In Polonia addestramento paramilitare per gli studenti

 

 

La Polonia non è in guerra contro la Russia ma certo non risparmia gli sforzi per sostenere l’economia e le forze armate ucraine con invii di armi che hanno raggiunto ormai i 2 miliardi di dollari e hanno incluso centinaia di carri armati e mezzi corazzati, ricambi per aerei Mig 29 ed elicotteri oltre a un forte supporto economico alle regioni occidentali ucraine che un tempo furono al territorio polacco.

Varsavia è anche al primo posto per l’invio di volontari che combattono o hanno combattuto al fianco delle truppe ucraine. Secondo il ministero della Difesa russo solo nell’’ultimo mese sono stati uccisi in battaglia 335 combattenti stranieri di cui ben 99 polacchi.

Sul piano strategico il governo polacco ha varato un imponente incremento delle spese militari fino al 3 per cento del PIL  annunciato in giugno dal ministro della Difesa polacco Mariusz Błaszczak (nella foto sotto) che porterà gli effettivi a 300 mila militari e acquisendo un numero impressionante di mezzi negli USA (366 carri Abrams, 500 lanciarazzi campali HIMARS, missili da difesa aerea Patriot e 32 caccia F-35) e in Corea del Sud: (1.000 carri K2, 680 semoventi K9 e 50 caccia leggeri FA-50).

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L’obiettivo è costituire le forze convenzionali più potenti d’Europa e della NATO in Europa e di trasformare la Polonia nel baluardo anti-russo del Vecchio Continente.

In questo contesto il ministro dell’Istruzione polacco, Przemyslaw Czarnek (nella foto sotto) ha firmato ieri un’ordinanza che apre agli studenti delle scuole superiori i corsi sull’impiego delle armi da guerra a partire da settembre.

Il provvedimento, riporta la testata polacca OKO.press, era stato anticipato pochi giorni dopo l’inizio dell’offensiva russa in Ucraina, quando Czarnek aveva annunciato che il governo avrebbe messo mano ai programmi scolastici delle ore di sicurezza, materia introdotta nel 2017 con la quale gli studenti imparano come comportarsi nelle emergenze quali gli incendi e alluvioni.

“Introdurremo elementi di formazione difensiva”, aveva anticipato il ministro, “come sparare in un poligono di tiro e familiarizzare con le armi” in modo che “i polacchi possano difendersi”, aveva spiegato Czarnek, nell’ipotesi di una potenziale guerra con la Russia.

Gli studenti impareranno dapprima “la teoria, non la pratica”, ha precisato OKO.press, riguardante “le basi della manipolazione sicura delle armi da fuoco” nelle quali “l’insegnante presenterà le componenti dell’arma, l’uso del caricatore o lo sblocco dell’arma”.

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Per le nuove ore di insegnamento pratico delle lezioni di tiro, si legge sul sito del ministero dell’Istruzione polacco, “è previsto un periodo transitorio per i prossimi due anni scolastici” ai sensi del quale “il programma di studi di base modificato per l’educazione alla sicurezza nel campo delle abilità di tiro con l’uso di pistole, fucili ad aria compressa, repliche di armi leggere, poligoni di tiro virtuali o laser sarà implementato a partire dall’anno scolastico 2024/2025. Inoltre le scuole dovranno dotarsi delle strutture e delle armi adeguate “a partire dall’anno scolastico 2022/2023”.

Inoltre, sono stati aggiunti ai programmi scolastici corsi di topografia, sicurezza informatica e principi di pronto soccorso in caso di minaccia con l’uso di armi convenzionali. Tutto questo a scapito dell’educazione sanitaria che scomparirà del tutto dalle lezioni.

Intervistato in merito all’età a partire dalla quale un ragazzo dovrebbe essere in grado di usare un’arma da fuoco, il ministro dell’Istruzione ha risposto: “Secondo la legge polacca, un quindicenne può già avere rapporti sessuali. Quindi, perché non possiamo preparare i ragazzi anche su questo?”

(con fonte AGI)

Foto Shutterstock e Governo Polacco

 

 

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