ZALA Aero presenta il simulatore per droni-kamikaze e da ricognizione

 

 

Come abbiamo mostrato sul nostro canale Telegram durante la rassegna quotidiana dedicata al conflitto russo-ucraino, nel mese in corso l’impiego operativo dei droni kamikaze (loitering munitions) realizzati dalla russa ZALA Aero Group e appartenenti alla famiglia dei Lancet e KUB ha visto un notevole incremento.

Questo sembra indiare che l’azienda è riuscita probabilmente a superare lo scoglio della produzione di massa che fino allo scorso mese sembrava decisamente in affanno e a tutto vantaggio degli analoghi mezzi di produzione iraniana Shahed (e rinominati in Russia “Geran“).

Ampiamente trattati da Analisi Difesa in uno specifico report dedicato alla produzione della ZALA (facente capo a Concern Kalashnikov), la versione base del dispositivo con una testata di 3 kg e due ali a forma di X è noto in patria come Izdeliye-52, mentre il drone aggiornato con una testata più grande da 5 kg e un’ala cruciforme a X è noto come Izdeliye-51.

Secondo il costruttore infatti il “progetto Lancet” è ormai irrilevante e il nome è rimasto come indicatore di categoria di dispositivi per il grande pubblico, ecco perché viene ancora utilizzato dagli sviluppatori per eventi pubblici. Per andare incontro tuttavia alle sempre più crescenti richieste dell’Esercito Russo, la stessa ZALA ha ideato un simulatore dedicato ai droni da ricognizione e attacco, inclusele loitering munitions.

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«Questo simulatore – ha dichiarato il costruttore pochi giorni fa all’agenzia RIA Novosti – consente di ricreare sortite di ricognizione e combattimento di qualsiasi complessità in varie condizioni meteorologiche e climatiche, nonché in contesti con forte opposizione nemica e in modalità operativa notturna.»

Il simulatore è costituito da stazioni di controllo unificate per operatori di droni collegate in un sistema software e hardware replicando l’impiego operativo dei droni della ZALA dal decollo all’atterraggio o fino alla neutralizzazione del bersaglio lanciandosi su di esso in picchiata.

L’ambiente virtuale del simulatore consente ovviamente di simulare missioni di ricognizione e attacco di qualsiasi complessità su una mappa del terreno reale: il programma tiene pienamente conto della fisica di un volo reale e delle condizioni meteorologiche, tra cui precipitazioni, forza e direzione del vento, umidità, nebbia, ecc.

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Per rendere estremamente reale la missione il simulatore presentato da ZALA visualizza poi gli oggetti e le animazioni realistiche in uno spazio 3D virtuale, tiene conto di variabili quali la perdita di qualità della comunicazione tra il drone e la stazione di terra a seconda della portata e del terreno, della diminuzione della potenza del segnale durante la trasmissione e dell’azione delle risorse nemiche.

Non ultimo, il simulatore consente a più droni di decollare contemporaneamente, ognuno dei quali è controllato da un singolo operatore. Pertanto, vengono elaborate varie situazioni regolari e di emergenza e si ottiene un’interazione ben coordinata tra operatori di ricognizione e droni d’attacco.

Niente di strano insomma, se consideriamo che persino le recenti reclute russe mobilitate vengono sottoposti a intensi corsi di navigazione e ricognizione coi droni quadricotteri di produzione civile.

Foto ZALA e RIA Novosti

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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