Velivoli ammodernati e nuovi UAV per l’Aviazione di Marina russa

 

Il capo di stato maggiore della Marina Russa, l’ammiraglio Nikolaj Evmenov, in una recente ‘intervista al quotidiano Krasnaya Zvezda, ha dichiarato che «l’Aviazione navale della Marina (AV-MF) aumenterà espanderà le capacità dei velivoli in servizio gli aerei esistenti aggiorna doli ed equipaggiandoli con moderni sistemi d’arma.

Si prevede di incrementare le capacità di combattimento degli aerei da pattugliamento antisommergibile (ASW) e navale attraverso l’aggiornamento della flotta di velivoli in servizio, come gli aerei Tupolev Tu-142MZ, Ilyushin Il-38 e gli elicotteri Ka-27 e Ka-31R, nonché con lo sviluppo di futuri sistemi ASW».A proposito dei Tu-142, secondo il servizio stampa della Flotta del Nord questi velivoli saranno la punta di diamante dei voli a lungo raggio in aree operativamente importanti nel 2024.

«Gli equipaggi dell’aereo ASW Tu-142 della Flotta del Nord continueranno i voli a lungo raggio in aree operativamente importanti degli oceani Atlantico e Artico»Va tuttavia fatto notare che nel 2023 gli stessi equipaggi hanno svolto ripetutamente missioni nello spazio aereo internazionale sull’Artico e sull’Atlantico con una durata media dei voli di circa 12 ore e con una distanza media percorsa per volo di oltre 8.000 chilometri.

Evmenov ha riferito che lo sviluppo dell’aviazione da combattimento e d’attacco navale è assicurato attraverso il riequipaggiamento dei velivoli della generazione “4++” (tra cui il caccia multiruolo Sukhoi Su-30SM2), con l’arrivo dei nuovi elicotteri d’attacco navali Ka-52K “Katran” e dei futuri sistemi aeronautici imbarcati.

Particolare attenzione poi è rivolta all’adozione di velivoli senza pilota: secondo Evmenov si prevede di mettere in servizio i droni Orion “Inokhodets” e S- 70 “Okhotnik”.

Questi, come già trattato da Analisi Difesa, comunicheranno con gli aerei ASW che a loro volta, grazie a specifici collegamenti data-link, riceveranno dati di targeting da parte dei velivoli a pilotaggio remoto.

L’Izvestia, citando a tal proposito fonti della Difesa, ha comunicato contestualmente che la potenza di fuoco delle grandi navi da sbarco della Marina Russa (18 unità delle classi Alligator, Ropucha e Ivan Gren) sarà incrementata ai droni Orlan-10 e ZALA.

Va fatto presente che il rafforzamento delle navi con droni è previsto dal programma di modernizzazione adottato qualche anno fa dal Ministero della Difesa russo. La decisione di utilizzare la nuova tecnologia è stata presa inoltre sulla base dell’esperienza acquisita nel recente conflitto in Ucraina.

I droni – principalmente da ricognizione – acquisiranno i bersagli e regoleranno il fuoco dell’artiglieria navale diretto contro i bersagli marittimi e terrestri. Uno degli interlocutori dell’agenzia di stampa russa ha fatto presente che la combinazione di grandi mezzi da sbarco e droni ha funzionato molto bene durante le battaglie per Mariupol: in quel caso i droni regolavano il fuoco dei cannoni automatici da 130 mm e dei lanciarazzi multipli.

Prevista anche l’installazione su tali unità di sistemi di difesa aerea Tor e il potenziamento delle armi da impiegare contro i droni marini quali le mitragliatrici Kord da 12,7mm e stazioni di guerra elettronica (EW).

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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