Il procuratore Gratteri: le armi all’Ucraina presto nelle mani delle nostre mafie

 

Il tema dei fluissi illegali che avrebbero portato le armi donate dall’Occidente all’Ucraina ad alimentare traffici illeciti diretti a organizzazioni terroristiche e criminali è stato più volte affrontato da Analisi Difesa, che per prima sollevò la questione l’11 marzo 2022.

In seguito se ne occuparono inchieste del Washington Post e New York Times, ma anche rapporti dell’intelligence statunitense, dell’Interpol e di diverse polizie europee oltre a governi di nazioni che in Africa come in Medio Oriente rilevarono la presenza di queste armi in diversi teatri operativi lontani dall’Ucraina.

Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri (nella foto), intervenendo l’11 agosto al Lido di Camaiore (Lucca), ospite dell’evento Lido Cult dove ha presentato il suo ultimo libro “Fuori dai confini. La ‘ndrangheta nel mondo”, scritto insieme allo storico Antonio Nicaso, ha riportato all’attenzione questo grave problema finora quasi del tutto ignorato in Italia.

“L’attuale guerra russo-ucraina è stata capace di portare anche le mafie ucraine in Occidente. I mafiosi sono fuggiti dalla loro terra, sono dei vigliacchi che sparano alle spalle. La guerra la fanno medici, ingegneri, operai, contadini. I mafiosi no. E ora che sono in Europa fanno qui i loro affari. Perché, chiedo, non è stato pensato un sistema di tracciamento di armi micidiali che ora sono già sul mercato e che con 30mila euro si acquistano e sono potenti, dieci volte più potenti di un bazooka? Quelle armi presto saranno nelle mani delle nostre mafie” ha detto Gratteri.

 

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