonti russe riferivano che dopo l’attacco missilistico erano in corso rastrellamenti nei piccoli centri abitati lungo il fiume per snidare i soldati ucraini ma l’annientamento della testa di ponte è stato reso noto oggi dal governatore russo di Kherson.

“La scorsa notte i militari del Raggruppamento Dnepr (le forze russe schierate sul fronte di Kherson) hanno sgomberato il territorio sulla riva sinistra vicino al ponte Antonovsky. I combattenti delle forze speciali hanno condotto un attacco a sorpresa alle spalle delle postazioni ucraine (nella mappa qui sotto) , avvicinandosi dal fiume in barca”, ha affermato Vladimir Saldo in un post su Telegram citato dalla CNN.

Al momento in cui scriviamo nessuna notizia in proposito è trapelata dai comandi ucraini mentre nella stessa area fluviale il ministero della Difesa russo afferma di aver eliminato una squadra di sabotaggio e ricognizione nemica durante il tentativo di sbarco con l’impiego di due motobarche sull’isola Antonovsky nella regione di Kherson.

Un report delle ore 13,00 di oggi citato dal canale Telegram russo Rybar, confermava che le truppe russe con il supporto dell’artiglieria, sono riuscite a sgombrare dal nemico l’area vicino al ponte Antonovsky e ad avanzare verso Dachi liberando dal nemico la zona costiera (nella mappa sopra la situazione attuale dopo l’attacco russo), nonostante il fuoco ucraino proveniente dalla riva destra del fiume contrastato dal preciso fuoco dell’artiglieria russa che avrebbe distrutto diverse postazioni di obici e mortai ucraini.

Secondo altre fonti l’attacco russo sarebbe stato invece frustrato da un campo minato e dal fuoco d’artiglieria ucraina che avrebbe impedito ai “marines” della 127a brigata russa di “ripulire” la riva sinistra del fiume dalla presenza nemica. Nella serata del 1° luglio vengono segnalati scontri ravvicinati nelle dacie situate vicino al Ponte Antonovsky dove sarebbero barricati gli ultimi militari ucraini rimasti sulla sponda sinistra del Dnepr.

In ogni caso  Rybar valuta che le unità ucraine continueranno i loro attacchi in questo settore con regolari sortite fluviali il cui obiettivo per ora sarebbe di imporre ai russi di mantenere truppe e riserve in quest’area impedendo così di inviare ulteriori rinforzi a est, sui fronti di Zaporizhia e Donetsk, dove è in atto lo sforzo offensivo ucraino più rilevante.

 

Fronte di Zaporizhia

Sul fronte più caldo il bollettino di oggi del ministero della Difesa russo conferma i reiterati attacchi ucraini in tutti i settori di Zaporozhye, Sud Donetsk e Donetsk dove l’esercito russo respinge gli attacchi.

Sempre al centro degli assalti ucraini il settore di Orekhov – Rabotino dove i russi valutano che le truppe di Kiev abbiano cambiato tattica dopo le pesanti perdite subite nelle scorse settimane impiegando unità minori in azioni di ricognizione offensiva che vedono i reparti alternarsi per mantenere una costante pressione sulle linee russe anche con intensificazione del fuoco dell’artiglieria.

Sulla linea Novodanilovka – Rabotino vengono segnalati concentramenti di forze ucraine con mezzi corazzati delle brigate 65a e 47° che potrebbero presto passare all’attacco contro le postazioni tenute dai reggimenti russi 291° e del 70° della 42a Divisione della Guardia.

Più a est, nel cosiddetto “Saliente di Vremyevsky”, secondo fonti russe non ufficiali le forze ucraine sarebbero impegnate in ricognizioni offensive impiegando anche unità territoriali come la 128a Brigata per saggiare le difese russe nell’area di Staromayorsky.

Più intenso l’attacco ucraino condotto dalle brigate 31a e 36°, con il supporto del fuoco di artiglieria e mortai, nel settore di Priyutnoye dalla linea Levadnoe-Rivnopol dove gli ucraini avevano conseguito qualche successo territoriale nei giorni scorsi occupando Rivnopol.

Secondo fonti russe per offrire supporto aereo alle truppe e colpire in profondità le retrovie russe gli ucraini hanno messo in campo sul fronte di Zaporizhia una dozzina di aerei Su-27,  Su-25 e Su-24 decollati dagli aeroporti di Starokonstantinov, Mirgorod e Dnipro. Il canale Telegram Rybar valuta come prevedibile un’intensificazione degli attacchi ucraini anche nell’area di Novodonetsk e Urozhayny.

Il 30 giugno il vice ministro della Difesa ucraino, Hanna Malyar,  ha parlato di “successo parziale” delle forze di Kiev sul fronte di Zaporizhia dove l’obiettivo dichiarato degli ucraini è riconquistare Melitopol, Berdyansk e la Crimea. Oggi fonti ufficiali russi hanno reso noto che attacchi ucraini contro Staromayorsk, sul fronte di Sud Donetsk, sono stati respinti dalle forze del Raggruppamento Vostok.

A quasi un mese dall’inizio della controffensiva ucraina, avviata il 4 giugno, è interessante vedere come è cambiata la linea del fronte stando alle mappe rese note dal Canale Telegram russo Z-Komitet che mostrano i limitati progressi territoriali ucraini conseguiti attaccando la linea degli avamposti russi che anticipa le tre linee di difesa costituite dalle truppe di Mosca.

Qui sopra il fronte di Rabotino a fine maggio e, sotto, a fine giugno.

Le mappe della stessa fonte indicano i mutamenti del fronte anche nel settore di  Pryutnoye – Novodonetsk. Qui sotto la linea del fronte a fine maggio e più in basso a fine giugno.

 

Stesse mappe fotografano il mutamento del fronte tra fine maggio (qui sotto) e fine giugno (più in basso) nel settore più occidentale di Zaporizhia, tra i villaggi di Lobkovoe e Pyatikhatki.

 

Fronte di Donetsk

Su questo fronte i russi sostengono di aver respinto 15 attacchi nemici nel settore di Belogorovka, Artemovsk (Bakhmut per gli ucraini), Pervomayskoye, Lastochkino e Vodyanoye provocando forti perdite agli ucraini e soprattutto alla 54a Brigata che avrebbe perduto anche un deposito di munizioni.

I russi vantano di aver distrutto circa 40 veicoli corazzati di vario tipo perdite dal nemico negli attacchi all’area industriale e ferroviaria di Kurdyumovka tra Gorlovka e Artemovsk dove gli ucraini cecano di avanzare a sud e a nord del centro abitato espugnato in maggio dagli uomini della PMC Wagner ingaggiando furiosi combattimenti con le truppe aviotrasportate affiancate dalle forze della Repubblica Popolare di Donestk (DPR).

Nel tardo pomeriggio del 1° luglio forze corazzate della 57a Brigata ucraina hanno sfondato la prima linea russa nell’area delle alture di Berkhovka, a nord di Bakhmut (vedi mappa qui sopra), venendo poi respinte dal contrattacco russo.

La mappa di Z-Komitet illustra come è cambiato il fronte di Bakhmut/Artemovisk da fine maggio (sopra) a fine giugno (sotto).

Nelle retrovie del fronte di Donetsk, nel bombardamento di Kramatorsk del 27 giugno effettuato con un missile balistico Iskander e condannato da Kiev come crimine contro i civili che affollavano una pizzeria, Mosca rivendica invece di aver ucciso due generali ucraini insieme a una cinquantina di ufficiali e una ventina di mercenari e consiglieri militari stranieri.

“Secondo informazioni aggiornate, a seguito di un attacco ad alta precisione il 27 giugno nella città di Kramatorsk contro il punto di dispiegamento temporaneo della 56esima brigata di fanteria motorizzata separata delle forze armate dell’Ucraina, due generali partecipanti alla riunione del quartier generale, fino a 50 ufficiali delle forze armate ucraine, nonché fino a 20 mercenari stranieri e consiglieri militari” sono stati uccisi.

Il 30 giugno il vice ministro della Difesa ucraino, Hanna Malyar, ha detto che le forze ucraine “hanno preso l’iniziativa strategica” e stanno avanzando lungo i fianchi nord e sud di Bakhmut dove i russi hanno concentrato truppe in grande numero.

“Le forze ucraine si stanno muovendo con sicurezza lungo i fianchi intorno a Bakhmut. Tuttavia, gli occupanti hanno portato un gran numero di forze nell’area” e hanno “un vantaggio in termini di numero di persone e armi. Non siamo entrati nella città stessa, ma continuiamo a controllare la periferia sud-occidentale della città. Tuttavia, le principali battaglie si stanno svolgendo ora intorno. Possiamo dire che l’offensiva si sta svolgendo in diverse direzioni. Non è solo ai fianchi, ma su un fronte molto più ampio ora”.

Il 29 giugno il capo di stato maggiore dell’esercito ucraino, generale Oleksandre Syrsky aveva ribadito la determinazione ad attaccare i russi sui fianchi di Bakhmut.

A sud di Bakhmut gli ucraini attaccano anche nell’area di Soledar, espugnata sempre dalla PMC Wagner nel gennaio scorso e difesa oggi dalla 200a brigata che avrebbero respinto quattro attacchi nelle ultime 24 ore.

Più a nord sono invece gli ucraini a contenere a fatica la spinta offensiva delle forze russe del Raggruppamento Centro con i paracadutisti della 76a Divisione che premono su Lyman attraverso i fitti boschi di Dibrov e che secondo fonti russe non ufficiali potrebbero presto rinnovare lo slancio offensivo.

 

Fronte di Luhansk/Kharkiv

In questo settore dopo le avanzate delle truppe russe del Raggruppamento Zapad dei giorni scorsi verso Kupyansk il fronte sembra essersi fermato_ i russi registrano attacchi con elicotteri ed artiglieria contro i concentramenti di truppe ucraine nelle aree di Timkovka, Topoli e Berestovoye, nella regione di Kharkiv (qui sotto la mappa del fronte del think-tank statunitense Institute for the Study of the War)..

 

Valutazioni

Nonostante i limitati progressi territoriali e le numerose fonti (anche provenienti dagli stessi reparti ucraini in prima linea) che riferiscono di perdite spaventose tra gli attaccanti, la controffensiva ucraina continua impiegando a fondo tutte le riserve disponibili nel tentativo di sfiondare le linee nemiche e di colmare il ritardo rispetto ai piani iniziali che secondo indiscrezioni di fonte ucraina prevedevano la riconquista di Berdyansk entro il 20 giugno.

Tra le cause delle difficoltà ucraine vi sarebbero, oltre alle poderose linee di difesa russa, la carenza di giovani ufficiali esperti in grado di guidare sotto il fuoco plotoni e compagnie composti per lo più da reclute con poche settimane di addestramento (conseguenza delle pesanti perdite di veterani nella lunga battaglia di Bakhmut) ma anche le difficoltà a impiegare gli armamenti pesanti forniti dall’Occidente e distrutti in gran numero.

I russi non solo considerano questi veicoli obiettivi prioritari (i singoli soldati ottengono premi in denaro per la loro distruzione o cattura) ma il loro impiego si è rivelato troppo complesso per equipaggi che hanno avuto un addestramento di pochi mesi su questi mezzi molto diversi da quelli in dotazione di tipo russo/sovietico.

Secondo Military Chronicle alcune brigate di punta nella controffensiva a Zaporizhia come la 47a, 65a e 128a, dopo aver perduto sul campo di battaglia un gran numero di mezzi occidentali (Leopard 2, Bradley, MRAP M-ATV, MaxxPro, AMX-10RC Mastiff e Wolfhound), che è impossibile rimpiazzare in tempi brevi, preferiscono combattere con mezzi di tipo russo/sovietico anche perché l’intenso impiego bellico e l’usura meccanica di questo ultimo mese sembra aver ridotto la disponibilità di munizioni da 120 mm per i cannoni dei carri occidentali e di pezzi di ricambio per tutti i nuovi mezzi forniti all’Ucraina dagli alleati della NATO.

I russi stanno intensificando le azioni difensive grazie anche all’impiego di nuove armi (si segnala il primo impiego operativo armato del drone stealth S-70 Okotnik-B e delle nuove munizioni circuitanti lanciate da tubo Vector 120) e al massiccio utilizzo dei sistemi di minamento rapido ISDM Zemledeliye (nella foto sotto) che consentono di minare (o riminare) ampie porzioni di territorio in breve tempo.

Nonostante gravi perdite e difficoltà sul campo è probabile che gli attacchi ucraini si intensifichino nei prossimi giorni in vista del Vertice NATO di Vilnius dell’11 e 12 luglio che costituisce per Kiev uno spartiacque tra il sostegno occidentale allo sforzo bellico e le pressioni su Zelensky a negoziare con Putin (ammesso che il russo sia disposto a farlo).

Come ha sottolineato ieri il Wall Street Journal, le forze armate ucraine non sono ancora riuscite nemmeno a raggiungere la prima linea di difesa, ma spingono da quasi un mese sulla linea preliminare degli avamposti.

Intervistato dal Washington Post il 30 giugno, il capo di stato maggiore della Difesa ucraino, generale Valery Zaluzhny, non ha nascosto la sua inquietudine esprimendo frustrazione per la mancata fornitura di aerei da combattimento da parte degli alleati occidentali, la carenza di munizioni d’artiglieria e le valutazioni occidentali circa i successi nella controffensiva che tardano a venire.

“Questo non è uno spettacolo, non è una partita sulla quale scommettere. Ogni giorno, ogni metro si guadagna col sangue”, ha osservato il generale. Secondo il capo delle forze armate ucraine, senza le necessarie forniture nessun piano militare è attuabile “Tuttavia, stiamo andando avanti. Forse non velocemente come gli osservatori vorrebbero, ma questo è un loro problema”.

Zaluzhny ha anche ammesso che diversi carri armati Leopard ricevuti dalla Germania sono stati distrutti dalle forze russe. “Non abbiamo ricevuto i Leopard perché li sfoggiassimo durante una parata o perché politici e celebrità potessero scattarsi foto accanto. Li abbiamo presi per combattere la guerra. E un Leopard sul campo di battaglia non è più un Leopard, ma un bersaglio”,

Zaluzhny (che i russi avevano dato per morto o gravemente ferito) ha detto di ver espresso le sue preoccupazioni al capo di Stato maggiore congiunto delle forze armate USA, generale Mark Milley il quale ieri ha respinto le preoccupazioni che la controffensiva Ucraina stia andando troppo lentamente. Milley ha detto che pensava che la campagna iniziale avrebbe richiesto da sei settimane a 10 settimane. “Sara’ molto difficile. Sarà molto lungo”, ha detto Milley. “Nessuno dovrebbe farsi illusioni su tutto questo”.

Ancora il Washington Post ha rivelato ieri che il direttore della Cia William Burns ha compiuto un viaggio segreto in Ucraina agli inizi di giugno, durante il quale gli è stata rivelata dai funzionari di Kiev una strategia per riprendere i territori occupati dalla Russia e aprire le trattative per un cessate il fuoco con Mosca entro la fine dell’anno.

Secondo un funzionario americano sentito dal quotidiano, il piano prevede che le forze ucraine siano in grado di spostare la propria artiglieria e sistemi missilistici vicino alla linea di confine della Crimea, annessa dalla Russia, e poi aprire negoziati, perché “la Russia negozierà soltanto se si sentirà minacciata”, avrebbe detto un alto ufficiale ucraino.

Pre-condizioni che potranno forse concretizzarsi solo se gli ucraini riprenderanno il completo controllo delle regioni di Kherson e Zaporizhia.

@GianandreaGaian

Foto e Mappe: RvVoenkory, Z-Komitet, ISW, Rybar, Ministero Difesa Ucraino e Ministero Difesa Russo.

 

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Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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