Slittano le consegne dei Su-30SM per la Bielorussia

Il 20 giugno 2017 in occasione del Salone internazionale di Le Bourget la Bielorussia ha firmato un contratto per un gruppo di 12 caccia multiruolo Sukhoi Su-30SM. Il contratto, del valore presumibile di circa 600 milioni di dollari, ha fatto seguito a diversi accordi preliminari che erano stati annunciati da Analisi Difesa nel febbraio 2016 e ancora prima nel novembre 2015.

Restano tuttavia ancora dei dubbi relativi alle consegne e al pagamento dei caccia.Perché se da un lato, facendo seguito alle dichiarazioni rese da Dmitrij Shugaev capo del Servizio federale per la cooperazione tecnico-militare (FSMTC), i Su-30SM sarebbero stati consegnati gradualmente secondo i termini previsti nel contratto, dall’altro è bene specificare che i termini del contratto stesso non sono mai stati chiariti da nessuno dei due paesi firmatari.

Il ministro della Difesa bielorusso Andrej Ravkov aveva ribadito a suo tempo che i caccia Sukhoi erano stati sì acquistati ma d’altro canto aveva anche dichiarato che questo contratto sarebbe entrato in vigore alla presenza dei finanziamenti necessari.

Un’incertezza che potrebbe significare dunque o la mancanza di termini precisi per la consegna dei Su-30SM o la totale dipendenza di Minsk dai prestiti della Russia o entrambe le cose.

Gli ultimi aggiornamenti sul contratto dei Su-30SM bielorussi riportati dal portale rg.ru si rifanno alle recenti dichiarazioni di Ravkov secondo cui la Forza Aerea bielorussa riceverà i primi quattro Su-30SM nel 2019 e che le consegne avverranno al ritmo di quattro velivoli l’anno (dunque fino al 2021).

La programmazione di consegna prevista per il triennio 2018-2020 è slittata dunque di un anno. Sempre secondo Ravkov il contratto in questione sarebbe stato firmato a “condizioni sospensive”, dato che sembra avvalorare la tesi dei prestiti di Mosca a Minsk.

Tuttavia, ribatte Ravkov, pare che il problema sia di tutt’altra natura: – “Finora, la Federazione Russa non è stata in grado di fornirci questi caccia perché esistono alcune difficoltà nella fornitura di pezzi di ricambio a causa delle sanzioni occidentali. Entro il 2019 – ha proseguito Ravkov – ci hanno promesso la realizzazione di un velivolo totalmente russo privo di parti straniere, e pertanto solo allora saranno in grado di procedere con l’esecuzione del contratto senza alcun problema.”

Motivazione che lascia perplessi, non soltanto per la vendita di Su-30SM al Kazakistan attualmente in servizio con la locale Forza Aerea, ma anche per le affermazioni rese a suo tempo dal Presidente bielorusso Lukashenko il 7 aprile dello scorso anno, in occasione di un incontro con Putin a San Pietroburgo, secondo cui la Russia avrebbe dovuto aiutare “economicamente” il riarmo della Bielorussia (regalando o abbassando notevolmente il costo degli armamenti) poiché – “…il paese è privo di quelle risorse fondamentali come gas e petrolio.”

Foto Sukhoi

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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