DPP 2023-25: l’audizione in Commissione Difesa di Claudio Catalano (Iveco DV)

 

“La componente pesante dell’Esercito ha bisogno di essere rinnovata. Probabilmente farlo solo con il Leopard non è l’unica strada possibile, possono esserci anche strade differenti, con ricorso a un maggior contenuto tecnologico italiano e questo avvierebbe un circolo virtuoso di sviluppo tecnologico su piattaforme, rispetto al quale il mondo occidentale si è un po’ fermato”. Lo ha detto il presidente di Iveco Defence Vehicles Spa, Claudio Catalano, in audizione in commissione Difesa alla Camera il 6 dicembre, nell’ambito dell’esame del Documento programmatico pluriennale per la difesa per il triennio 2023-2025.

“Quello che sta accadendo in Ucraina dal punto di vista tattico e tecnologico deve essere studiato con grande attenzione perché restituisce elementi importanti su come dovranno evolvere le piattaforme nel futuro. Avere una nostra industria alla guida dei programmi importanti nel nostro Paese – ha aggiunto – ci consentirà di adattare veicoli alle minacce future. E’ fondamentale anche nel settore terrestre incrementare le risorse dedicate allo sviluppo delle nuove tecnologie che co consentiranno di fare cambio di passo negli anni futuri”.

Sul programma AICS, “insieme a Leonardo abbiamo condotto diversi studi di fattibilità e riteniamo di essere il migliore candidato nazionale per le nostre competenze a 360 gradi e per le realtà industriali che entrambi possediamo nei rispettivi ambiti. Come Iveco Defence riteniamo di poter affrontare con competenza tutta la parte scafo, mobilità, protezione e integrazione dei sistemi a scafo” ha spiegato Catalano.

“C’è una grande apertura alla cooperazione internazionale ma oggi non ci risulta ci sia un altro programma di queste dimensioni in qualche altro Paese, quindi la cooperazione deve essere perseguita a livello industriale e andrà affrontata nel momento in cui saranno chiari i requisiti necessari per questa macchina, in pieno allineamento con le istituzioni e la direzione tecnica dell’Esercito. Su questo – ha aggiunto – siamo pronti a partire e speriamo che il processo vada a convergenza nel più breve tempo possibile.

Insieme a Leonardo riteniamo di essere il polo dei veicoli da combattimento del nostro Paese. Siamo concentrati sulla parte di mobilità, protezione e integrazione di sistema, quindi il concetto di partnership per noi è fondamentale e, in questo senso, stiamo seguendo importanti programmi anche all’estero. Abbiamo anche una road map di crescita tecnologica molto chiara, a fianco dei settori chiave stiamo investendo moltissimo nella robotica terrestre, nei sistemi a guida autonoma e remota e sui sistemi di trazione avanzata ibrido-elettrici per veicoli ruotati e cingolati”.

“Il contratto di ammodernamento di mezza vita dell’Ariete firmato quest’anno è importantissimo perché ci sta consentendo di riattivare delle competenze nel Paese che avevamo completamente abbandonato. Nello sviluppo abbiamo avuto momenti non semplici ma la situazione al momento è chiara, stiamo correndo veloci per consegnare le prime macchine nel 2025 e poi gradualmente a salire di produzione come previsto dal contratto” ha precisato Catalano.

Catalano è intervenuto anche sull’acquisizione di carri Leopard 2A8 per l’Esercito Italiano sostenendo che “per il programma Leopard le risorse destinate sono ingenti. Non posso nascondere qualche preoccupazione per un’eccessiva deviazione di risorse all’estero, dopo anni di sottofinanziamenti al settore Difesa. Dobbiamo quindi lavorare affinché all’interno di questo programma ci possa essere un adeguato ritorno industriale per le nostre aziende”.

“Come consorzio Iveco-Oto Melara procediamo con i contratti Centauro 2 e VBM Freccia, che danno grande visibilità temporale, quindi sicuramente sono stati fatti grandi passi avanti rispetto al passato. Oggi e nei prossimi anni abbiamo, per i contratti che abbiamo firmato, un volume di circa 15 veicoli 8×8 l’anno, dieci anni fa ne facevamo quasi tre volte tanto per l’Italia.

Se guardiamo il VTLM 2 abbiamo firmato quest’anno un contratto molto importante che ci dà grande visibilità per i prossimi anni e che darà i primi volumi nel 2025. Anche qui, a parte il 2025 in cui avremo una cinquantina di macchine, gireremo a volumi tra 70 e 80 veicoli l’anno, che significa anche qui circa un terzo di quello che facevamo dieci anni fa”.

Catalano ga poi aggiunto che “sui camion militari la situazione è forse ancora più critica. Abbiamo volumi sugli 80 pezzi l’anno e siamo circa a un terzo di quello che facevamo anni fa. Insieme all’apprezzamento per una strategia di fornitura che ci aiuta a consolidare la base industriale per gli anni a venire, se guardiamo in valore assoluto i volumi annui, siamo a valori molto più bassi di un tempo”.

Circa il posizionamento dell’azienda Catalano ha aggiunto che “Iveco sta procedendo nel proprio piano di crescita con un notevole esposizione internazionale che ha raggiunto circa il 70% del suo fatturato e dimostra la nostra competitività rispetto a tanti player esteri. Abbiamo una road-map industriale molto chiara, vogliamo raggiungere la piena saturazione dei nostri stabilimenti e stiamo seguendo un programma di crescita industriale modulare che ci consente di soddisfare le esigenze di breve periodo ma in un’ottica anche di lungo periodo, lasciando disponibili aree che potranno essere utili per esigenze non correttamente pianificate o frutto di emergenze del contesto internazionale.

Continuiamo a mantenere un’elevatissima verticalizzazione che ci consente non solo di avere il pieno controllo della catena di fornitura, privilegiando le PMI italiane ma anche di poter supportare dal punto di vista logistico e di manutenzione i veicoli datati”.

Il video integrale dell’audizione di Claudio Catalano

 

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