Un pc di al-Qaeda rivela informazioni per i raid Usa

AdnKronos – Da un computer portatile sequestrato  durante l’arresto in Afghanistan di un comandante di al-Qaeda è emerso un prezioso bottino di informazioni paragonabile a quello ottenuto dai computer e dai documenti trovati nel 2011 ad Abbottabad, in Pakistan, nel raid in cui i Navy Seals uccisero Osama Bin Laden. La scoperta, rivela il New York Times, fu fatta durante l’operazione condotta lo scorso ottobre dalle forze speciali americane e afghane per catturare Abu Bara al-Kuwaiti (nella foto d’apertura) ed ha contribuito ad un significativo aumento dei raid notturni dei commandos Usa e afghani contro gli insorti talebani e gli uomini di Al Qaeda in Afghanistan.

Potrebbe essere stato lo stesso al-Kuwaiti a dare indicazioni sull’importanza delle informazioni contenute nel suo pc. Accadde tre anni fa, quando in occasione della morte di un altro comandante di al-Qaeda, Atiyah Abd al-Rahman (foto a sinistra), scrisse sulla rivista di Al Qaeda ‘Avanguardie del Khorasan’ un elogio in ricordo di al-Rahman, considerato dall’intelligence Usa il ‘direttore generale’ dell’organizzazione terroristica.

Per ricordare la sua vicinanza al terrorista ucciso, nel suo elogio al-Kuwaiti sottolineò di avere avuto accesso ai documenti di al-Rahman e di essere stato messo a conoscenza dei dettagli di molte operazioni, compreso l’attacco suicida nell’est dell’Afghanistan nel quale nel 2009 morirono sette agenti della Cia.  L’intensificarsi dei raid dopo la cattura di al-Kuwaiti, sebbene contrasti con le dichiarazioni fatte a Washington, dove l’amministrazione Obama ha dichiarato essenzialmente concluso l’impegno militare americano, riflette però la realtà della situazione sul terreno, dove lo scorso anno in vari scontri e attentati sono rimasti uccisi un numero record di militari, poliziotti e civili afghani.

Le fonti afghane e statunitensi interpellate dal Nyt, mantenendo l’anonimato a causa del carattere top secret delle operazioni in corso, hanno inoltre rivelato che in molti dei raid effettuati negli ultimi mesi le forze Usa hanno avuto un ruolo diretton ei combattimenti, non limitandosi al ruolo di consiglieri militari previsto dal disimpegno americano.

La notizia è indirettamente confermata dal portavoce del Pentagono, l’ammiraglio John Kirby, che ha ricordato: “Siamo stati chiari sul fatto che le operazioni anti terrorismo continuano a far parte della nostra missione in Afghanistan”.

Cifre ufficiali sul numero dei raid e i dettagli sul loro esito non sono disponibili, trattandosi di informazioni segrete, ma anche la tempistica delle operazioni è un elemento nuovo rispetto al passato, in un teatro dove a causa delle condizioni climatiche si è sempre riscontrata una sorta di ‘pausa invernale’ nei combattimenti.

“E’ un fatto senza precedenti per questo periodo dell’anno”, ha commentato un comandante Usa.  A contribuire all’intensificarsi delle operazioni militari contro i talebani e Al Qaeda è anche il mutato clima politico a Kabul.

Il nuovo presidente afghano Ashraf Ghani ha abbandonato la linea velatamente anti americana del suo predecessore Hamid Karzai e con la firma dell’accordo per la sicurezza con gli Usa ha allentato molte delle restrizioni sui raid notturni imposte da Karzai, che impedivano addirittura l’uso della forza aerea a sostegno delle truppe afghane. Questo, confermano fonti militari afghane e statunitensi, ha consentito ai comandanti Usa una nuova libertà di azione che si riflette nell’efficacia delle operazioni militari.

Foto US DOD, web

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