Armi aria-aria e aria-terra per gli UAV russi

 

 

Lo scorso 19 dicembre abbiamo pubblicato sul nostro canale Telegram il video fornito dal Ministero della Difesa russo relativo alla distruzione di un obiettivo aereo da parte di un UAV da attacco classe MALE (media altitudine e lunga durata di volo) Kronshtadt Orion.

Nel dettaglio il breve filmato mostrava un’intercettazione aerea tra droni tenutasi in un’area d’addestramento in Crimea durante la quale l’Orion – dotato di una livrea mimetica desertica e proveniente da numerose missioni operative sul teatro siriano – abbatteva un drone elicottero da una distanza di 4 chilometri attraverso l’uso di un missile aria-aria derivato dall’ anticarro ATGM Kornet e ribattezzato in Russia X-BPLA o (X-UAV in inglese).

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«L’X-UAV – ha svelato a Sputnik una fonte dell’industria della Difesa – è un moderno missile guidato che può essere impiegato da droni ed elicotteri; si tratta di un nuovo sviluppo del sistema missilistico anticarro Kornet-D e farà presto parte del sistema di armamento dei droni da combattimento, come ad esempio il Forpost-R, l’Orion “Inokhodets” e l’Altius, così come dell’elicottero Kamov Ka-52. Il nuovo missile ha una portata fino a 8 chilometri e può distruggere anche veicoli terrestri pesanti, incluso perforare frontalmente i carri armati statunitensi Abrams.»

Con un peso di 25 chili, circa la metà di un AGM-114 Hellfire, l’X-UAV può essere imbarcato in un buon numero di armi sugli Orion, che possono inoltre trasportare un missile più potente e sviluppato per gli elicotteri d’attacco: il 9K121 “Vikhr-1” (Codice NATO AT-16 “Scallion”) dotato di una portata fino a 10 chilometri.

I ruoli potenziali dei droni armati russi includono infatti la capacità di colpire una vasta gamma di bersagli (inclusi quelli terrestri) in linea con la decisione del Ministero della Difesa russo di schierare i droni da combattimento in missioni in cui possono potenzialmente sostituire equipaggiamenti come aerei ed elicotteri, come già sperimentato d’altra parte in missioni operative sul teatro siriano.

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Punto di partenza per armi aviolanciabili da impiegare sui droni è anche il razzo non guidato S-8 da 80 mm sviluppato dalla Concern Kalashnikov in una variante a guida laser e dotata di una testata anticarro.

Il concetto dell’S8-L è quasi identico al sistema statunitense Advanced Precision Kill Weapon System, che trasforma i razzi aerei Hydra 70 da 2,75″ (70 mm) in armi di precisione a basso costo con l’aggiunta di un sistema di guida laser.

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Sebbene il razzo da 80 millimetri, con un peso da 11 chili, non possa eliminare i carri armati più pesanti, si tratta comunque di un arma adatta alla distruzione di veicoli di difesa aerea leggermente corazzati, veicoli per il trasporto di personale e cannoni semoventi.

Inoltre il suo peso limitato consente di poter armare droni ancora più piccoli, come ad esempio il nuovo Termit (di cui Analisi Difesa si è occupata nello scorso dicembre), potendo quest’ultimo trasportarne fino a tre esemplari di S-8L e pertanto in grado di trasformarsi in un’economica piattaforma anticarro.

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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