Via libera al successore del Mangusta

Con l’approvazione da parte della Commissione Difesa del Senato, avvenuta lo scorso 8 novembre, dello schema di decreto interministeriale del programma pluriennale di A/R n. SMD 02/2016, relativo allo studio, progettazione e qualifica del futuro Elicottero da Esplorazione e Scorta (e relativo supporto logistico iniziale) viene dato il via parlamentare alla prima fase del programma per lo sviluppo, produzione e supporto della nuova piattaforma ad ala rotante destinato a rimpiazzare l’elicottero AH-129 Mangusta nelle sue diverse versioni, progetto e prodotto dalla società AgustaWestland (in precedenza Agusta), oggi Leonardo Elicotteri con l’attuale acronimo AW-129.

Acquistato in 60 esemplari, entrato in servizio nel 1990 e successivamente sottoposto ad ammodernamento di cui l’ultima iterazione (AH-129D) è divenuta disponibile nel 2013, l’AW-129 rappresenta la piattaforma EES dell’Aviazione dell’Esercito Italiano (AVES) con un inventario di 48 esemplari, di cui 32 sono in corso di aggiornamento allo standard AH-129D e sono pertanto impiegabili in operazioni, mentre i rimanenti 16 nella precedente versione AH-129C, vengono utilizzati esclusivamente in attività addestrative. Secondo quanto affermato dalla scheda illustrativa del programma che AD ha potuto visionare gli AW-129 cominceranno ad essere dismessi – per fine vita tecnica delle cellule – a decorrere dal 2020.

Necessità operative

Queste piattaforme ad ala rotante costituiscono un elemento irrinunciabile per poter operare con successo negli attuali scenari operativi come è stato dimostrato dall’impiego degli AH-129 a partire dalla Somalia, fino ad arrivare agli attuali dispiegamenti nel teatro afghano ed iracheno. Divenuti operativi in Afghanistan nel 2007, le macchine EES che si sono via via avvicendate hanno accumulato un monte ore di volo che a giugno 2014 ha superato le 10.000 unità mentre in Iraq, queste piattaforme sono ritornate quest’anno dopo dieci anni dalla fine dell’Operazione Antica Babilonia.

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Non abbiamo bisogno di ricordare al lettore quanto sia stato importante questo assetto per il supporto e la protezione delle forze italiane ed alleate dispiegate nel teatro d’impiego, portando in innumerevoli circostanze alla protezione per non dire salvaguardia della vita del personale a terra, distinguendosi gli equipaggi di Mangusta in missioni particolarmente pericolose e complesse, come testimoniato in diverse occasioni i danni riportati dalle stesse macchine.

Queste stesse missioni hanno messo in evidenza la capacità di sopravvivenza del Mangusta, merito di una lungimiranza dei requisiti ma anche delle soluzioni progettuali, che occorre rimarcare sono stati emessi e gli elicotteri sviluppati in piena Guerra Fredda per ‘combattere’ nel teatro operativo del Vecchio Continente. Ciò nonostante, la macchina è stata sottoposta ad ammodernamenti di varia natura, l’ultimo dei quali, rappresentato dalla versione AH-129D, incorpora accorgimenti che rappresentano un salto generazionale e tecnologico senza precedenti per quanto riguarda gli equipaggiamenti e sistemi d’arma di missione.

L’ultima versione del Mangusta

In particolare la versione AH-129D si caratterizza per l’adozione del sistema di acquisizione bersagli Rafael Toplite III OTSWS (Observation, Targeting, and Spike Weapon System) con relativa modifica dei sistemi di gestione e controllo per la postazione del ‘gunner’ (che occupa il posto anteriore della cabina di pilotaggio), il nuovo sistema missilistico aria-superficie Rafael Spike ER- con una portata di 8.000 metri ed un sistema di guida elettro-ottico che può essere impiegato in diverse modalità di puntamento ed inseguimento del bersaglio (dal ‘fire and forget’ alla ‘fire-observe and update’ che consente di ricevere correzioni dopo il lancio) ed una nuova release software (G 19) del sistema di missione.

Destinato a rimpiazzare il sistema di puntamento SAAB HeliTOW divenuto operativo con la stessa macchina e sistemato nel muso dell’elicottero, il Toplite III è una suite elettro-ottica di ultima generazione, provata efficacia e affidabilità, raprpesentata da una torretta con diverse camere TV a colori e differenti focali e zoom oltre ad una camera ad immagine termica (IIR) di terza generazione ed un designatore laser con telemetro laser. In aggiunta al sistema anticarro Spike ER, ai razzi ed al cannone brandeggiabile da 20 mm in dotazione all’elicottero, il Toplite III può essere utilizzato anche per la designazione di sistemi d’arma utilizzati da terze piattaforme.

Il nuovo programma

L’obiettivo del programma che è stato sottoposto all’approvazione parlamentare è quello di assicurare, la continuità della fondamentale capacità offerta dal Mangusta, attraverso lo sviluppo e l’acquisizione di una piattaforma da esplorazione e scorta con prestazioni incrementate rispetto all’AH-129 in termini di sopravvivenza, capacità di ingaggio, connettività digitalizzata, autonomia, proiettabilità, capacità di simulazione e di missione.

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Secondo quanto riportato dalla documentazione illustrativa delle capacità previste per la nuova macchina, le esperienze maturate nel continuo impiego operativo, ‘hanno evidenziato l’esigenza di disporre di piattaforme dotate di maggiore autonomia e capacità di carico (inteso come carburante, munizionamento e sistemi d’arma) garantendo l’esecuzione, senza limitazioni, di tutti gli spettri di missione, anche attraverso una motorizzazione più performante che ne garantisce, anche in condizioni climatiche estreme, il mantenimento inalterato delle prestazioni che risulteranno notevolmente superiori rispetto alla piattaforma attuale’.

Dal punto di vista della piattaforma e capacità operative, il nuovo elicottero dovrà garantire un’elevata capacità di sopravvivenza, nonché una bassa osservabilità elettromagnetica e infrarossa. Per quanto riguardo la componentistica principale, secondo quanto è possibile dedurre dal documento illustrativo già menzionato, il nuovo EES erediterà parte di sistemi già progettati e prodotti per lo sviluppo dell’elicottero multiruolo AW-149, macchina specificatamente concepita e progettata per operatori militari, come il complesso dinamico di quest’ultimo, nonché per lo sviluppo del ‘mission task simulator’ per EES, già in servizio.

In grado di portare a termine sia missioni in supporto alle unità schierate sul terreno sia missioni autonome e in via secondaria in grado di assolvere compiti di esplorazione e sorveglianza (Intelligence, Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance) e di supporto di fuoco ravvicinato, fra le principali caratteristiche tecniche richieste alla nuova macchina sono evidenziate un’autonomia non inferiore a tre ore, un carico utile o payload di 1400 kg (auspicabile 1600 kg), ed un armamento che comprende un cannone da 20 mm e missili guidati tipo Spike nelle diverse varianti (‘Mini’, MR-Medium-Range, ER-Extended Range e NLOS-Non Light of Sight), nonché razzi da 70 mm.

img_5453Per quanto riguarda le capacità per l’impiego dell’armamento ed ISTAR della nuova piattaforma, quest’ultima ed in particolare la sua suite elettronica dovrà essere in grado di acquisire e ingaggiare obiettivi protetti e non protetti con elevata precisione anche alle lunghe distanze.
Per quanto riguarda invece la suite per le comunicazioni, quest’ultima dovrà comprendere in modo non esaustivo, apparati V/UHF per l’impiego entro l’orizzonte e terminali satellitari per quelle oltre l’orizzonte, unitamente a data link tattici per gestione del protocollo Link 16, capacità di trasferimento dati in Near Real Time (NRT) e sistemi di Comando e Controllo (C2) integrati nell’architettura della Forza Armate. A tal riguardo la nuova macchina dovrà rispondere a criteri di interoperabilità con i mezzi in dotazione/acquisizione in ambito F.A. ed in ambito interforze/NATO, nonché rispondere agli standard di riferimento del progetto ‘Forza NEC’.

Il programma avente carattere pluriennale, riguarda la fase di studio, progettazione, sperimentazione e qualifica di elicotteri di pre-serie che comprende la produzione di un elicottero prototipo ‘non consegnabile’ e di tre di pre-serie nonché l’omologazione di una macchina ‘safety of flight’ con una configurazione, anche se limitata, operativa (IOC, Initial Operational Capability), e l’aggiornamento delle tre piattaforme di pre-serie in tale configurazione.

Il programma prevede la progettazione e produzione della strumentazione necessaria ai test a terra per dare la ‘flight clearance’ ai componenti, assiemi ed infine all’elicottero nonché l’acquisizione e la strumentazione dei 4 elicotteri assegnati alla sperimentazione in volo. Quest’ultima comprenderà la sperimentazione e qualifica (omologazione) dell’elicottero basico (‘safety of flight’) più alcune funzioni di missioni come l’integrazione del casco, delle comunicazioni LOS, dell’armamento (cannone e razzi), e dell’OTSWS dell’attuale AW-129 che assicurerà le capacità della configurazione IOC ad esclusione delle attività legate alla ‘safe separation’ dei missili Spike. Alcuni sistemi di missione, già sviluppati con investimenti fatti dalla Difesa, potranno essere addottati dalla nuova piattaforma, come lo stesso OTSWS previsto almeno per le macchine di pre-serie che verranno successivamente portate allo standard capacitivo operativo iniziale (IOC).

Una piattaforma avanzata

Si tratterà di macchine, specifica la relazione illustrativa al programma, ‘dotate di (sistema) di missione e armamento analoghi all’attuale AH-129 (sebbene allo stato dell’arte) ma su piattaforma tecnologicamente avanzata, sostenibile per i prossimi 30 anni, con prestazioni di volo e capacità di ‘payload’ decisamente superiori all’attuale e confrontabili (e in parte superiori) con quelle degli elicotteri più performanti nella sua categoria’.

img_4453Sono inoltre prevista la fornitura delle pubblicazioni tecniche (operative e manutentive) per la configurazione IOC, a cui saranno portati gli elicotteri di pre-serie ed il supporto logistico iniziale, garantito dall’industria per il periodo di introduzione in servizio dei citati 3 elicotteri in configurazione IOC, senza peraltro indicare la durata, oltre alla formazione di un adeguato numero di piloti, tecnici manutentori ed operatori di sistemi d’arma della Forza Armata.

L’onere previsionale del programma, il cui finanziamento potrà avvenire a valere delle risorse recate dalla Legge 266/05 per il carattere d’urgenza dovuto all’inizio del ritiro dal servizio delle macchine dal 2020, è stimato in 487,06 milioni di euro a condizioni economiche 2016, da suddividere negli esercizi finanziari dal 2016 al 2025, la cui spesa graverà sui capitoli di investimento del MISE, ma comunque modulabile in modo tale da renderlo compatibile con le risorse complessivamente disponibili, anche mediante la sua parziale attuazione e/o co una ridefinizione dei tempi di attuazione.

Il programma così come presentato, non prevede una cooperazione internazionale nella fase di sviluppo, ma la Commissione Difesa del Senato ha espresso parere favorevole rimarcando l’opportunità di valutare ogni possibile sviluppo integrato della piattaforma con altri paesi europei, sia in ambito OCCAR, sia ricorrendo alla collaborazione dell’Agenzia Europea per la Difesa. Inoltre il parere espresso è condizionato al fatto che poiché il programma in titolo è interamente finanziato con risorse già disponibili a legislazione vigente sullo stato di previsione del MISE, conseguentemente, non deve richiede l’integrazione da parte dello stato di previsione del Ministero della difesa, e quindi venga omesso ogni riferimento ai finanziamenti successivi al primo triennio.

In ordine al coinvolgimento ed al ritorno non soltanto industriale ed occupazionale ma anche della stessa Difesa, lo stesso documento evidenzia la previsione del coinvolgimento in aggiunta al gruppo Leonardo, in particolare delle divisioni Elicotteri ed in minore misura Elettronica per la Difesa terrestre e navale, di oltre 200 realtà nazionali facenti parte, ma non solo, della supply-chain delle principali industrie coinvolte, a cui s’aggiungerebbero gli investimenti in ricerca e sviluppo (R&D) con coinvolgimento dei centri di ricerca e delle università a livello nazionale.

Senza dimenticare infine il ritorno in termini di sviluppo e ricerca per applicazioni ad altre piattaforme di nuova generazione nonché il mantenimento di capacità e di eccellenza nel settore dell’alta tecnologia nazionale.

Foto Difesa.it, Isaf RCW Aviation Battalion e Mauro Montaquila/Brigata Aeromobile Friuli

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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