I Sukhoi Su-35 e le intese militari tra Indonesia e Russia

Non sembra essere giunta la parola “fine” a proposito del contratto indonesiano sull’acquisto dei caccia multiruolo russi Sukhoi Su-35 e si arricchisce, ancora una volta, dell’ennesima dichiarazione, ma questa volta dell’ambasciatore russo in Indonesia Sergei Tolchenov che ha recentemente affermato che l’accordo per i Su-35 con la nazione del sud-est asiatico è ancora “in sospeso”.
«L’accordo [Su-35] non è stato annullato. È ancora sul tavolo. Ma un giorno continueremo i negoziati» – ha dichiarato il diplomatico russo in un’intervista con il Jakarta Globe all’inizio di questa settimana.
Il Globe ha poi chiesto a Tolchenov se Mosca considerasse il background militare del presidente Prabowo Subianto come un buon elemento di base per rafforzare i legami bilaterali di difesa nei prossimi anni dato che Prabowo è un generale dell’Esercito in pensione.
«Spero [che i nostri legami di difesa diventino più forti], ma è un aspetto importante delle nostre relazioni bilaterali – ha risposto Tolchenov – vediamo anche come le forze armate indonesiane impieghino armi russe e questo dimostra che abbiamo armi di altissima qualità. Se l’Indonesia è interessata, [noi] siamo pronti a negoziare».
Dichiarazioni che in un certo senso costituiscono un prolungamento di quanto affermato in due differenti periodi dall’ambasciatore indonesiano presso la Federazione Russa Jose Tavares nel 2022 e nel maggio dello scorso anno.
Come ampiamente trattato da Analisi Difesa, la commessa, in origine valutata nel 2012, fu approfondita tre anni dopo nel marzo del 2015 quando i vertici della locale Forza Aerea (TNI-AU) decisero di sostituire gli obsoleti caccia americani F-5 Tiger. L’accordo si trascinò poi con i numerosi colloqui tra Giakarta e Mosca avvenuti negli anni successivi fino alla firma del contratto del valore di 1,14 miliardi di dollari siglato nel febbraio 2018.
Com’è noto Mosca e Giakarta si accordarono anche sulle modalità di pagamento dei Su-35: il 50% dell’importo sarebbe stato infatti compensato attraverso la fornitura alla Russia di prodotti di fattura locale; beni prevalentemente agricoli tra cui olio di palma, ma anche derivati della gomma, calzature, carta, resine, materie plastiche e prodotti dell’industria della Difesa.
Nel luglio 2019 l’ambasciatore dell’Indonesia presso la Federazione Russa, Mohamad Wahid Supriyadi, affermava che il ritardo nella sua attuazione era dovuto alla complessità del sistema commerciale che coinvolgeva sia dipartimenti governativi che aziende.
Agli inizi del 2020 l’agenzia TASS informava che le autorità indonesiane avevano abbandonato ogni proposito di acquistare i Su-35 a causa delle pressioni statunitensi attraverso il Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act (CAATSA), un provvedimento che colpisce con sanzioni quei paesi che acquistano equipaggiamenti dall’industria della Difesa russa, mentre l’agenzia di stampa Bloomberg riferiva invece che le autorità indonesiane avevano deciso di rinunciare ai piani per l’attuazione del contratto dei Su-35 con la Russia anche a causa della mancanza di fondi nel bilancio causata dalla pandemia di COVID-19, oltre che alle suddette sanzioni del CAATSA.
Nel luglio successivo Rosoboronexport proponeva un’occidentalizzazione dei velivoli ma evidentemente senza esito, poiché già nello scorso aprile il Ministero della Difesa indonesiano stilava un piano di acquisizione di armamenti per le esigenze dell’Aeronautica rivelando così la possibilità di acquistare una serie di piattaforme di “generazione 4++” tra cui il Dassault Rafale, l’Eurofighter Typhoon e il McDonnell Douglas F-15.
Nello febbraio del 2022 Giakarta decise poi di acquistare 24 caccia francesi Dassault Rafale con un contratto del valore di 8,1 miliardi di dollari; iniziativa che sembrò effettivamente mettere la parola fine alla vendita dei Su-35.
D’altra parte bisogna constatare che le probabilità che l’Indonesia acquisti i caccia russi sono diventate ancora più esigue dopo che il Governo locale ha annunciato l’anno scorso l’acquisto di altri 18 Rafale, consolidando così gli ordini a 42 esemplari.
Sebbene l’accordo per i Su-35 sembra sia rimasto in sospeso la Russia dal canto suo continua a sperare che l’Indonesia completi l’acquisto. Secondo l’agenzia di stampa russa TASS le esportazioni di armi da Mosca verso l’Indonesia hanno superato i 2,5 miliardi di dollari tra il 1992 e il 2018 e le armi consegnate includevano veicoli da combattimento per la fanteria BMP-3F, aerei Sukhoi Su-30MK2, nonché elicotteri Mil Mi-35 e Mil Mi-17.
L’Indonesia sta ammodernando le forze armate e del resto in campagna elettorale Prabowo Subianto aveva affermato che avrebbe gradualmente aumentato il budget destinato alla Difesa se avesse vinto le elezioni. Quest’anno il Ministero della Difesa ha stabilito un tetto di bilancio di 165 trilioni di rupie (10,1 miliardi di dollari) e circa 18,3 trilioni di rupie andranno proprio all’Aeronautica.
Il 31 luglio 2024, Subianto è stato ricevuto da Vladimir Putin a Mosca (nella foto qui sopra) e ha descritto la Russia come un “grande amico”, intensificando i rapporti in molti settori inclusa l’energia nucleare.
L’Indonesia è stata accolta in gennaio nei BRICS e sul piano militare Subianto ha espresso nel dicembre 2024 il desiderio del governo di stabilire relazioni più strette con Mosca, nonostante le pressioni di alcuni paesi occidentali in senso contrario.
La richiesta è giunta dopo le esercitazioni militari congiunte Latma ORRUDA 2024 (mix tra le parole russa Orel e indonesiana Garuda che significano aquila), tenutesi all’inizio del novembre scorso e che hanno visto un gruppo navale russo raggiungere Surabaya, Giava orientale.
Attività che non ha impedito alla Marina Indonesiana di effettuare in precedenza esercitazioni analoghe con le marine di USA e Australia.
Foto: UAC e Presidenza Russa
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.