Il Sukhoi Su-34M impiega i nuovi pod Sych nelle operazioni in Ucraina

 

 

Secondo quanto riferito da fonti di Mosca, le Forze Aerospaziali russe (VKS) avrebbero impiegato il pod da ricognizione  e acquisizione bersagli Sych (civetta) installato su un cacciabombardiere Sukhoi Su-34M durante le operazioni militari in Ucraina.

Con questo pod l’aereo è in grado di far convogliare il lancio di armi aeree e terrestri contro bersagli di qualsiasi natura o attaccarli autonomamente come ha ha riferito il quotidiano russo Gazeta secondo cui il pod Sych è stato presentato nel 2016 per sostituire il sistema basato sul radar a scansione lateralel’MRK-411 impiegato dall’aereo ISR (Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione) Tupolev Tu-214R e dai ben più anziani velivoli ELINT Ilyushin Il-20 (basato sull’aereo passeggeri Il-18), Antonov An-30B e Tupolev Tu-154M-LK1.

«Nell’ambito della Operazione Speciale la VKS ha iniziato a utilizzare nuovi pod imbarcati sui bombardieri di prima linea Su-34M che consentono di determinare con elevata precisione le coordinate e altri parametri dei bersagli nemici, in particolare le postazioni di difesa aeree e le stazioni radar» – ha riferito una fonte del settore all’agenzia TASS.

«Questo pod consente la condivisione rapida delle informazioni circa le infrastrutture militari nemiche con le forze di terra e l’artiglieria tramite canali di comunicazione automatici.»

Si tratta di tre contenitori dotati di sensori optoelettronici, radar e ELINT posizionati negli agganci ventrali sotto al velivolo preservando così la possibilità di imbarcare il robusto carico bellico che contraddistingue il Su-34.

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La notizia conferma che in Ucraina starebbe operando anche la più recente variante M del Su-34 che (come ampiamente trattato in passato da Analisi Difesa), rappresenta l’evoluzione del “Fullback” nei compiti di ricognizione attraverso l’installazione di speciali pod da ricognizione sviluppati in tre varianti: UKR-RT (ELINT), UKR-OE (con sensori optoelettronici) e UKR-RL (radar ad apertura sintetica), in grado secondo i costruttori di rilevare emissioni radar, segnali radio e persino comunicazioni tra telefoni cellulari a centinaia di chilometri di distanza.

Secondo il colonnello della riserva dell’Aeronautica Alexander Drobyshevsky «il Sych sviluppato dalla società TPK Linkos, sita vicino Mosca, fornisce la scansione di vaste aree e la rappresentazione di immagini elaborate e sintetizzate sugli schermi degli operatori a terra. Il sistema rileva bersagli nemici anche mimetizzati fino a una distanza di 200-300 chilometri quindi senza costringere il velivolo a entrare nella zona di difesa aerea nemica.»

Il pod UKR-RL ha un radar progettato per rilevare bersagli terrestri, il pod UKR-RT è dotato di dispositivi ELINT che consentono di rilevare le comunicazioni e i radar nemici, determinarne le coordinate e fornire altre informazioni utili ad un loro successivo attacco mentre l’UKR-OE è una stazione opto-elettronica destinata all’osservazione del terreno in ogni condizione.

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Il Su-34 sembra essere quindi destinato non solo a sostituire il Su-24 Fencer ma anche a  espletare compiti un tempo demandati a specifiche piattaforme basate su velivoli non da combattimento.

La VKS ad oggi possiede circa 130 Su-34 (di cui forse una decina in versione M) stanziati nella regione di Voronezh (Baltimor Air Base), nel territorio di Khabarovsk (Khurba Air Base), nelle regioni di Rostov (Morozovsk) e Chelyabinsk (Shagol), oltre ad una dozzina di velivoli in dotazione presso il Centro di formazione, impiego e addestramento al combattimento (4° TsBP i PLS) di Lipetsk e quattro in servizio presso il 929° Centro statale di test di volo (GLITz) “V.P. Chkalov” di Akhtubinsk.

Almeno quattro velivoli di questo tipo risultano schierati sulla base aerea di Khmeimim, nella provincia di Latakia, in Siria. Fonti ucraine hanno rivendicato l’abbattimento di una dozzina di Su-34.

Foto Sukhoi

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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